Josep T'ESTIM I T'ESTIMARÉ

Capita spesso che una casualità possa cambiarti la vita. Sul momento non ce ne si accorge, ma a posteriori si realizza che se non fosse stato per "la cosa giusta, al momento giusto, nel posto giusto" probabilmente molte cose sarebbero diverse. A quanti è capitato qualcosa di icredibile all'età di sei anni? C'è chi va al cinema con i genitori e torna a casa convinto del fatto che sarebbe diventato un cantante, e c'è chi rimane smarrita davanti a uno schieramento di tre tenori che cantano insieme, e questo è un pò quello che è successo a me, quella casualità per cui mi trovo qui adesso a scrivere.Avevo sei anni quando davanti a un telegiornale mia nonna mi aveva presentato Luciano Pavarotti, Plácido Domingo e José Carreras.

Non ricordo tutto con precisione, ma ricordo ancora quando, qualcosa come un anno dopo, in seguito a una serie di buoni voti a scuola, sarò stata in terza elementare, alla domanda di mia nonna "Cosa vuoi per regalo?" l'avevo lasciata a dir poco sbalordita rispondendole che volevo un disco dei Tre Tenori, e ricordo anche l'espressione della proprietaria del negozio di dischi, dopo aver sentito la mia richiesta.
Da allora ricordo di averli ascoltati per un pò, ma poi come un vuoto per anni, un vuoto che include anche il motivo per cui improvvisamente avevo smesso.


I miei ascolti musicali consapevoli hanno ripreso all'età di dodici anni, con un genere completamente diverso, ma indiscutibilmente apprezzabile e questi ascolti si intercalavano con le provocazioni di mia nonna come "Ma ti ricordi che da bambina ascoltavi i Tre Tenori?!" e a questo proposito, non mi spiego di come per tutti quegli anni io avessi archiviato quel fatto, come se lo volessi dimenticare a tutti i costi, ed è di questo che mi sono pentita amaramente, una volta appresa l'anno scorso la notizia della scomparsa di Luciano Pavarotti. Come un peso, un forte senso di colpa, che mi ha spinto in qualche modo a rimediare. Mi avevano commissionato un articolo di giornale, concepito come un omaggio al tenore scomparso con un approfondimento sulla figura dei Tre Tenori. Dovevo necessariamente raccogliere quante più informazioni possibili, siccome non sapevo niente. Distinguevo ancora nei miei ricordi appena quell'immagine sfocata, vista al telegiornale 13 anni prima, con Pavarotti da una parte e gli altri due spagnoli: Domingo a sinistra, alto e imponente, e Carreras in mezzo, più minuto, leggermente stempiato; e ricordavo inoltre che da piccola sostenevo che "Carreras" fosse un cognome splendido. Ripronunciandolo, un anno fa, sostenevo ancora le mie convinzioni di bambina.


Dovevo dividere i profili dei due spagnoli con un'altra persona che doveva scrivere l'articolo con me, così che la mia scelta era ricaduta proprio su Carreras. Ho avviato così la mia Odissea volta all'informazione, tra biografie, interviste, musica e concerti. Un groviglio di lingue diverse, da cui è nata la passione e il desiderio di imparare lo spagnolo.
Avrei dovuto immaginarlo, conoscendomi: non ero, e non sono il tipo che si accontenta di vedere un concerto; io lo dovevo studiare. E così che nel mio studio mi ero accorta del signore che stava in mezzo a quelle due presenze prorompenti, che nonostante il fisico più sottile, aveva un cuore che solamente cantando impediva di lasciarsi schiacciare. E più precisamente, mi ero resa conto di quanto ho affermato con questa versione di "E Lucean le Stelle"


Questa aveva risvegliato qualcosa dentro di me che mi aveva permesso di vedere oltre a un tenore dalle espressioni curiose che talvolta s'alzava in punta di piedi. Da allora è trascorso un anno e la passione è incrementata esponenzialmente, fino ad assistere a un concerto dal vivo presso i Giardini della Villa Reale di Monza, il 10 luglio 2008: vedermelo a tre metri di distanza, seduto dietro su una Bentley nera che stava parcheggiando nel cortile del Grand Hotel de la Ville, con gli occhiali da sole e la sciarpa attorno al collo (quasi 30°), totalmente estasiata, con lo sguardo incredulo e le mani sul viso, guadagnarsi il suo sorriso, e poi dopo il concerto avere l'opportunità di incontrarlo e parlare con lui in spagnolo qualche minuto, cogliendo l'occasione per regalargli un ritratto cui avevo dedicato mesi di impegno, e rimanere praticamente di pietra, mervigliata davanti a tanta cortesia e tenerezza... sono cose che lasciano un segno indelebile. Non potrò MAI dimenticarlo. Solo io posso sapere quello che sentivo dentro in quegli attimi e credetemi, per quanto favella non mi manchi, non sono ancora riuscita trovare le parole esatte per descrivere quell'emozione.

E quando a Barcellona, un mese fa, all'Espai Liceu, un commesso gentilissimo, Alex mi ha chiesto "Pero porqué Josep Carreras y no otro tenor?" io torno a rispondere: credo che ognuno senta la musica dentro di sè in maniera unica, e quando si trova una voce che canta nel modo in cui la tua anima concepisce e sente la musica, quando quella voce sente la musica nello stesso modo in cui la senti tu... allora si tratta davvero di un tesoro ineguagliabile. La voce di Carreras riflette quello che ha nell'anima, è un filo conduttore tra la sua anima e la tua, è una voce che mi prende per mano e mi porta via con sè (come non ho mancato di scrivere nella dedica del ritratto che gli ho regalato).
Riporto lo stesso esempio che avevo fatto a Alex
Adriano Celentano, noto cantante italiano, in una canzone cantava che "L'Emozione non ha voce"... io penso che casomai l'emozione avesse una voce propria, per quanto riguarda me, non avrei dubbi su quale sarebbe.





Josep: T'ESTIM I T'ESTIMARÉ

Comments

  1. Che belle, le tue parole, la tua historia, la foto, tutto... e il tuo momento "JOSEP", a Monza...tu hai visto una stella, e l'hai seguito..Brava, Luvi!

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  2. Purtroppo Luvi, questo concerto di Monza visto in albergo, dopo una bellissima serata Pesarese, mi ha rattristato molto.
    La voce di Carreras oggi non è una voce per cantare al aperto, sui grandi spazzi.
    Carreras deve godersi in modo più riservato e intimo, dove la voce non prenda dei rischi che oggi non posa assumere.
    Almeno è come lo sento Io, e tu sai quanto apprezzo al mio tenore.
    Concerti di questo tipo non mi piacciano per niente.

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  3. Capisco cosa vuoi dire, Ximo, e devo dire che vedere quello che ha trasmesso la RAI mi è piaciuto molto meno rispetto quello che ho vissuto là, quella sera. Forse è successa la stessa cosa a chi ha vissuto il Recital al Liceu, vedendo poi la trasmissione su TV. E lasciamo perdere il discorso dei tagli. Spero di avere l'occasione di ascoltarlo a teatro.
    Non preoccuparti, immagino quanto ti possa pesare essere così oggettivo nei confronti del tuo tenore preferito.

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