"Il Video della Settimana": Josep Carreras sings "Lunge da lei... De' miei bollenti spiriti" from La Traviata (Debut at the ROH, 1974)

Benvenuti a un nuovo Video della Settimana.

Mentre il nostro Josep si trova in Russia per una serie di eventi quali il concerto offerto alla Crocus City Hall di Mosca lo scorso venerdì 14, e le speciali performance di oggi a Sochi, in occasione della conclusione delle Paralimpiadi, il post di questa domenica verrà dedicato a una ricorrenza molto speciale. Abbiamo già ricordato i quarant'anni di Josep Carreras alla Wiener Staatsoper, ora è il momento del quarantesimo anniversario del suo debutto presso un altro tempio operistico dei più prestigiosi, la Royal Opera House di Londra, avvenuto proprio il 16 marzo del 1974 con La Traviata di Giuseppe Verdi
Insieme a lui, il cast proponeva Ileana Cotrubas nel ruolo di Violetta, Victor Braun come Giorgio Germont, Gillian Knight come Flora, su direzione di John Pritchard.

Ileana Cotrubas and Josep Carreras in La Traviata. London, 1974.
Cosa dire della Traviata che già non sia noto? Sfida praticamente impossibile, dal momento in cui si tratta di uno dei titoli più amati e rappresentati in assoluto, terzo componente della verdiana Trilogia Popolare. Di Traviata adoro il forte carattere rivoluzionario per l'epoca: Verdi si ispira, infatti, alla tragedia di Alexandre Dumas figlio, La dame aux camelìas e porta nel melodramma una vicenda contemporanea, un tragico episodio di cronaca. È un dramma borghese concentrato, più che sui personaggi stessi, sui loro sentimenti, senza ricorrere ad alcuno sfondo storico emblematico. Violetta rappresenta una forma di eroismo assai  innovativa: cortigiana deviata, perseguitata dalla sorte avversa ed emarginata da una società che la condanna per sempre al suo ruolo con una falsa morale, ipocrita e perbenista.
Non stupisce che Verdi abbia mostrato tanto interesse per l'argomento così "scandaloso", e che abbia voluto correre il rischio sfidando così apertamente la censura, le convenzioni sociali del tempo e la morale borghese. Questi sono gli elementi che principalmente hanno determinato il fiasco della prima rappresentazione, ma non è da ignorare il fatto che gli interpreti probabilmente non erano all'altezza.
Per un dramma psicologico come questo, l'abilità e la sensibilità degli interpreti risultano assolutamente irrinunciabili: non essere in grado di rendere lo spessore di Violetta equivarrebbe infatti a condannare a morte tutta l'opera, ma anche gli altri ruoli si rivelano importanti.

Nonostante non sia lui il grande protagonista che dà il titolo al grandioso lavoro verdiano, Alfredo è senza dubbio un personaggio interessante. Se è vero che la vittima di questa società fatta di apparenze e convenzioni è Violetta, Alfredo per certi versi non vi appartiene nemmeno, e questo è evidente fin dall'inizio della vicenda: in un groviglio di relazioni esteriori legate alla filosofia del carpe diem, del piacere e della felicità finta come la maschera con cui la società imprigiona ognuno nel suo ruolo, Alfredo risulta essere l'unico in grado di provare qualcosa di autentico e profondo, ben diverso a quell'amistà che si intreccia al diletto,  e soprattutto interesse sincero per le condizioni di salute: "In cotal guisa v'ucciderete. Aver v'è d'uopo cura dell'esser vostro", questa è al preoccupazione di un giovane che ogni giorno si era informato su una malattia che Violetta era costretta a dissimulare, perché gli altri uomini avevano interesse per lei solo a parole, e solo legato al divertimento. Alfredo, con genuina semplicità, ha messo in crisi Violetta che non conosceva altro modo di vivere se non quello vincolato al suo ruolo, tendendole una mano per uscire da questi schemi e conoscere l'amore vero, quell'amor che è palpito dell'universo intero.
È curioso come l'amore, divenuto l'ancora di salvezza, unica possibilità di "redenzione", e quindi centrale nella vicenda, venga però sacrificato, ridotto al minimo anche sulla scena. È la società, qui personificata dal padre di Alfredo, a capovolgere nuovamente la situazione e ad esprimere il concetto di una felicità sempre fugace.

A questo punto le vittime sono due: si aggiunge Alfredo, che diventa vittima della propria innocenza, la stessa che lo aveva reso tanto saggio da vedere in Violetta qualcosa che nessuno era riuscito a vedere, ma che lo aveva reso poi cieco: dapprima inconsapevole di essere un mantenuto, dei problemi economici, e delle vere ragioni per cui Violetta era stata costretta a lasciarlo andare, commetterà poi un errore madornale umiliandola pubblicamente in modo spregevole, a causa della sua gelosia furibonda. Violetta riceve così il colpo di grazia e si prepara al destino di morte, unica via di uscita di un'esistenza totalmente sbagliata. Tornerà da lei una volta informato dal padre di tutta la verità ma sarà tardi: di fronte alla situazione disperata, Alfredo si rifugia nel sogno e immagina di ricominciare una nuova vita con Violetta ben lontano da Parigi. Verdi ci fa quasi sperare nel miracolo, con una momentanea ripresa della giovane, ma ovviamente invano.

Innocente e saggio, superficiale e profondo, cieco e lungimirante: sono queste le contraddizioni che caratterizzano la personalità di Alfredo. Come si diceva, Josep Carreras debutta alla Royal Opera House proprio con questo ruolo, cui seguiranno moltissime altre opere come Madama Butterfly, L'Elisir d'amore, I Lombardi, La Bohème, Tosca, Don Carlos, Luisa Miller, Un Ballo in Maschera, Werther, Lucia di Lammermoor, Carmen, Il Trovatore, Andrea Chénier, Samson et Dalila, Stiffelio e Fedora, in un ventennio a dir poco memorabile.
Ad ogni modo, il debutto come Alfredo avviene a Praga e risale al 1971. Si tratta sicuramente di uno dei ruoli che ha interpretato con maggior frequenza nella sua carriera, in possesso di tutte le caratteristiche proprie del tenore lirico per cui è pensato il personaggio: la sua linea di canto mette in luce la sua innocenza e l'ardore giovanile, l'amore che è palpito, e lo rende protagonista moltissimi momenti di bellezza sublime.

Scegliere un frammento è molto complicato, ma trattandosi del primo post dedicato a questa opera straordinaria, non posso rinunciare all'aria che da inizio al secondo atto, una delle prime cui mi sono appassionata durante i miei primi approcci all'opera.
Quest'aria coincide con quella che forse è l'unica parentesi di felicità, l'unico quadro idilliaco in cui l'amore sembra trionfare. Avendoci Verdi privato dei momenti in cui i personaggi desiderano una vita insieme, affida ad Alfredo il compito di aggiornarci: da ormai tre mesi, Violetta aveva abbandonato la sua vecchia vita, cedendo al suo amore e ricambiandolo a sua volta. Il giovane esplode in un tripudio di gioia, ed idealizza il suo amore con un succedersi di metafore evocative.
Trovo che Carreras sia assolutamente ideale in questa circostanza: il suo timbro virile e giovanile si sposa perfettamente con la natura del personaggio, e il suo dire risulta appassionato e appassionante, tanto da indurre una donna a sperare che stia parlando proprio di lei. Fraseggio e dizione, fascinosi ed impeccabili si fanno complici fondamentali del genio verdiano, accompagnano una musica magnifica in 3/4, caratterizzata da una fitta scansione ritmica di quartine.

Vi lascio l'audio del debutto alla Royal Opera House del 1974, ma per chi di voi non potesse fare a meno delle immagini video, vi lascio lo stesso estratto di una recita viennese del 1980. Sono più che certa che tutti siate in possesso del DVD della Traviata di Tokyo del 1973 con Renata Scotto.
Che dire di più, ad ogni ascolto... io vivo quasi in ciel. Godetevela!!

Spero abbiate apprezzato la mia proposta di oggi. L'appuntamento è per domenica prossima con un nuovo video. Buona settimana a tutti!!

Key facts:

Welcome to a new Video of the Week .

While our Josep is in Russia for a series of events, such as the concert offered at the Crocus City Hall in Moscow last Friday, and a special performance today in Sochi on occasion of the closing of the Paralympics, this Sunday's post will be dedicated to a very special anniversary. We have already mentioned Josep Carreras' forty years at the Wiener Staatsoper, now is the time of the fortieth anniversary of his debut at one more of the most prestigious temple of opera, the Royal Opera House in London, which dates back to 16 March, 1974 with La Traviata by Giuseppe Verdi.
Along with him, the cast was starring Ileana Cotrubas in the role of Violetta, Victor Braun as Giorgio Germont, Gillian Knight as Flora, and John Pritchard conducting.
What about the Traviata we don't know yet? Practically impossible challenge, since it is one of the most popular and staged titles ever, as well as the third member of Verdi's Popular Trilogy. I really love the strong character of Traviata, so revolutionary for its time: Verdi is inspired by the tragedy of Alexandre Dumas son, La dame aux Camelias and brings into melodrama a contemporary story, a tragic episode really happened. It's a bourgeois drama centered, rather than on the characters themselves, on their own feelings, without  any emblematic, historical background. 
Violetta is a very innovative form of heroine: a diverted courtesan, haunted by doom and marginalized by a society that condemned her forever to her role, with a false, self-righteous and "respectable" morality.
It is not surprising at all that Verdi have shown so much interest in such "outrageous" subject, and that he openly wanted to take the risk, defying censorship, social conventions of that time and bourgeois morality. These are the elements that mainly led to the fiasco of the premiere, but we cannot ignore the fact that the performers probably were not up to.
For a psychological drama like this, the interpretative skills and sensitivity of the performers are absolutely essential: not being able to render the depth of Violetta is like condemning to death the work itself, but also the other roles prove to be important too.
Despite not being the leading role that gives the title to the great work, Alfredo is without doubt an interesting character. If it is true that the main victim of this society made of appearances and conventions is Violetta, Alfredo in some ways is more similar to an outsider, and this is evident from the beginning of the story: in a tangle of external relations related to the philosophy of carpe diem, to pleasure and a happiness as fake as the mask with which society imprisons everyone in his role, Alfredo appears to be the only one able to feel something authentic and deep, very different from that "friendship which is interwined to pleasure", and especially sincere interest in her health conditions: "in cotal guisa v'ucciderete (in this way you will kill yourself). You must take care of yourself (Aver v'è d'uopo cura dell'esser vostro)", this is the concern of a young man who every day had been asking about a disease that Violetta has always been forced to disguise, because the other men cared about her only with words, just for fun. 
Alfredo, with genuine simplicity, has challenged Violetta who did not know any other way to live a part from her role: he helps her to get out of these schemes to know true love, that love which is the heartbeat of the whole universe.
It's funny, how love becomes essential, the only possibility of " redemption," and therefore central to the story, and soon after is sacrificed, extremely reduced on the stage. Then, the society, now personified by Alfredo's father, reverses again the situation, expressing the concept of fleeting happiness.
At this point, victims are two: we should add Alfredo, who becomes a victim of his own innocence, the same that had made him wise enough to see in Violetta someone that no one else could see, but that then made him blind. Firstly, he was unaware of being a kept person, of economic problems, and of the real reasons why Violetta was forced to let him go, and then committs publicly a grave mistake, humiliating her so despicably, because of his furious jealousy. Violetta receives it the coup de grace and prepares herself to death , the only way out of a totally wrong life. 
He apologises, and then comes back to her once his father confesses the whole truth, but it will be too late: in front of the desperate situation, Alfredo takes shelter in the dream of a new life with Violetta far from Paris. Verdi makes us almost hope for a miracle, but of course in vain.
Innocent and wise, superficial and deep, blind and sighted: these are the contradictions that characterize Alfredo's personality. 
As we said, Josep Carreras made ​​his debut at the Royal Opera House with just this role , followed by many other works such as Madame Butterfly, L'Elisir d'amore, I Lombardi, La Bohème, Tosca, Don Carlos, Luisa Miller, Un Ballo in Maschera, Werther, Lucia di Lammermoor, Carmen, Il Trovatore, Andrea Chénier, Samson et Dalila, Stiffelio and Fedora: all this in twenty years made of memorable performances.
However, his debut as Alfredo took place in Prague three years earlier, in 1971. This is definitely one of the roles that he played most in his career, possessing all the features of a lyric tenor required for the character: his singing line highlights his innocence and youthful ardor, the beating love, creating so many moments of sublime beauty.
Having to choose a fragment is very complicated, but since this is the first post dedicated to this extraordinary opera, I can not but choose the opening aria of the second act, one of the very first I fell in love with in my early approaches to the world of opera.
This aria coincides with what probably could be regarded as the only interlude of happiness, the only idyllic setting in which love seems to triumph. Since Verdi did not include the occasion in which the characters decide for a life together, assigned to Alfredo the task to inform us of the latest events: for the past three months, Violetta had abandoned her old life, surrendering to his love and loving him back. Here, the young man explodes in a blaze of joy , and idealizes his love with a succession of evocative metaphors.
I think that Carreras is absolutely ideal in this circumstance: his youth and manly timbre fits perfectly with the nature of the character, and his way to say is passionate and fascinating, so much to lead any woman hope he is talking about herself. His phrasing and diction, impeccable and charming, become fundamental parties of Verdi's genius, accompanied by a magnificent music in 3/4, characterized by a dense rhythmic sequence of quatrains.
I include here the audio recording of Lunge da lei... De' miei bollenti spiriti of his debut at the Royal Opera House in 1974, but for those of you who could stay do without a video, I share the same excerpt of a performance in Vienna in 1980
I am more than certain that all of you have the DVD of La Traviata in Tokyo in 1973 with Renata Scotto.
What can I say more? With each listen... I live almost in heaven (Io vivo quasi in ciel). Enjoy it!!

I hope you have appreciated my proposal of today. See you next Sunday with a new video. 
Have a nice week!!

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