Soon back to Australia

Periodo in cui le notizie scarseggiano.
Ne approfitto per ringraziare il mio ragazzo, Daniele, per la realizzazione del nuovo banner. Se vi piace, sappiate che il merito è suo.
Spero che il nostro tenore si stia concedendo un pò di meritato riposo, prima di riprendere con la data di Barcellona, e poi dall'altra parte del mondo, in Australia e Nuova Zelanda.

Ringrazio Maria per aver segnalato quest'articolo australiano.
Si tratta di un'intervista che ha avuto luogo a Osaka lo scorso novembre, precisamente il 16, giorno del suo secondo "ventunesimo compleanno", ovvero 21 anni dopo il giorno del suo auto trapianto di midollo, una seconda rinascita dopo l'incubo della malattia. Il tenore stava celebrando questa grande ricorrenza in compagnia del nipote, David Giménez , del figlio Albert, del suo agente londinese Michael Storrs e dell'agente Desmond Chewyn.


Un'intervista che focalizza la sua attenzione sul desiderio di quest'uomo dai capelli ormai grigi, ma dagli occhi scuri che lasciano trasparire una gran voglia di vivere, di andare avanti ancora, di continuare a vivere la gioia del sogno che è la condivisione di emozioni su di un palcoscenico.

Riconoscerà da solo il momento del suo ritiro, non appena vedrà un calo di affetto e stima da parte del suo pubblico, considererà seriamente l'ipotesi di un ritiro immediato. (Sì ma se è così... canterà per sempre!)

Carreras offrirà due date al popolo australiano, a Adelaide e Brisbane, rispettivamente il 3 e il 6 di Febbraio, in sale da concerto, accompagnato da orchestre e inoltre canterà un recital privato per il centesimo compleanno di Dame Elisabeth Murdoch.

Grande devozione da parte degli australiani, ma anche dal pubblico giapponese: uno staff di cinque persone si occupa di un suo ufficio a Tokyo, e il suo fan club locale conta con un vasto gruppo femminile, dalle studentesse della scuola superiore alle signore di novant'anni.


Josep insiste sempre sull'importanza della disciplina che un cantante deve necessariamente avere: niente aria condizionata, cibo adeguato, cura della propria voce, anche nelle conversazioni. Il clima estivo del nuovo continente sembra tranquillizzarlo dall'evenienza di ogni rischio. Che lo si veda senza sciarpa per una volta? Che i lettori non me ne vogliano, lo dico con affetto e simpatia.

Un clima ideale e un paesaggio luminoso, che lo fa sentire come a casa. Un pubblico che anche lo scorso gennaio lo ha accolto con affetto e che ha gradito quanto è stato offerto, come testimonia la review del giornalista Mr. Grant su The Australian, parole che in ogni caso rivelano il rimpianto di un timbro dorato. Rimangono le rovine, come a Pompei. Ma non per questo Pompei ha perso il suo fascino, semplicemente ne ha acquistato uno nuovo.

Si definisce l'erede di una tradizione: i grandi del passato come Caruso e Di Stefano, come lui, si erano dedicati anche ad un repertorio più leggero.


Erano gli eroi della sua infanzia, un'infanzia che lo ha visto debuttare al Liceu, che lo ha portato a costruire una carriera a dir poco invidiabile, passando attraverso la sensazione di trovarsi faccia a faccia con la morte, un'esperienza che ha enfatizzato la componente saggia di un uomo, che nonostante tutto rimane un uomo, e come tale commette errori pur trovando nella prudenza una compagna inseparabile.

Un passato che lo ha visto collaborare con altre stelle come lui, che lo ha visto nel mezzo di uno schieramento a tre: Placido Domingo e Luciano Pavarotti lo hanno accompagnato per quattordici anni e ventinove concerti, ventinove occasioni per condividere quel mondo con un pubblico più ampio, ventinove occasioni per divertirsi condividendo ciò che più ama fare.

Come più volte ha affermato, "I Tre Tenori" non potranno più esistere, in quanto Luciano Pavarotti è senza dubbio una figura insostituibile. Un personaggio artistico e un grande amico, che spronava il suo "younger brother" a vincere la malattia, perchè senza competizione non c'era gusto, e che a sua volta è stato spronato da Carreras a fare lo stesso fino a qualche giorno prima della sua morte.

Ora il tipo di collaborazione che cerca Josep è con i giovani, perchè secondo lui è giusto che questi si sentano tenuti in grande considerazione dai veterani, in quanto futuri eredi di una aurea generazione di cantanti d'opera.

Ma quella che Josep sta ancora attendendo è la voce di un giovane tenore in cui credere.


"If there is a voice, a person, if there should be a tenor voice, that I believed in his talent, in his personality, maybe -- I don't know, but maybe -- then I would be happy to just give him advice, try to suggest a few things."


Questo è il video dell'intervista australiana del Gennaio 2008, molto gradevole e a tratti molto divertente.

Solo per voi, dal mio "archivio".


Comments

  1. Che bello! Non sapevo che si chiamava banner, ma mi piace molto. Ringrazio Daniele...e te per farlo! Ho visto che hai l'Andrea Chenier con Montserrat Caballé, GRAZIE!!! io c'è l'ho ma con Eva Marton.

    A presto!

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  2. Eh... questa terminologia tecnica! Sì in video ho entrambe le versioni di Chenier: quella alla Scala dell'85 con Eva Marton, da cui è tratta la fotografia, e una del Liceu del 1979 mi pare, con la Montserrat. Interamente ho visto solo la prima (la qualità è migliore).
    Ma devo confessare, senza nulla togliere a nessun soprano... che... "tengo una debilidad muy fuerte" per la Montserrat. Non ci sono parole per descrivere la sua unicità.

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  3. È veramente ammirabili il numero di giovani soprani con qui Josep Carreras ha cantato nei ultimi ani: Sabina Puertolas, Giorgia Fumanti, Angeles Blancas, Maria Luisia Borgi, Rebeca Olvera, Emma Matthewes, Anna Leese, Ofelia Sala, Alexandra Coman, Celine Byrne, Charlote Church, Rachelle Durkin, Hayley Westenra, Tina Gorina ... Un bel modo di aiutari i giovani cantanti.

    Celebrare 100 anni è già qualcosa meravigliosa ... Celebrare 100 anni con un concerto di Josep Carreras vuol dire che questa signora non solo ama la Musica ed il Canto, ma è una Maestra di Sageza!

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