JOSEP CARRERAS - GERMAN TOUR: MUNICH, 25 OCTOBER 2016
Ad ospitare la quinta data del German Tour è stata la città di Monaco, la sera di martedì 25 ottobre. Come nelle tappe precedenti di Berlino, Lipsia, Stoccarda e Amburgo, e la successiva di Mannheim prevista per domani sera, anche nella capitale bavarese Josep Carreras è stato accompagnato dal giovane soprano russo Venera Gimadieva e dal Maestro David Giménez, alla guida dell'Orchestra Sinfonica di Praga.
Photo: Blog Josep Carreras |
La maestosa e prestigiosa sala della Philarmonie am Gasteig era al completo ed il palco, sormontato dallo schermo che avrebbe proiettato alcune tra le immagini più emblematiche della gloriosa carriera del leggendario tenore, era decorato da una raffinata composizione floreale di rose e ortensie bianche.
Il pubblico in sala ha saputo mostrare il proprio calore già con l'ingresso dell'orchestra, nella quale emergevano alcuni membri giovanissimi, e del direttore, David Giménez, che ha aperto la serata con l'Arlésienne Suite di Bizet. Tuttavia, l'entusiasmo è stato irrefrenabile nell'accoglienza riservata al magnifico Josep Carreras: dopo aver mostrato riconoscenza per l'accorato benvenuto ha saputo deliziare in primo luogo con Era de Maggio e successivamente con la Canción Húngara (dalla zarzuela Alma de Dios) e T'Estimo: con questi brani, ideali per creare un clima intenso fin dal principio, il tenore ha mostrato di essere totalmente a proprio agio, in buone condizioni vocali e in piena sintonia con l'orchestra: la sua voce, ancora oggi, riempie la sala e risuona in maniera sorprendente e spettacolare dalle prime file.
La giovane collega, Venera Gimadieva, si è alternata a lui per l'esecuzione di due brani, Je veux vivre da Roméo et Juliette e la verdiana Mercè, dilette amiche da I Vespri Siciliani, per poi congiungersi con Carreras in duetto nel brano Je te veux di Satie.
A quel punto, l'Orchestra ha eseguito Jazz Suite. Waltz No. 2 di Shostakovich, durante la quale si sono susseguite sullo schermo le immagini, alcune molto note, di momenti e personalità determinanti nella carriera del tenore.
A segnare il termine della prima parte, Carreras ha regalato un'interpretazione piena di carattere, come sempre, di The Impossible Dream.
La giovane collega, Venera Gimadieva, si è alternata a lui per l'esecuzione di due brani, Je veux vivre da Roméo et Juliette e la verdiana Mercè, dilette amiche da I Vespri Siciliani, per poi congiungersi con Carreras in duetto nel brano Je te veux di Satie.
A quel punto, l'Orchestra ha eseguito Jazz Suite. Waltz No. 2 di Shostakovich, durante la quale si sono susseguite sullo schermo le immagini, alcune molto note, di momenti e personalità determinanti nella carriera del tenore.
A segnare il termine della prima parte, Carreras ha regalato un'interpretazione piena di carattere, come sempre, di The Impossible Dream.
Come previsto appositamente per questo tour, la seconda parte del concerto ha presentato una struttura non simmetrica rispetto alla precedente: la ripresa è avvenuta con Carreras che ha proposto una sempre gradita Lejana tierra mía, seguita poi da Passione; prima di quest'ultima però, il soprano ha interpretato un'accattivante versione di Les Filles de Cadix.
Dopo La Boda de Luis Alonso, terzo intermezzo orchestrale e occasione per rivivere i grandi momenti del passato attraverso le immagini sullo schermo, Josep Carreras e Venera Gimadieva si sono trattenuti sul palco fino al termine del programma ufficiale offrendo un medley molto assortito: da L'Ultima Canzone a Rosó, da Ya mis horas felices ai duetti di Tonight e Lippen Schweigen.
A scatenare ovazioni impetuose è stata però la triade operistica finale: Habanera da Carmen per Gimadieva, elogiata anche da Carreras per l'impegno soprattutto interpretativo (benché ovviamente non avesse la vocalità ideale per questo brano), il quale ha poi raggiunto l'eccellenza espressiva con un frammento di Vesti la Giubba. Infine, una entusiasmante versione del Brindisi da La Traviata, con il quale i cantanti hanno ulteriormente consolidato la piacevole intesa precedentemente riscontrata. Da quel momento la sala della Philarmonie, costretta al silenzio per tutta la durata del medley, ha iniziato a scalpitare premiando gli artisti con ripetute, instancabili ovazioni in piedi e bravo, creando un'atmosfera in crescendo che ha abbracciato l'intera sequenza degli encores.
Per corrispondere alla calorosità con cui il pubblico di Monaco acclamava soprattutto Carreras, logicamente, sono stati indispensabili addirittura sei bis: con Chitarra Romana, Core 'ngrato e Vierno Carreras ha messo il suo pubblico emotivamente in ginocchio, magistrale e travolgente soprattutto a livello espressivo grazie alla sua sincerità e a scelte esecutive di pregevole finezza.
Venera Gimadieva ha optato invece per O mio babbino caro e Mein Herr Marquis, confermando la magnifica impressione delle esecuzioni precedenti di ottima vocalità e grande carisma. Infine, l'immancabile duetto con Non ti scordar di me, che acquisisce una luce diversa nella prospettiva di un ultimo, lungo tour finale che gonfia il cuore di nostalgia e gratitudine per tutto quello che è stato e che sempre sarà.
ENGLISH (coming soon)
Munich was the city which hosted the fifth date of the German tour. As in the previous stages of Berlin, Leipzig, Stuttgart and Hamburg, as well as Mannheim scheduled for tomorrow, Josep Carreras was accompanied by the young Russian soprano Venera Gimadieva, Maestro David Giménez and the Prague Symphony Orchestra in the Bavarian capital.
The majestic and prestigious of the Philharmonie am Gasteig hall was sold-out, completely full, and the stage, surmounted by the screen that would project some of the most emblematic images of his glorious career, was decorated with a refined flower arrangement of white roses and hydrangeas.
The audience proved its warmth from the very beginning wth the arrival of the orchestra (in which some very young members stood out) and the conductor, David Giménez, who opened the concert with Bizet's Arlesienne Suite Bizet. However, the enthusiasm was unstoppable as Josep Carreras joined the stage: after showing gratitude for such heartfelt welcome he delighted with Era de Maggio and later with Canción Húngara (from zarzuela Alma de Dios) and T'Estimo: with such songs, which proved ideal in order to create an intense atmosphere from the very beginning, he showed to be at ease, in good shape: in facts, his voice sounded extremely powerful from the first rows and perfectly reached every points of the hall.
His young collegue, Venera Gimadieva, performed two songs, Je veux vivre from Roméo et Juliette and Mercè, beloved friends from Verdi's I Vespri Siciliani, before joining Carreras in duet in Satie's Je te veux. At that point, the Orchestra played Shostakovich's Jazz Suite. Waltz No. 2, during which you could watch more pictures on the screen (some of which very popular) of remarkable moments and personalities in the legendary tenor's career.
To mark the end of the first part, Carreras offered a charismatic rendition of The Impossible Dream.
As specially planned for this tour, the second half of the concert provided a non-symmetrical structure with respect to the previous one: the show resumed with Carreras who proposed his lovely Lejana tierra mía and Passione; before the latter, however, the soprano interpreted a seductive version of Délibes' Les Filles de Cadix.
After La Boda de Luis Alonso, third orchestral interlude and opportunity to relive the great moments of the past through the screen, both Josep Carreras and Venera Gimadieva stayed on stage until the end of the official program offering a very assorted and well-arranged medley: from L'Ultima Canzone to Rosó, from Ya mis horas felices to duets Tonight and Lippen Schweigen.
Actually, it was the final opera triad which definitely excited the audience: Habanera from Carmen for Gimadieva, whose interpretation was praised by Carreras himself (though obviously her voice is not the most adequate to sing that), who then reached the expressive excellence in a fragment of the aria Vesti la giubba. I cannot really describe you the way he said 'Ridi del duol che t'avvelena il cor': it was devastating.
Finally, a really enjoyable version of Brindisi duet from La Traviata, in which the singers have further consolidated their mutual understanding. From that moment, the Philharmonie audience, forced into silence throughout the medley, started shuddering and rewarded the artists with repeated, tireless standing ovations and bravos, creating a crescendo atmosphere which involved the encores part too.
In order to match the warmth with which the audience cheered particularly Carreras, of course, a six-encore answer was necessary: with Chitarra Romana, Core 'ngrato and Vierno the tenor put us emotionally down on our knees, masterful and passionate thanks to his sincerity and his exquisite finesse.
Venera Gimadieva sang O mio babbino caro and Mein Herr Marquis, confirming the magnificent impression of her previous executions: excellent voice and great charisma.
Finally, an unavoidable duet with Non ti scordar di me, which acquires a new, particular light from the point of view of a long, final world tour that swells our hearts with nostalgia and gratitude for all all what this meant always will to us.
Dopo La Boda de Luis Alonso, terzo intermezzo orchestrale e occasione per rivivere i grandi momenti del passato attraverso le immagini sullo schermo, Josep Carreras e Venera Gimadieva si sono trattenuti sul palco fino al termine del programma ufficiale offrendo un medley molto assortito: da L'Ultima Canzone a Rosó, da Ya mis horas felices ai duetti di Tonight e Lippen Schweigen.
A scatenare ovazioni impetuose è stata però la triade operistica finale: Habanera da Carmen per Gimadieva, elogiata anche da Carreras per l'impegno soprattutto interpretativo (benché ovviamente non avesse la vocalità ideale per questo brano), il quale ha poi raggiunto l'eccellenza espressiva con un frammento di Vesti la Giubba. Infine, una entusiasmante versione del Brindisi da La Traviata, con il quale i cantanti hanno ulteriormente consolidato la piacevole intesa precedentemente riscontrata. Da quel momento la sala della Philarmonie, costretta al silenzio per tutta la durata del medley, ha iniziato a scalpitare premiando gli artisti con ripetute, instancabili ovazioni in piedi e bravo, creando un'atmosfera in crescendo che ha abbracciato l'intera sequenza degli encores.
Photo: Blog Josep Carreras |
Per corrispondere alla calorosità con cui il pubblico di Monaco acclamava soprattutto Carreras, logicamente, sono stati indispensabili addirittura sei bis: con Chitarra Romana, Core 'ngrato e Vierno Carreras ha messo il suo pubblico emotivamente in ginocchio, magistrale e travolgente soprattutto a livello espressivo grazie alla sua sincerità e a scelte esecutive di pregevole finezza.
Photo: Blog Josep Carreras |
ENGLISH (coming soon)
Munich was the city which hosted the fifth date of the German tour. As in the previous stages of Berlin, Leipzig, Stuttgart and Hamburg, as well as Mannheim scheduled for tomorrow, Josep Carreras was accompanied by the young Russian soprano Venera Gimadieva, Maestro David Giménez and the Prague Symphony Orchestra in the Bavarian capital.
The majestic and prestigious of the Philharmonie am Gasteig hall was sold-out, completely full, and the stage, surmounted by the screen that would project some of the most emblematic images of his glorious career, was decorated with a refined flower arrangement of white roses and hydrangeas.
The audience proved its warmth from the very beginning wth the arrival of the orchestra (in which some very young members stood out) and the conductor, David Giménez, who opened the concert with Bizet's Arlesienne Suite Bizet. However, the enthusiasm was unstoppable as Josep Carreras joined the stage: after showing gratitude for such heartfelt welcome he delighted with Era de Maggio and later with Canción Húngara (from zarzuela Alma de Dios) and T'Estimo: with such songs, which proved ideal in order to create an intense atmosphere from the very beginning, he showed to be at ease, in good shape: in facts, his voice sounded extremely powerful from the first rows and perfectly reached every points of the hall.
His young collegue, Venera Gimadieva, performed two songs, Je veux vivre from Roméo et Juliette and Mercè, beloved friends from Verdi's I Vespri Siciliani, before joining Carreras in duet in Satie's Je te veux. At that point, the Orchestra played Shostakovich's Jazz Suite. Waltz No. 2, during which you could watch more pictures on the screen (some of which very popular) of remarkable moments and personalities in the legendary tenor's career.
To mark the end of the first part, Carreras offered a charismatic rendition of The Impossible Dream.
As specially planned for this tour, the second half of the concert provided a non-symmetrical structure with respect to the previous one: the show resumed with Carreras who proposed his lovely Lejana tierra mía and Passione; before the latter, however, the soprano interpreted a seductive version of Délibes' Les Filles de Cadix.
After La Boda de Luis Alonso, third orchestral interlude and opportunity to relive the great moments of the past through the screen, both Josep Carreras and Venera Gimadieva stayed on stage until the end of the official program offering a very assorted and well-arranged medley: from L'Ultima Canzone to Rosó, from Ya mis horas felices to duets Tonight and Lippen Schweigen.
Actually, it was the final opera triad which definitely excited the audience: Habanera from Carmen for Gimadieva, whose interpretation was praised by Carreras himself (though obviously her voice is not the most adequate to sing that), who then reached the expressive excellence in a fragment of the aria Vesti la giubba. I cannot really describe you the way he said 'Ridi del duol che t'avvelena il cor': it was devastating.
Finally, a really enjoyable version of Brindisi duet from La Traviata, in which the singers have further consolidated their mutual understanding. From that moment, the Philharmonie audience, forced into silence throughout the medley, started shuddering and rewarded the artists with repeated, tireless standing ovations and bravos, creating a crescendo atmosphere which involved the encores part too.
In order to match the warmth with which the audience cheered particularly Carreras, of course, a six-encore answer was necessary: with Chitarra Romana, Core 'ngrato and Vierno the tenor put us emotionally down on our knees, masterful and passionate thanks to his sincerity and his exquisite finesse.
Venera Gimadieva sang O mio babbino caro and Mein Herr Marquis, confirming the magnificent impression of her previous executions: excellent voice and great charisma.
Finally, an unavoidable duet with Non ti scordar di me, which acquires a new, particular light from the point of view of a long, final world tour that swells our hearts with nostalgia and gratitude for all all what this meant always will to us.
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