Loggione: "Il Canto dell'Anima" (pt. 2) VIDEO
Il secondo Viaggio di Loggione all'interno della figura artistica e quella umana di Josep Carreras è stato trasmesso a due settimane di distanza dalla prima parte, sabato scorso. Mi scuso per il ritardo con cui mi accingo a commentare, ma purtroppo è iniziata l'università.
Per fortuna sono già disponibili su internet i due video che trovate qui:
La puntata inizia sulle note del Don Carlos di Salisburgo del 1986, diretto da Herbert von Karajan, un anno prima della malattia che lo ha colpito e di cui parlerà in seguito: si mette in luce la straordinaria capacità interpretativa che consente a un tenore lirico nato, di affrontare ruoli anche da tenore lirico spinto.
Parola a Carreras che ricorda la dimostrazione d'affetto della società quando gli fu diagnosticata la Leucemia, e il grande ruolo della musica, della musicoterapia, nonostante anche un grande tenore, in quelle condizioni tanto estreme, lotta per salvare la propria vita. La musica però, nel corso di 45 minuti di radioterapia, è utile per non vivere ogni secondo in modo tanto drammatico.
Altro spezzone del Don Carlos, nel duo tra Carreras e la Izzo D'Amico.
L'anima di un tenore... sincero, questo dovrebbe essere il sottotitolo di questo blog, dato che lo stesso Carreras afferma senza alcuna presunzione, che se esiste una parola che lo identifichi come cantante, è proprio l'aggettivo che ne individua la grande sincerità, quella di un uomo che si impegna ad esprimere le proprie emozioni, giuste o sbagliate che siano.
È il turno della leggendaria Forza del Destino del 1978 alla Scala di Milano, quella stessa versione in cui Don Álvaro era un bellissimo ragazzo di... aspettate... 31 anni almeno (ne dimostrava molti meno), di una bellezza tale che, chiedo scusa, ma non posso fare a meno di sottolineare, da donna... giovane donna.
Certo, indubbiamente una grande interpretazione di "La vita è inferno all'infelice - O tu che in seno agli angeli...", intrisa di irrimediabile disperazione. Il Teatro Alla Scala -dice Carreras- si identifica con l'Opera stessa, per la grandissima tradizione che detiene a livello non solo nazionale, bensì internazionale, scolpita in questo genere musicale: è il teatro per antonomasia, il punto d'arrivo per qualsiasi interprete.
E a questo punto, sabato mattina, ero rimasta incantata, con la biro in mano ad ascoltarlo spiegare cos'è il canto per lui: mi ero persa nelle sue parole come un'alunna che pende dalle labbra del suo professore: il canto, definitivamente il suo mezzo per comunicare con gli altri e per esprimere quello che ha dentro. Un secondo del concerto di Parma e in seguito un'altra "confessione".
Josep canta o fischietta spesso, e non necessariamente un brano operistico, in quanto al di là del genere, la musica deve avere qualità, questa è imprescindibile. Può cantare anche l'ultimo brano sentito per radio, o un brano del suo stimato Elton John.
Ancora alla Scala, "I Lombardi alla prima crociata" del 1984, "La mia letizia infondere", un obiettivo che, come sottolinea Vittorio Testa, è sempre raggiunto attraverso il canto di Carreras, che in questo frangente offrí uno splendido Oronte.
Il finale della Lucia di Lammermoor, "Tu che a Dio spiegasti l'ali", un Edgardo come insuperabilmente descrive Testa, un personaggio che Carreras è sempre riuscito a dipingere con una nettezza e un'intensità di quelle che a Teatro emozionano davvero.
Un uomo fortunato, come artista e como persona; un uomo che sa cos'è la gratitudine, rivolta alla famiglia, agli amici, a chi ha avuto fiducia in lui fin dall'inizio e ha scommesso sulla sua potenzialità, e questo proposito cita esplicitamente Montserrat Caballé e Herbert von Karajan, nonostante abbia sempre mostrato senza remore il suo debole per il grande Pippo Di Stefano, la sua fonte d'ispirazione, perchè Josep ha sempre dichiarato di tentare di esprimere cantando, di far provare al pubblico le stesse emozioni che sentiva lui con la voce di Di Stefano.
A me piaceva molto Di Stefano, davvero: lo considero tra le mie voci di tenore preferite! E se lui provava e prova quello che io... che NOI proviamo ascoltando lui, beh... non ci sono parole per esprimere la grandiosità, l'immensità di tale esperienza emozionale.
Un Edgardo che è turbine di romanticismo, che cede la mano a un altro esempio unico di romanticismo, quello di Alfredo della Traviata, nel suo "De' miei bollenti spiriti", attraversato dalla sensualità e dalla magnifica dolcezza del suo amore per Violetta.
Con il passare del tempo - si sofferma Carreras - ci si rende conto che si avvicina progressivamente la fine di quello che, dico io e non solo io, è stata una splendida carriera, e più si avvicina questo momento, più ci si rende conto di quanto sia importante: è per questo motivo, per tanto, che ogni volta che calca un palcoscenico, è consapevole di quanto sia fortunato a disporre ancora della possibilità di fare ció per cui è nato.
Ed è con queste parole che io, sempre con carta e penna, ho mandato un bacio verso lo schermo del televisore, con un sorriso orgoglioso scolpito in volto e nel cuore, mentre dal Gran Teatre del Liceu piovevano cartoncini colorati, per la celebrazione di un cinquantesimo, che in realtà è quasi un sessantatreesimo anniversario di un miracolo vivente, per la musica, e per le anime sensibili.
A TÍ, JOSEP!!!
PS: Sì, sì... nella realta non gli do del tu... no le tuteo!!
PPS: Avete notato che molte delle foto che compaiono nel video sono le stesse che compaiono nel blog?
Estaba muy bonito Josep, este 15 de Julio. Bueno, más verdadero decir que seguía muy bonito. Y es que hasta parece hacer parte del mismo Teatro Reggio di Parma, donde se registraron sus palabras!
ReplyDeleteSuele decirse que el papel de D. Carlos pide un tenor inteligente puesto que si exige la flexibilidad de un Nemorino, pide también la bravura de un D. Alvaro. Además, el fraseo, el ardor, la sensibilidad son características estrella del Arte de nuestro Tenor. Y, por si fuera poco, esa amplia gama de tonos que pide el papel los brinda Josep a su D. Carlo, como queda tan de manifiesto en esta versión del 86 que, felizmente, está disponible en el mercado. Su registro agudo suena brillante y poderoso así que es un personaje más que de la mano de Josep te cautiva y enamora.
He retenido las palabras de Josep Carreras sobre su fidellidad no solo a la música sino también al texto. Es que a su D. Alvaro yo lo encuentro tremendamente impactante. Creo que, efectivamente, las características del Arte de nuestro Tenor me llevan al éxtasis. Por eso que, encontrarlas en cada carácter que está interpretando - siempre con la ... quizás pueda decir la necesaria plasticidad como para adaptarlas a los requerimientos de cada compositor (y, a los requerimientos de cada compositor, en cada periodo concreto de su vida. Othello y Oronte son dos tenores muy distintos y D. Álvaro está ya camino de Othello) y del personaje concreto que el mismo compositor creó - siempre me lleva al éxtasis. Josep Carreras es un Tenor muy inteligente, ya lo dije. Y, decía Verdi que para cantar D. Alvaro lo más importante era comprender el significado de las palabras. Pues, quizás sea precisamente aquí donde empieza para mí el fascinio del canto de este D. Álvaro.
Oronte es un completo embrujo. Algún hombre apasionado fue más entregado que este Oronte? Es o no es verdad que en tantos momentos te invade una enorme ternura, un inmenso cariño, mientras este "Romeo" desarrolla su carácter? Y, no te entra en el corazón el arrojo heroico de este personaje? Y, no te impacta el aura de espiritualidad que desprende esta interpretación, porque así lo pide el mismo Oronte creado por Verdi? Desde todo cuanto nos transmite el Arte de Josep, hubo amante más fogoso que este Oronte? Y, este mismo lado fogoso, esta misma pasión entregada, este mismo arrojo, no te lo transmite Josep Carreras en este siglo XXI, con cada pieza que incluye en sus programas y que así lo requieren? No quedó eso tan de manifiesto en el programa que había interpretado el día anterior, en Parma? (Doy aqui por reproducido lo que arriba quedó sobre la plasticidad, claro!)
Edgardo! Sí, Edgardo, este Edgardo, te quita la respiración! Sientes que una parte de tí muere con él! Qué diria Donizetti de este Edgardo? Algún otro fue más hondo en este profundizar en la música y en el texto, entregando a este trabajo las características de su Arte? Digo lo que siento: tantas veces escucho otras voces magníficas pero que me dejan una triste sensación de superficialidad ... En este caso, que chorro de sentimiento y dramaticidad!
El calor de este Alfredo me invade. Este lagarto tan bien logrado es de arrebato. Y, el "tenor lírico" que aún representa Alfredo en este momento de la ópera, parece hecho para Josep! Qué más puedo decir?
Queda mucho por decir! Pero hay algo con que me sale del corazón terminar. Este Loggione de los días 19 de Septiembre y 3 de Octubre, hasta el último segundo me merece un comentario: Josep Carreras Siempre! Como Tenor! Pero, más Importante que ello, lo verdaderamente Fundamental, lo Estructurante de todo, tenor incluído: Josep Carreras Siempre! Como Persona!
P.S. Hice este comentario cuando pasan 50 anos sobre el fallecimiento de Mario Lanza! Entre su legado está el despertar de la vocación del nino Josep! Por todo, y muy particularmente, por este hecho, gracias Mario Lanza!
ReplyDeleteper me, grosso difetto di questo programma, che e' stato troppo breve tenendo conto di chi si parlava...e' un pò pochino.
ReplyDeleteA me non interessava molto sentire parlare del luogo in cui lui era...mi pareva che rubasse 'tempo' già poco da dedicare alla carriera lunghissima di Josep.Ci voleva almeno un'ora di programma. E' sempre troppo poco per lui...perchè quando si parla di lui mi sembra che il tempo voli! Pero' davvero condensare 50 anni di carriera in così poco tempo, mi e' parso davvero...limitato.
Magnifico port, Luvi!! Come al solito!!
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