Josep Carreras seduced the audience in Warsaw


È il momento di farsi un’idea sul concerto di Varsavia che che Josep Carreras ha offerto nella serata di venerdì presso la Congress Hall della città, condividendo la scena con il soprano Nataliya Kovalova, e la Polish Chamber Orcherstra (Orkiestra Kameralna L'Autunno) diretta dal Maestro David Giménez.

dziendobry.tvn.pl: Intervista rilasciata dal tenore in cui parla della precoce scoperta della sua vocazione, della sua battaglia contro la leucemia, del suo legame con la Polonia, le amicizie in questo paese, e il suo desiderio di anni fa di comprarci un appartamento.

La Orkiestra Kameralna L'Autunno ha pubblicato nella sua pagina di facebook alcune foto del concerto.


Per fortuna oltre a un articolo di non immediata interpretazione, ho potuto contare su qualche altra fonte, qualcuno che ha assistito personalmente al concerto e che mi ha dato qualche spunto in più per delinearne lo svolgimento. Ringrazio di cuore Eva per questo!!


Dall’articolo emerge che la sala era gremita, e che quindi il costo dei biglietti non ha costituito un ostacolo alle vendite: addirittura c’era qualcuno disposto a tutto per comprare un biglietto la sera stessa del concerto. Ma non è una novità, anche a Vienna ce n’erano.
Grazie ad Eva ho un’idea molto precisa del programma che è stato offerto a Varsavia, che ha previsto un esordio con l’ouverture de Die Fledermaus, qualcosa di straordinario per iniziare e permettere a David Giménez e all’Orchestra di deliziare il pubblico con estrema maestria, riconfermata generosamente nel corso della serata con gli altri due intermezzi orchestrali con l’Arlésienne Suite Farandole e La Boda de Luís Alonso.
Josep Carreras, una volta effettuato il suo ingresso on stage, ha proposto subito due brani consueti del repertorio italiano che sono La Serenata e L’Ultima Canzone, entrambi targati Francesco Paolo Tosti; tuttavia si è rivelato solo un assaggio, cui ha fatto seguito qualcosa di totalmente differente, di matrice hispánica, come la Canción Húngara da Alma de Dios, e un tocco di Catalunya con la sublime Rosó (Pel teu amor) al termine della quale il tenore ha mostrato la senyera plastificata che custodisce nel taschino della giacca in ogni sua esibizione, la stessa di cui ha parlato ampiamente nelle interviste per la presentazione del suo libro di memorie A viva voz / De viva veu / Aus vollem Herzen.
Prima della chiusura della prima parte con The impossible dream da The man of La Mancha, il soprano Nataliya Kovalova si è esibita in due brani di prestigio quali Ebben? Ne andrò lontana da La Wally e il Bolero de I Vespri Siciliani di Giuseppe Verdi.

L’assaggio italiano della prima parte è stato approfondito con l’incipit della seconda, sempre per mano (forse farei meglio a dire voce) di Josep Carreras, attraverso le celebri Vurria e Passione, ma per la seconda volta l’Italia ha ceduto il passo a ben due duetti in cui Carreras ha cantato in compagnia della Kovalova per Lippen Schweigen da Die Lustige Witwe, che ha visto i due interpreti avvicinarsi in un abbraccio durato buona parte dell’esecuzione, e El dúo de la Africana: due brani totalmente diversi, ma entrambi così intensi nel loro stile da costituire due momenti assolutamente topici della serata.  
Nel corso di questa seconda metà del concerto, Nataliya Kovalova ha avuto altre due occasioni per conquistarsi il pubblico con Heia! Heia! da Die Czárdásfürstin e La canción de Paloma da El Barberillo de Lavapiés.

L’autentico clymax si è verificato a conclusione del programma ufficiale con Core ‘ngrato, brano di incredibile intensità emotiva. L’entusiasmo del pubblico, concretizzatosi in bravo! e accorate ovazioni ha comportato l’improvvisazione di quella che in fin dei conti si è rivelata essere una terza parte effettiva, visto che i bis concessi sono stati addirittura 7. Anche i fiori non sono mancati, anzi sono piovuti sul palco quasi senza che Josep Carreras se ne rendesse conto, vista la sorpresa dipinta nel suo volto quando il primo violino li ha raccolti e consegnati al suo ritorno in scena. 
Primo fra i bis Chitarra Romana, seguita da O mio babbino caro, interpretata dalla Kovalova, che ha nuovamente ceduto il passo a Josep Carreras in quello che è stato un omaggio dovuto e inevitabile, ovvero Un’ombra dal Warsaw Concerto. Un nuovo momento tutto per il soprano con una canzone polacca, per poi ricongiungersi con Josep Carreras nel bellissimo duetto Non ti scordar di me. Un finale da apoteosi con Granada, acclamatissima dal pubblico, e l’irrinunciabile Brindisi de La Traviata.

In definitiva, un concerto strepitoso in cui Josep Carreras ha dato ulteriore conferma di trovarsi in ottime condizioni, sfoggiando, compatibilmente con il momento della sua carriera, un registro acuto brillante e potente. Ha saputo impressionare il suo pubblico con squisite dinamiche che hanno previsto passaggi dal più dolce pianissimo agli eroici forte e fortissimo.

BRAVO JOSEP!!

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