Josep Carreras, honorat amb la màxima distinció del Parlament de Catalunya en el tricentenari del 1714

Nel pomeriggio di martedì 9, alle ore 18:30, ha avuto luogo la cerimonia della consegna della Medalla d'honor, di categoria d'oro, massima distinzione del Parlament de Catalunya, a Josep Carreras, eletto dal Parlamento all'unanimità, sia per la carriera artistica di rilievo, sia per l'azione civica di profondo impatto sociale condotta attraverso la Fundació Josep Carreras contra leucemia. Con il suo talento e la sua testimonianza vitale, Josep Carreras proietta universalmente i valori dello sforzo, dell'eccellenza e della solidarietà. 

Alla presenza della Presidente del Parlament de Catalunya, Núria de Gispert, e del Presidente della Generalitat de Catalunya, Artur Mas, delle altre autorità, e dalla famiglia del tenore, è stato il primo degli atti istituzionali che celebrano la Diada Nacional de Catalunya dell'11 settembre: una cerimonia molto significativa ed emotiva, trasmessa in diretta dal canale televisivo catalano 3/24, e che ora è possibile rivedere attraverso il sito web del Parlament de Catalunya.

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Nella prima parte della cerimonia si sono tenute due laudatio per la personalità premiata, che hanno messo in luce tutti gli aspetti che lo rendono meritevole di questo riconoscimento da parte del Parlamento del suo paese: quelli artistici, quelli civici, ma soprattutto quelli umani.

Il primo a prendere la parola è stato Ciril Rozman, Professore Emerito della Universitat de Barcelona, ex vicepresidente della Fundació Josep Carreras contra la leucemia, medico e grande amico. Il Prof. Rozman si è dedicato soprattutto ai meriti di Josep Carreras derivati dai grandi traguardi della fondazione, nata nel 1988: dalla creazione della sede madre, a quella delle altre tre in Germania, Svizzera e Stati Uniti; dalla creazione del REDMO, il Registro spagnolo di Donatori di Midollo Osseo, a quella di appartamenti ubicati nei pressi dei grandi centri ospedalieri in cui i pazienti non di Barcellona possono alloggiare durante il trattamento; dal finanziamento a diversi centri ospedalieri per il rinnovo delle installazioni per i trattamenti intensivi, alla creazione, insieme alla Generalitat de Catalunya, dell'Institut de Recerca contra la Leucèmia Josep Carreras, avvenuta nel 2010. 
Sicuro di non essere influenzato dall'affetto scaturito da un rapporto di amicizia che dura da oltre un quarto di secolo, l'eminente cattedratico di Medicina, nato nella capitale slovena, ha infine risaltato le qualità umane del tenore, che ha definito in primo luogo una persona intelligente: in supporto a tale affermazione, ha apportato l'esempio della sua capacità di memorizzare esattamente date di eventi futuri della sua agenda, che ne contiene per cinque anni, anche a distanza di parecchi mesi, oppure, con fare scherzoso, la sua totale fiducia nei suoi criteri medici. Più concretamente si è soffermato sull'eleganza, sullo squisito modo di relazionarsi con le persone di qualsiasi strato sociale, ma soprattutto sulla sua sensibilità verso la sofferenza dei pazienti, da cui deriva la sua grande generosità: qualcun'altro, infatti avrebbe potuto dimenticarsi di tutti gli altri pazienti che hanno sofferto o soffrono per la stessa malattia, lui invece non solo raccoglie fondi attraverso concerti benefici, ma dedica anche diverse ore per il corretto funzionamento della sua fondazione, e per visitare i pazienti in tutto il mondo. Rozman ha concluso, manifestando la piena consapevolezza dei sentimenti di Josep Carreras come catalano, e di quanto, per questo motivo, potesse renderlo felice tale riconoscimento: ha chiesto, infine, di poter condividere la sua allegria e di potersi congratulare con lui di tutto cuore.

Un ritratto straordinario e straordinariamente fedele quello di Ciril Rozman, cui ha fatto seguito quello tratteggiato dal periodista Xavier Bosch, responsabile del programma L'Àgora di TV3 e, non da ultimo, della realizzazione del documentario 'La Fleur'.
A integrare quanto già affermato nella prima "glossa", Bosch si concentra sulle qualità umane di Josep Carreras nell'ambito della professione. Ricorre ad un incipit d'eccezione, citando una frase di Herbert von Karajan, forse il più bel complimento che il tenore abbia ricevuto nella sua carriera: "Ho dovuto aspettare 74 anni per ascoltare il Don José come sempre l'avevo sognato". Ripercorrendo le tappe fondamentali del suo percorso artistico, il giornalista sottolinea gli aspetti del suo carattere che lo hanno accompagnato sempre: l'ossessione, a partire dalla visione del film "El gran Caruso" ,interpretato dal carismatico Mario Lanza, che nella piena infanzia ha innescato in lui la convinzione di diventare un cantante d'opera; la disciplina e l'incessante dedizione, che gli hanno permesso di diventare un tenore e di debuttare giovanissimo al Liceu, al fianco della già divina Montserrat Caballé, e successivamente alla Staatsoper di Vienna, al Covent Garden di Londra, al MET e al Teatro alla Scala, sotto la protezione di un padrino di eccezione, Giuseppe Di Stefano, suo idolo da sempre e per sempre, ed autore della frase "Tieni duro". Questo è un consiglio che lo ha accompagnato per tutta la vita, insieme alle ultime parole che sua madre, Antonia Coll, gli ha rivolto prima di essere portata via dal cancro: "Lotta per ciò in cui credi", "Sei nato per cantare", "Non cantare opere troppo forti per la tua voce". Scomparsa prematuramente, la mamma ha continuato ad essere una presenza costante nella sua vita, come voce della sua coscienza e ultimo pensiero prima di calcare un palcoscenico. Racconta, inoltre, che prima della cerimonia, aveva rivolto a Carreras una domanda tipica da giornalista, chiedendogli di scegliere le tre notti più grandi della sua vita professionale: sul momento, Carreras ha isolato il debutto alla Scala, quello a Salisburgo con Karajan e il suo Recital all'Arc de Triomf, dopo un anno di luci spente a causa della leucemia. Xavier Bosch era presente in quest'ultima occasione, in particolare ricorreva il suo compleanno e per questo considera l'aver vissuto il suo ritorno, l'aver sentito dalla voce del tenore la frase "Questa è la notte più felice della mia vita e lo devo a voi" come uno dei regali più speciali che abbia mai ricevuto.
Concludendo, individua i motivi per cui la voce di Josep Carreras è tanto amata in tutto il mondo: senza essere un critico né un esperto, lo definisce un cantante straordinario, un "fuori serie" nel pieno senso dell'espressione, perché sa comunicare. Perché non solo possiede la bellezza di un tenore dalla voce affascinante, luminosa e sincera, ma soprattutto il fraseggio, il suo modo di dire, la capacità di sedurre con la delicatezza di un amante, come quando rende un acuto in pianissimo per dare piena espressione alla dolcezza dell'innamorato. Perché sa anche convincere come con la passione dell'eroe, con accenti intrepidi ed un timbro solare dal colore che rapisce. Perché, come dice Josep Carreras, l'importante non è essere il numero uno, ma unico... e la sua è una voce unica. Infine, Bosch esprime la convinzione che se Bizet, Verdi, Puccini, Gounod o Giordano avessero potuto ascoltare l'interpretazione dei loro personaggi da Josep Carreras, probabilmente avrebbero replicato come Karajan, dicendo che avevano dovuto aspettare tutta una vita per sentirli come li avevano sognati.

Seguono la consegna della Medalla d'honor a Josep Carreras da parte della Presidente del Parlamento, Núria de Gispert, con l'ovazione sincera di tutti i presenti, ed il discorso di ringraziamento del premiato.

Foto: EFE (www.ara.cat)
Nella prima parte del suo intervento, Josep Carreras parla del piccolo miracolo legato alla sua professione, alla comunione di emozioni tra artista e pubblico, della vibrazione simultanea delle fibre più sensibili dell'anima: afferma che i personaggi dell'opera sono il riflesso delle nostre forze e debolezze, in loro ci si identifica e le loro vicende, per quanto possano sembrare aliene, talvolta affiancano le nostre, ne diventiamo protagonisti, arricchiscono il nostro spirito. Ancora lo sorprende quanto profondamente ci arrivino nel profondo le parole dei librettisti, le sonorità, le melodie dei compositori: pertanto, costruire una carriera professionale, sera dopo sera, su questi episodi fittizi ma pieni di vita, con il caloroso riconoscimento del pubblico, è ed è stato per lui un grande privilegio.
D'altra parte, però, esistono altre manifestazioni di stima a un intero percorso vitale: si tratta di distinzioni da parte di istituzioni, università ed entità artistiche, affettuose ricompense per valori molto spesso sottovalutati come disciplina, perseveranza e continuità. Carreras, come sappiamo bene, ne ha ricevuti tanti e in molte parti del mondo: secondo lui, questo testimonia il fatto che le persone si assomigliano un po' ovunque, nel modo di pensare, del dare valore a identiche disposizion dell'anima. Da questa filosofia si discostano invece gli intolleranti del mondo che, sfortunatamente e come sappiamo, sono ancora molti.
A questo punto, si collega al riconoscimento da parte del Parlament de Catalunya, all'onore e alla gioia per il fatto che tutto questo arrivi da casa, e che siano i depositari del potere politico del suo paese, eredi di una delle tradizioni democratiche più antiche d'Europa, a valorizzare i suoi meriti artistici e civici. Sono proprio loro a fare in modo che si senta vincolato a una storia millenaria, nella quale la stragrande maggioranza dei catalani e dei loro rappresentanti ha lottato e ancora lottano per costruire una società libera, prospera e giusta. Il tenore sottolinea che i catalani non sono affatto chiusi, come asserisce chi lo è davvero: come testimonianza apporta un importante corpus legislativo catalano, il Consolat de Mar, dedicato a come instaurare relazioni pacifiche con lo straniero lontano, e non come a sottomettere il vicino. Tuttavia, nonostante le brave persone siano ovunque, Josep Carreras pensa che il suo popolo abbia una scala di valori particolare, sebbene non unica o esclusiva. Gli piace la visione condivisa su di loro: i catalani danno valore all'imprenditoria e alla creatività, al merito e alla distinzione personale piuttosto che al prestigio ereditato derivato dall'appartenenza a una casta; amano l'industria, la sua perseveranza e l'astuzia commerciale; non aspettano che lo stato gli risolva tutti i problemi; sono famosi per il ballo, il canto, per costruire il Palau de la Música, il Liceu, per aiutarsi mutuamente in caso di malattia, per difendere le botteghe dai giganti commerciali. È per questo motivo che risulta ancora più gratificante il riconoscimento da chi condivide gli stessi valori, da chi vede il mondo nel tuo stesso modo. Ad ogni modo, a suo modo di vedere i catalani hanno anche difetti: il più grave, che non servono avversari che contrastino i loro interessi economici congiunti e la loro cultura, quando non sono uniti sono molto deboli, e altri fattori caratteriali come quello del rajolí prim neutralizzano la loro impronta.
Per motivi professionali e di studio musicale, Carreras è venuto a contatto con diverse culture e ha partecipato ad eventi di ampia portata o dimensione locale, in momenti di pace o di conflitto, commemorative di grandi eventi o di disgrazie, ha conosciuto leader degni di ammirazione, altri non tanto. Anche l'opera - prosegue - offre diversi esempi paradigmatici di virtù e di intolleranza: tanto nella realtà come nella finzione, infatti troviamo i Cavaradossi, gli Otello, i Romeo e Giulietta, i Tony e Maria di West Side Story, vittima dell'intolleranza degli Scarpia, dei Tiago, o dei clan che per gelosia o invidia vogliono annullare i contrari e imporre il loro dominio sulla personalità aliena. Questo lo ha portato a comprendere che la più importante fonte di pace e prosperità è qualcosa di tanto semplice come il vivi e lascia vivere: in tal proposito, il tenore esprime la propria convinzione sul fatto che i deputati legislino nel rispetto di questo motto, ma si rivolge a loro, in qualità di rappresentanti del popolo catalano, a fare il necessario anche affinché gli altri vivano e li lascino vivere. Con una chiara ma pacata allusione politica, rivendica la natura democratica del referendum del 9 novembre, e afferma che quello catalano è un popolo adulto in grado di prendere da solo le proprie decisioni.
In riguardo ai propri traguardi, Carreras afferma che sono il risultato della determinazione e dello sforzo personale, ma che non sarebbe riuscito a costruire una carriera del genere senza l'amore, l'amicizia e la professionalità di molte persone. Questo è il momento in cui il tenore rivolge un pensiero alle persone importanti della sua vita, a partire dai genitori: in piena epoca post- Guerra Civile, il padre Josep, vittima di rappresaglie per essere stato un insegnante della Generalitat repubblicana, con il ridotto stipendio di Guardia Urbana ha affittato il primo pianoforte, e ha avuto il coraggio di pensare che suo figlio avrebbe potuto diventare un cantante professionista; la mamma Antonia, che con commozione definisce "persona straordinaria", gli ha dato consigli che segue ancora, e il nonno Salvadó gli ha regalato il primo giradischi. Afferma, pertanto, che la fiducia che la famiglia ha riposto nelle sue possibilità è stata quasi "temeraria", e che più passa il tempo, più sente la loro mancanza, e più vorrebbe averli ancora vicino in momenti come quello. Oltre al nucleo famigliare, nomina i maestri di canto e musica Juan Ruax, che gli ha insegnato a comunicare le proprie emozioni e a trovare la propria autenticità, facendo sacrifici per potergli dedicare più tempo, e Magda Prunera; i colleghi ed amici, Montserrat Caballé e Jaume Aragall... ma sa che il suo elenco potrebbe non finire mai. Nonostante i momenti difficili, la Barcellona dell'epoca conservava persone tanto valorose da favorire lo sviluppo di un giovane che desiderava imitare i grandi tenori dell'epoca: a tutti loro, e al pubblico del Liceu che l'ha sempre accolto in modo straordinario, esprime la propria gratitudine. Fuori dal paese, non può dimenticare il sostegno dei grandi direttori d'orchestra e musicali dei grandi teatri d'opera e festival di musica che gli hanno permesso di vivere della propria passione: menzione specialissima a Herbert von Karajan, che ha avuto un'influenza decisiva nella sua carriera; i colleghi, in molti casi continua fonte di stimolo e di rapporti di amicizia consolidati; i professionisti della scienza e della medicina che lo hanno aiutato a superare una severa leucemia: altra menzione speciale al Prof. Rozman, che è stato molto più del suo medico, piuttosto un punto di riferimento morale, un esempio in cui specchiarsi, nella ricerca di soluzioni alle sfide sorte una volta guarito. Davanti a situazioni difficili tutt'ora è solito chiedersi "Què faria el Profe?". Insieme a Rozman, la gratitudine è rivolta ai medici che hanno partecipato nella creazione della Fundació Josep Carreras, alle equipe di tutte le sue sedi, solidamente impegnate in questa causa, e alla Generalitat de Catalunya per il suo ruolo nella nascita dell'Institut de Recerca Josep Carreras.
In questa parte finale del suo discorso, Josep Carreras ha iniziato parlando dei genitori, pertanto intende concludere riferendosi alle altre persone che ama sopra ogni cosa, come gli amici e la famiglia più intima: fratelli, figli e nipoti. In primo luogo, si rivolge agli amici, quelli di vecchia data e quelli che lo sono diventati in seguito, sempre disponibile per un consiglio nei momenti di difficoltà: sottolinea l'importanza della loro amicizia, come un tesoro, che gli permette di essere sempre un figlio del Carrer Galileu di Sants. Successivamente, si dirige ai fratelli, compagni di giochi e figure quasi paterne a causa della prematura scomparsa della madre, un esempio da seguire: insieme ai rispettivi coniugi, sono stati sempre presenti nei momenti più importanti della sua carriera, e della sua vita, le loro telefonate a chilometri di distanza interessandosi di un concerto lo riconfortano; sono al centro del suo cuore, e senza il loro appoggio non sarebbe riuscito a fare ciò che ha fatto. I figli, Albert e Júlia, due persone fantastiche, cresciute sane nel corpo e nello spirito, elemento cui ha contribuito in maniera decisiva la loro madre Mercè. Hanno saputo convivere con l'assenza di un padre assorbito dalla professione, e gestire le emozioni nell'apprendere della sua malattia. Sono il suo nucleo di base cui tornare e la loro salute, il loro benessere e quella dei loro figlio costituiscono la sua priorità assoluta, come quella di un qualsiasi nonno felice.
In conclusione, rinnova la sua gratitudine per la prestigiosa distinzione proveniente dal Parlamento del suo paese, e spera mantenersi fedele ai principi che lo hanno reso meritevole della loro fiducia e di quella del popolo della Catalogna.

La parola passa poi alla Presidente del Parlament de Catalunya, Núria de Gispert, e al Presidente della Generalitat, Artur Mas.
Foto: www.elpuntavui.cat
Nello specifico, il Presidente Mas vuole porre l'accento sul fatto innegabile che se Josep Carreras riceve quest'alta distinzione del Parlamento è perché, per molto tempo, a sua volta ha dato molto. Al contrario di altri che godono di molta fama, non è affatto egoista o egocentrico, bensì generoso e umile: generoso nella professione, perché non si sa con certezza se Carreras abbia maggiormente dato o ricevuto dal mondo della musica; generoso e sensibile nei confronti delle persone, attraverso l'attività svolta dalla sua fondazione. Testimoni concreti di questa generosità sono, da un lato, gli amanti della bellezza, della musica e del canto, dall'altro, quei giovani padri di bambini malati di leucemia che, grazie alla Fundació Josep Carreras, hanno superato i momenti più bui e ritrovato la luce.
Tuttavia, la sua generosità si è manifestata sempre e da sempre nei confronti del suo paese: Carreras non ha mai perso occasione di affermare la propria identità catalana, con coraggio ed impegno, per questo motivo Artur Mas si augura che ci siano tanti Josep Carreras all'altezza della situazione. Riprende poi i concetti del "Tieni duro", anteriormente citato da Xavier Bosch e del "Vivi e lascia vivere" di Josep Carreras, rispettivamente associati alla determinazione e al corretto atteggiamento, che il paese deve avere in questi momenti così trascendenti che sta vivendo, affermando che in entrambi i casi, Josep Carreras si rivela esemplare.

La cerimonia si conclude con l'esibizione del Cor de Cambra del Conservatori del Liceu. Nell'intonare l'emblematico brano di Amadeu Vives, L'Emigrant, Josep Carreras inaspettatamente raggiunge il coro e ne regala un'autentica ed emotiva versione. Potete vedere il video qui. Dopodiché, tutti i presenti, in piedi, si sono uniti al coro nel cantare l'inno nazionale catalano, Els Segadors.

Foto: Parlament de Catalunya (Job Vermeulen).2014
Come notava il Presidente Mas, sarà una coincidenza oppure no, che Josep Carreras riceva quest'altissima distinzione del Parlamento nel tricentenario del 1714, rievocato l'11 settembre di ogni anno con la celebrazione della Diada Nacional de Catalunya. Sarà o no un'altra coincidenza che il nel 1988, un'annata tanto significativa per lui, ricorresse il millenario della Catalogna. La certezza sta, tuttavia, nella sua generosità, artistica ed umana, e nel suo amore per il paese. Gli ammiratori di tutto il mondo, i più affezionati, ne sono perfettamente consapevoli: lo testimoniano la moltitudine di senyeres, di bandiere catalane che spesso si vedono nelle platee, nei palchi dei grandi teatri d'opera e nelle sale da concerto in cui si esibisce, mostrate soprattutto dalle fans giapponesi; ne è una testimonianza, permettete che lo dica senza presunzione, questo blog che, a pochi giorni dal suo sesto anniversario, è sempre stato orgogliosamente intitolato a JOSEP Carreras.

DE TOT COR
ENHORABONA JOSEP!!
BONA DIADA, CATALUNYA!

English translation in the next post. To be published soon.

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