Josep Carreras back to the Salzburg Festival: another glorious recital to remember

Alle ore 19:00 dello scorso giovedì 30 Agosto, Josep Carreras ha offerto un glorioso recital insieme al suo pianista Lorenzo Bavaj presso la sala della Haus für Mozart in occasione del celeberrimo Festival di Salisburgo
La meravigliosa notizia di questa data era già pubblica da un anno, e perdersi questa grande occasione di vedere Josep Carreras esibirsi ancora una volta nel cuore di Salisburgo, città natale di Mozart e soprattutto di Herbert von Karajan, sarebbe stato un vero peccato. Per questo motivo, posso orgogliosamente dire di aver avuto la fortuna ed il privilegio di poter assistere in prima persona a questo evento straordinario, che mi accingerò a raccontarvi nel dettaglio nelle righe che seguiranno.
L'atmosfera nella città era incantevole nel pomeriggio di giovedì quando, prima Lorenzo Bavaj e in seguito Josep Carreras, sono giunti davanti alla Haus für Mozart, dove ad attenderli vi erano giornalisti e fotografi, oltre a un buon numero di fans devoti. Una giusta dose di tensione si percepiva sul volto del grande tenore che nel giro di pochi secondi aveva già varcato l'entrata.
Già un'ora prima dell'inizio del concerto in moltissimi avevano raggiunto la Haus für Mozart il cui ingresso riluceva dello splendore dei preziosi abiti, a compensare il grigiore della sfortunatamente attesa pioggia. Tra i volti noti anche Karin e Karl Scheufele di Chopard, e il compositore austriaco Christian Kolonovits


A sala riempita, il recital ha preso avvio con l'acclamatissimo ingresso del tenore, accompagnato da Lorenzo Bavaj, e la tensione sul volto di Carreras era ancora visibile, e penso che il fatto stesso di provarla ancora a quest'altezza della sua carriera sia positivo ed indicativo di quanto l'amore e la devozione per la sua professione sia ancora viva dentro di lui. Senza pronunciare parole, con un cenno del capo ha invitato il Maestro Bavaj ad eseguire l'introduzione del primo brano, quel Pietà Signore che bramavo di poter riascoltare dal vivo: un modo sublime per rompere il ghiaccio, per poi continuare con altri brani estremamente rappresentativi del formato di recital, pezzi di un certo spessore che Carreras era solito proporre fin dai primissimi anni della sua carriera dorata: Lu Cardillo, due perle firmate Vincenzo Bellini come Dolente Immagine e Malinconia, ninfa gentile. In questi frangenti eravamo già nel vivo del recital e si era potuto notare come ogni respiro e ogni frase costituissero raffinatissimi dettagli che l'elegante esperienza in campo musicale del pubblico del Festival di Salisburgo non poteva fare a meno di riconoscere e apprezzare di tutto cuore.
Gli applausi e i Bravo erano già generosi, e non si sono risparmiati nemmeno quando il tenore ha ceduto la scena a Lorenzo Bavaj per la prima delle tre esibizioni da solo che gli spettavano: la sua prima scelta è stato il rossiniano Valse Lugubre che ha messo perfettamente in luce le grandi abilità del pianista italiano. Con il suo ritorno sul palco, Josep Carreras ha proposto una squisita triade di brani di Francesco Paolo Tosti: Malia, Segreto e L'Ultima Canzone, nell'ordine, per un susseguirsi di interpretazioni straordinarie arricchite dall'autenticità del sentimento e da quei deliziosi passaggi a mezza voce che Josep ha sempre cantato come nessun'altro, senza risparmiare potenza nelle note più alte; anche L'Ultima Canzone,  il primo dei brani eseguiti a ricorrere con grande frequenza nei suoi concerti, sembrava avere una luce nuova, senza nulla togliere alle versioni precedenti.
A concludere la prima parte, due brani in lingua francese di Ruggero Leoncavallo: Chanson des Yeux e Sérénade Napolitaine, resa con grande brio e agilità ideali per chiudere a dovere una prima parte sensazionale.

Cambio di idioma con l'avvio della seconda parte con le celebri Canción al árbol del olvido e La Rosa y el sauce, rispettivamente di Ginastera e Gustavino, delle quali Carreras ha sapientemente espresso le vene malinconiche e sofferenti. Nuovo momento tutto per Lorenzo Bavaj per il primo dei due brani scelti di Astor Piazzolla, la splendida Milonga del Ángel che, a giudicare dagli applausi si è rivelata estremamente gradita al pubblico in sala.
Il rientro di Carreras ha portato una nuova sequenza di tre brani cui il suo pubblico è molto affezionato, nei quali l'amore viene espresso in forme d'altri tempi. La tenerezza de Del cabello más sutil è sfociata nell'amara malinconia che caratterizza L'oreneta: "in catalano", come lo stesso Carreras aveva specificato a Bavaj prima che partisse con l'introduzione, accertandosi ironicamente che comprendesse la lingua, questo brano di Enric Morera aveva risvegliato les senyeres, bandiere catalane, di qualche signora giapponese tra il pubblico. Il momento del brano, o dei brani in lingua catalana è da me sempre molto atteso, perché ogni sfumatura sentimentale ivi racchiusa, e che lui sa rendere squisitamente, si intreccia con il suo amor di patria che ne arricchisce l'interpretazione. La triade è culminata con la sconfinata dolcezza di Íntima di Tata Nacho cui, dinnanzi a quel conclusivo "de nadie más" in tutta potenza, il pubblico ha risposto con un fragorosissimo applauso. Terzo momento di gloria per Lorenzo Bavaj per il suo ultimo assolo con la Muerte del Ángel sempre di Astor Piazzolla, meritatamente applaudito, e per porre fine al programma ufficiale tre canzoni napoletane: nell'ordine 'E Rrose 'e tu, che ho ascoltato per la prima volta con grande piacere, Passione e Vurria, una sequenza conclusiva che ha reso giustizia ad un programma tanto speciale e di grande pregio.

Forse nemmeno i cinque encores che Carreras ha generosamente offerto sono riusciti a placare l'entusiasmo che aveva suscitato nel pubblico di Salisburgo: a fare da filo conduttore di nuovo la tradizione partenopea con Me so 'mbriacato 'e sole, Core 'ngrato e Vierno; in particolare, Core 'ngrato è stata interrotta da applausi di gradimento non appena è stata riconosciuta: un classico, un MUST se chi canta è Josep Carreras, che è riuscito ad esprimerla con passione forse ancor più evidente del solito tra  espressive movenze e finezze come quel primo "Core, core 'ngrato" in pianissimo, e quell'esplosione incredibile nel finale. Era Carreras, ed era a Salisburgo: non servono altre spiegazioni. Omaggiato da moltissimi fiori, è stato trattenuto sul palco da standingovations intrise di commozione, profonda ammirazione e gratitudine per un artista che a Salisburgo aveva dato tanto e da cui altrettanto aveva ricevuto. Con Vierno, dopo che il Maestro Bavaj ne aveva iniziata l'esecuzione tanto improvvisamente da lasciare il tenore disorientato sul momento, stessa identica atmosfera: un Carreras totalmente rapito da un clima tanto emotivo e che ricambiava con una passione travolgente. Il suo Vierno (inverno) riscaldava i cuori, ero commossa. Il pubblico si placava solo quando Carreras dava cenno di voler cantare di nuovo, e lo ha fatto per due volte ancora: Un'Ombra (Warsaw Concerto), scelta sempre azzeccata in quanto brano magnifico, e un finale di fuoco con Dicitencello Vuje, scelta sempre azzeccata... ma stavolta dalla sottoscritta che l'aveva proposta nello scorso Video della Settimana

È stato un recital meraviglioso, apoteosico nel quale Josep Carreras ha progressivamente abbandonato la più che comprensibile tensione per ad abbandonarsi alla passione curando finemente ogni passaggio, emozionandoci tutti nel profondo con quel suo dire unico ed inimitabile. Visibilmente emozionato anche lui, non ha comunque abbandonato mai l'elegante compostezza che lo caratterizza da sempre: con sorrisi e le braccia rivolte al pubblico Carreras rendeva grazie Salisburgo ed al suo pregiatissimo festival ricco di tradizione, nel quale era stato ancora una volta un grandissimo protagonista.

Come mi era stato chiesto di annunciarvi, a recital terminato Josep Carreras era a disposizione nel foyer per firmare autografi. Si era formata una lunghissima fila di persone che chiedevano foto e autografi o semplicemente volevano salutarlo. Armatosi di grande pazienza, il tenore, il cui viso era provato dalla stanchezza ma ormai disteso, ha accontentato tutti dal primo all'ultimo. 

Non riesco ancora a credere di aver vissuto un evento tanto speciale, di aver potuto ascoltare la voce del meu tenor in un contesto di cotanto prestigio. La felicità è immensa, e l'emozione è ancora lì.



At 7pm of last Thursday, August 30, Josep Carreras offered a glorious recital together with his pianist Lorenzo Bavaj at the Haus für Mozart on occasion of the traditional Salzburg Festival. The great news had been made public last year, and to miss such wonderful occasion to see him performing once again in Salzburg, town where both Mozart and Herbert von Karajan were born, would have been a real pity. For this reason, I can proudly say to have had the opportunity and the privilege to attend this extraordinary event that I'm going to tell you in detail in the following lines.  
The atmosphere was charming already in the afternoon when firstly Lorenzo Bavaj and later Josep Carreras arrived at the Haus für Mozart: journalists, photographers, and a group of devoted fans were waiting for the catalan tenor. A bit of tension, as normal, could be noticed on his face, and after a while he went in. On hour before the beginning of the recital, most of people was already there, and the entrance was shining due to the elegance of the long dresses, so to compensate unfortunately expected bad weather outside. Among the celebrities, Karin and Karl Scheufele of Chopard, and the austrian composer Christian Kolonovits. 
As the hall was filled up, the recital began with the acclaimed arrival of the tenor on stage, together with Lorenzo Bavaj: the tension on his face was still there, but the fact of being still able to feel it at this point of his career is positive and points out his love and devotion for his profession. Without saying a word, he nodded to Lorenzo Bavaj to make him start playing the intro of Pietà Signore, this very first song I was longing for: a wonderful choice to break the ice, and then continue with some representative songs of the recital format he used to sing also at the evry beginning of his golden career: Lu Cardillo, and two gems by Vincenzo Bellini such as Dolente Immagine and Malinconia, Ninfa gentile. The atmosphere was already warm, and we could notice that every breath, every phrasing were refined details that the audience of the Salzburg with such musical experience could not but recognise and appreciate completely. Ovations and bravos were already there, so generous, even when he left Lorenzo Bavaj alone on stage for the first one of his solos, Valse Lugubre by Rossini, that highlighted his great talent. When Josep Carreras came back on stage offered a three song - wonderful sequence by Francesco Paolo Tosti: Malia, Segreto and L'Ultima Canzone, following the order, wonderfully interpreted, made even richer by the authenticity of feelings and by such mezzavoce lovely passages Carreras has always sung like nobody else, but being powerful when required as well; L'Ultima Canzone, one of the most frequent song in his latest performances, seemed to have a new light, with all due respect to the previous versions. Two songs in french by Ruggero Leoncavallo, Chanson des yeus and Sérenade Napolitaine were to close a sensational first part. 
The language changed again to introduced the second part with the well-known Canción al árbol del olvido and La Rosa y el Sauce, respectively by Ginastera and Gustavino, characterised by sufference and melancholy Carreras has wonderfully expressed through his singing. Then came the second solo-moment for Lorenzo Bavaj who choose to play Milonga del Ángel by Astor Piazzolla, extremely appreciated by the audience. After that, Carreras joined the stage again with a new sequence of three songs his followers love particularly, expressing love as it was usual at the beginning of the 20th century. The tenderness of Del cabello más sutil turned then in bitter melancholy of L'Oreneta: "in catalan" as Carreras firstly announced to Maestro Bavaj before he started playing the intro, this song made the catalan flags of some japanese ladies wave. The moment of the catalan song is always very interesting to me, because every nuance, every feeling he can express so sincerely mix with the love for Catalonia enriching the emotive value of the song. The last one of the three songs was íntima by Tata Nacho which, after such powerful closing "de nadie más", seduced the audience who answered with a thunderous ovation. Third and last song for the only pianist who performed a second song by Astor Piazzolla, La Muerte del Ángel, receiving a well deserved celebration. The official program proposed three neapolitan songs at the end: 'E Rrose 'e tu I have listened for the first time with so much pleasure, Passione and Vurria, a sequence on the same high level of such special and prestigious recital. 
Perhaps nor five encores Carreras generously offered could contain such enthusiasm he had evoked in the Salzburg audience: the neapolitan tradition was still the leitmotiv with Me so 'mbriacato 'e sole, Core 'ngrato and Vierno: in particular, Core 'ngrato has been interrupted by applauses at the very beginning as the audience recognised it: this song is a must if sung by Josep who interpreted it with an even more passion than usual, with gestures and refined passages such as the very first "Core, core 'ngrato" in pianissimo, and such powerful explosion at the end of the song. It's carreras, it's Carreras in Salzburg: further explainations are not necessary. He received lots of flowers and has been hold up the stage for long time by never ending standing ovations full of commotion, deep admiration and gratitude towards an artist who gave a lot to Salzburg and receive a lot as well. With Vierno, after Lorenzo Bavaj played the intro so suddenly to take the tenor by surprise (he joked going to check the title of the song on the sheet music), there was the same moving atmosphere Carreras was captivated by: he was singing with so much passion, so overwhelming that his vierno (winter) could wam our hearts. The ovations stopped only when he showed his intention to sing more, and he did it twice more: Un'Ombra (Warsaw Concerto), great choice as it is a wonderful piece, and then he put the house on fire with Dicitencello Vuje, another right choice that appeared in the last edition of the Video of the Week, and the house was on fire!! 
It's been a marvellous recital, during which Josep abandoned progressively his tension towards passion more and more, taking special care of every single passage, moving all of us so deeply. He was thrilled too, but he never abandoned his elegant composure: with smiles and opened arms addressed to the audience Carreras was thanking Salzburg and his prestigious festival rich of tradition, of which he has been once again a real protagonist. As I was asked to announce you, after the recital Josep was in the foyer for signing. A very long queue was waiting for him: signing, photos, meet & greet... Josep, very tired after such a demanding evening but already relieved, made everybody happy.  
Still I can't believe to have experienced such special event, to have had the possibility to listen to "el meu tenor"'s voice in such prestigious context. My happiness is immense, my emotion is still there.

Comments