Josep Carreras onora la memoria di Giacomo Puccini con un enorme successo a 42 anni dalla sua Bohème a Lucca

Un inizio del 2016 a dir poco glorioso per la città natale di Giacomo Puccini, che ha puntato su Josep Carreras per il gran finale del festival con cui la città rende omaggio al suo figlio più prodigioso. 
A distanza di 42 anni da una memorabile produzione de La Bohème insieme a Katia Ricciarelli, il tenore catalano è stato invitato al Teatro del Giglio per offrire un recital come Gala di chiusura del Lucca Puccini Days, svoltosi nel pomeriggio di domenica 10 gennaio alle ore 17. 

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Sold out da settimane, l'evento ha registrato il tutto esaurito anche presso la Chiesa di San Francesco, nella quale il recital è stato trasmesso in diretta su un maxischermo per oltre seicento persone che non sono riuscite ad assistervi a teatro: lo stesso Carreras ha dato il proprio benestare a questa iniziativa, onoratissimo dell'opportunità di potersi esibire ancora per la città di Lucca dopo l'esperienza del 1974 che sia i lucchesi sia lui stesso portano ancora nel cuore.

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Il giorno prima del recital è stato accolto dal sindaco e ha fatto visita al Museo Casa Puccini dove, emozionatissimo, ha potuto raccogliersi davanti alle partiture del grande Maestro, oltre ad essere invitato a sedersi al pianoforte su cui ha composto Turandot, per suonare qualcosa. "Non sono all'altezza" ha detto esitando inizialmente, ma poi ha accontentato i presenti accennando brevemente e con estrema umiltà il motivo introduttivo de La Rondine.



Mezz'ora prima dell'inizio del recital, la folla gremiva l'intera sala del Giglio e, di fianco al palco reale era riconoscibile la figura di Andrea Bocelli che, insieme alla famiglia, non ha voluto perdersi l'esibizione di colui che sicuramente rientra tra i suoi idoli di sempre. 
Prima dell'ingresso del tenore sul palco è intervenuto il sindaco Alessandro Tambellini, il quale ha rimarcato quale grande onore fosse per la città di Lucca poter ospitare il grande Maestro, accolto poi con fervente calore dal pubblico in sala, impaziente di poterlo ascoltare insieme al suo pianista Lorenzo Bavaj.

Il programma è stato fedele a quanto annunciato: un repertorio vario comprendente Puccini, che non poteva proprio mancare, ma anche Tosti, Scarlatti, Gardel e i grandi nomi della tradizione popolare napoletana.
Dall'alto di una carriera che vanta oltre quarantacinque anni di attività, Carreras non ha occultato l'emozione di potersi esibire ancora nello stesso teatro dopo quarantadue anni, visibile soprattutto nella prima parte del recital, la quale ha visto in successione i brani O cessate di piagarmi, Lu Cardillo, Era de Maggio, per poi passare a Tosti con la meravigliosa triade Segreto, Sogno e Ideale, e chiudere con le pucciniane Terra e Mare e Sole e Amore
Dominata l'emozione iniziale, nella seconda parte ha eseguito Lejana tierra mía, La rosa y el sauce e T'estimo, poi ancora Serenata Sincera di Derevitsky, Me so 'mbriacato 'e sole e 'Na sera 'e maggio e in chiusura Passione e Vurria.

Emotivo ed impeccabile allo stesso tempo, il tenore ha ampiamente dimostrato che anche alla soglia dei settant'anni di età dà ancora lezione, se mi è concesso impiegare questa espressione, ispirata dalla coincidenza con la sua prima Masterclass di canto lirico che si svolge questa settimana a Pesaro. Ho potuto ascoltare anche i commenti del personale tecnico del Teatro del Giglio, meravigliati del volume, di come ancora la voce potesse riempire completamente il teatro, cosa che evidentemente non è o non è stata alla portata di tutti, nonostante le dimensioni non eccessive della sala. 
Ma al di là del volume, io mi riferisco in particolare al fraseggio magistrale e appassionato, alla bellezza impressionante di alcuni passaggi, alla sapienza del controllo nelle mezze voci e nei pianissimi, tutto questo insieme all'intenzione e al saper dire che fanno di lui un eccellente comunicatore, ormai unico depositario di uno stile che rimarrà nella storia sovrapponendosi al suo nome. Magari le generazioni successive potessero prendere spunto... o almeno maggiore spunto.

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Il pubblico del Giglio ha premiato il tenore con grandi applausi, interminabili sequenze di bravo ed implacabile entusiasmo ad ogni intervento di un programma che, seppur solo parzialmente pucciniano, avrebbe convinto e conquistato anche i più scettici. Infatti Carreras, che ha potuto provare sul palco in cui si sarebbe esibito appena due ore prima dell'evento a causa della coincidenza di altri spettacoli, si è mantenuto abbastanza in linea con l'usuale repertorio di recital degli ultimi tempi. Ad ogni modo, è stato delizioso riscontrare ancora una volta come anche "i brani di sempre" siano eseguiti con passione sempre identica e, al contempo, sempre diversa. Identica nella generosità e diversa nelle scelte di resa: saper sorprendere e deliziare anche con le stesse proposte, anche questa è un'arte. Ma insieme a quei brani ricorrenti c'è stata anche qualche sorpresa: per esempio, poter riascoltare una perla come Ideale dopo diverso tempo è stato senz'altro uno dei momenti più suggestivi, soprattutto riscontrando una maestria intatta nell'esecuzione. Scelte forse un po' meno usuali ma senz'altro interessantissime 'Na sera e maggio e, soprattutto la tenerissima Serenata sincera di Derevitsky. Sempre vincenti Tosti, Lejana tierra mía e T'estimo, che sottolineo sia cantata in catalano e non in spagnolo come ho sentito ipotizzare in platea, e tutta la sequenza partenopea, proseguita con ulteriore passione nei quattro bis.

Una menzione speciale e doverosa al Maestro Lorenzo Bavaj, magistrale accompagnatore e complice ideale di Carreras da oltre venticinque anni: al Giglio ha scelto di eseguire Milonga del ángel e Muerte del ángel di un compositore da lui prediletto quale Astor Piazzolla, argentino ma di origini lucchesi. Ogni volta si mostra uno straordinario interprete di Piazzolla, ma certamente non solo. Nella prima parte, invece, ha esordito con Valse Coquette di Leoncavallo cui ha affiancato Piccolo Valzer che, riprendendo motivi bohémiens come il valzer di Musetta, è stato parte integrante dell'atteso e dovuto richiamo a Giacomo Puccini, insieme a Terra e mare e, soprattutto, Sole e amore
Per il "germe primo di Bohème", come Puccini ha apostrofato questa romanza, ho un vero debole, e anche questa volta mi sono emozionata come al primo ascolto. Da brividi la tenerezza con cui ha reso la frase "e l'uno e l'altro chiama"in mezza voce , o in "dice l'amor: Sorella, col tuo primo pensier", languido su sorella, parola che ha enfatizzato facendola precedere da una pausa, per poi sfogare sul sol di pensier la massima potenza, con un controllo e un gusto squisito. Ancora tremo.

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Quattro i bis, resi indispensabili dall'ovazione sfrenata di un pubblico in estasi e dalle sue incessanti richieste. L'incipit con Vierno quasi non sembrava una casualità, vista la pioggia che aveva colpito Lucca fino a quella mattina ma che in vista del recital aveva lasciato spazio a un timido sole. Successivamente 'A Vucchella, dolcissima come sempre, un invito a nozze per chi da molti è considerato il re delle mezze voci. Scrosci di applausi hanno inavvertitamente ostacolato l'incipit di Core 'ngrato non appena è stata identificata dal pubblico in sala che non ha potuto trattenere l'emozione: l'esecuzione ha proseguito ed è stata travolgente, e lo stesso vale per Dicitencello vuje, che il tenore ha voluto dedicare ad Andrea Bocelli, "un buon amico e un grande artista", che ormai lo aveva raggiunto dietro le quinte.

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Dopo il concerto, una folla impaziente aveva occupato l'ingresso laterale del Teatro per salutare ancora una volta il grande Maestro. Nonostante la scarsa illuminazione e le folate di aria fredda, affiancato da due addetti che lo guidavano verso l'auto che l'avrebbe condotto direttamente a Pesaro, ha cercato di accontentare tutti quanti.

E così, sullo stesso palco che lo aveva visto l'ultima volta nei panni di un Rodolfo ventisettenne nel 1974, Carreras è tornato a trionfare dando tutto sé stesso e, in particolare, dando una prova concreta di tutto ciò che comporta la missione artistica di un cantante lirico.


BRAVISSIMO, JOSEP!!

ENGLISH

A glorious start of 2016 for Puccini's hometown, which bet on Josep Carreras for the grand finale of the festival with which it honors its most prodigious son.
42 years after a memorable production of La Bohème with Katia Ricciarelli, the Catalan tenor was invited at the Teatro del Giglio to offer a recital as Closing Gala of the Lucca Puccini Days, which was held last Sunday, January 10, 5pm.
Sold out for weeks, so it was at San Francesco's Church, where the recital was broadcast live on a widescreen for over six hundred people who had not been able to get a ticket and attend it at the theatre: Carreras himself gave his approval to this initiative, honored by the opportunity to perform again in and for Lucca after the experience of 1974 which both the citizens and himself still carry in their heart.
The day before the recital he was welcomed by the Mayor Alessandro Tambellini and visited the Museo Casa Puccini, where not only he could gather in front of the original scores of the great Maestro, but he was also invited to sit at the piano with which he composed Turandot, to play something. "I'm not worth doing it" he replied at first, but then, still hesitating, he pleased the people there by playing briefly and with great humility the opening notes of La Rondine.
Half an hour before the recital, the crowd filled the entire hall of the Teatro del Giglio and, next to the royal box we could recognize Andrea Bocelli who, together with his family, did not want to miss the performance of someone who is supposed to be one of his idols ever.
Before the tenor joined the stage, the Mayor made a quick speech, and remarked that it was great honor for Lucca to host him. After that, Carreras appeared and the audience welcomed him in a very fervent way, looking forward to listen to such legend together with his pianist Lorenzo Bavaj.
The program was the same as announced: a varied repertoire including Puccini, who just could not miss, but also Tosti, Scarlatti, Gardel and the biggest names of the Neapolitan tradition.
From the top of an over forty-year career, still Carreras could not hide his thrill for the chance to perform in the same venue 42 years later: it was evident especially in the first part of the recital, which provided O cessate di piagarmi, Lu Cardillo, Era de Maggio, then to move on with Tosti and his lovely triad made of Segreto, Sogno and Ideale, to close with Puccini's Terra e mare and Sole e amore.
Anyway, he could handle his excitement, and in the second part he performed Lejana tierra mía, La rosa y el sauce and T'estimo, then again Serenata Sincera by Derevitsky, Me so 'mbriacato 'e sole and 'Na sera 'e maggio,  and finally Passione and Vurria.
Emotional and impeccable at the same time, the tenor proved that, still aged 69, he keeps giving lesson, if I may use this expression, inspired by the coincidence with its first International Opera Singing Masterclass that takes place this week in Pesaro. I could listen to the comments of the technical staff of the Teatro del Giglio, impressed by his volume, how the voice could still fill the theater, meaning that not anybody could do it, despite the not excessive size of the hall.
But beyond the volume, I refer in particular to his masterful and passionate phrasing, the awesome beauty of some passages, his firm control in the mezza voce and pianissimo, all this together with his intention which makes him an excellent communicator, now sole repository of a style that should be named after him. Maybe later generations could draw inspiration... or greater inspiration.
The audience rewarded the tenor with great applause, endless sequences of bravos and relentless enthusiasm to every intervention of the program which, albeit only partially devoted to Puccini, would convince even the most skeptical. Indeed Carreras, who was able to rehearse on the very stage not earlier than two hours before, due to the coincidence of other shows, offered more or less his usual recital repertoire. However, once again it was delightful to realize that "songs of all time" are carried out with always identical and, at the same time, different passion. Identically generous, but differently rendered: actually, to be able to surprise and delight with the same pieces, well... this is an art as well. 
However, along with those quite recurring tunes there was some surprise too: for example, the chance to listen back to Ideale after a while was definitely one of the most remarkable moments, especially when you notice that such mastery execution is intact. More unusual but extremely interesting were 'Na sera 'e maggio and Serenata sincera by Derevitsky. In addition, the success is always guaranteed with Tosti, Lejana tierra mía, T'estimo which, let me stress this, is sung in Catalan and not Spanish as I heard in the stalls, and the whole sequence of Neapolitan songs, which continued during the encores.
A special and well deserved mention to Lorenzo Bavaj, masterful accompanist, very talented and who was highly appreciated in Lucca, to which he chose to play Milonga del Ángel and Muerte del Ángel a composer he seems to love particularly, Astor Piazzolla, Argentine but originally from a village near Lucca. Furthermore, in the first part he performed Leoncavallo's Valse Coquette and Piccolo Valzer, that echoed the Musetta' scene of the second act, and that was an integral part of the expected tribute to Giacomo Puccini, along with Terra e Mare and Sole e Amore.
As regards to the "first germ of Bohème" as Puccini once referred to this romanza, I have a weakness for it. Such tenderness with which he sang the phrase "e l'uno e l'altro chiama", or "dice l'amor: Sorella, col tuo primo pensier", languishing on the word sorella, emphasized by a preceeding pause, and then the powerful G on pensier, all with such a control and an exquisite taste. I still tremble.
Four encores, which became indispensable because of the unstoppable ovation from an audience in ecstasy and their incessant demands. The opening with Vierno seemed to be not by chance, because of the rain that hit Lucca until that very morning but that in view of the recital had given way to a timid sun. Then, 'A Vucchella, sweet as ever, a real revel for an artist which someone regards as the king of soft notes. Bursts of applause almost interrupted the opening of Core 'ngrato as soon as it was identified by the audience who could not hold back the emotion: anyway, the execution continued and proved to be overwhelming, and the same goes for Dicitencello vuje, which the tenor dedicated to Andrea Bocelli, "a good friend and a great artist", who had already joined him backstage.
After the concert, an eager crowd was waiting for him at the side doors of the theatre. Despite the low lighting and the gusts of cold wind, flanked by two operators who guided him toward the car that would lead him directly to Pesaro, he tried to please everyone there.
So, on the same stage that had hosted him aged 27 in the role of Rodolfo in 1974, Carreras triumphed again giving his very best and, in particular, giving concrete evidence of what the mission of an artist really is.

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