Josep's fight against leukemia and the creation of his Foundation

Un periodo un po' di magra per il blog, per diversi motivi: un po' per l'assenza di concerti previsti per questo mese, dovuta a una impostazione particolare che Josep Carreras ha assegnato a questo 2011, e anche alla mia solita sessione di esami e alle fasi di studio matto e disperatissimo. Questo, come ovvio, riduce il tempo che normalmente dedico al blog. Ma il destino ha voluto che, proprio oggi, dovessi scrivere un saggio in un esame, per l'esattezza essay for the writing assessment of English III. L'argomento, il meno assurdo tra quelli proposti, era la tendenza umana di imparare solo dall'errore, dall'esperienza dolorosa, e dalla sua non curanza nei momenti più tranquilli. Era l'ultima proposta per gli essay, e la mia scelta. Da un lato, scelta obbligata perché gli altri titoli erano a dir poco orribili, dall'altro obbligata perché nella mia mente risuonavano le parole di una voce conosciuta che mi stavano dettando l'essay parola per parola. No, non sono fuori di testa, e non voglio nemmeno farla lunga: semplicemente, l'esperienza di "qualcuno" che è maturato in seguito ad un'esperienza dolorosa e difficile mi ha ispirata. Niente, spero che mi porti fortuna!!

L'accennare a Josep e quanto l'esperienza della malattia abbia inciso sul suo modo di vedere la vita, mi sono ricordata del post che la Fundación ha dedicato alla lotta personale di Carreras, e a come nacque la sua fondazione. Così mi è venuta l'idea per condividere con voi questo argomento, spesso di rilievo nelle interviste che il nostro tenore offre in giro per il mondo, ma forse mai affrontato qui in maniera così diretta; mi sono dunque ripromessa di trovare un ritaglio di tempo per scrivere questo post, per concludere in bellezza una giornata pesante ma, spero, produttiva.


La Fundación nel suo post del 9 Maggio fa una sintesi della dura diagnosi di leucemia che colpì il tenore nel 1987.
Io vorrei riproporvela attraverso le parole che lui stesso scrisse nella sua autobiografia "Singing from the soul", che io posseggo nell'edizione in inglese. Ne tradurrò brevi estratti per quest'occasione.

«I miei problemi cominciarono ben presto nell'estate del 1987. Mi sentivo esausto e depresso, ma attriibuivo la colpa allo stress dovuto a un calendario fitto di impegni. (...) Il 5 di Luglio diedi un concerto a San Sebastian. Quella fu la mia ultima apparizione su un palco per più di un anno. Quella notte volai a Parigi con un jet privato, l'unico modo per poter iniziare la registrazione del film La Bohème, per le sei del mattino seguente. (...) Poi un dente impiantato qualche mese prima iniziò a darmi fastidio. Andai per farlo controllare e il dentista disse che poteva essere un'infezione, e mi prescrisse antibiotici. Presi le medicine, ma non sortivano alcun effetto. Presto iniziai a sentirmi peggio. Non potevo pensare di registrare in quelle condizioni. (...) Qualcosa non andava, dovevo scoprire esattamente quale fosse il mio problema. Mi sottoposi ad esami del sangue, elettrocardiogramma, e a tutti gli altri test che costituiscono un vero e proprio check-up. (...) Fu solo in seguito che scoprii che il mio livello di piastrine presenti nel sangue era più basso del 90% rispetto a un individuo sano.
Il giorno seguente, con Parigi in un clima di festa e tutta la Francia celebrando l'anniversario della Presa della Bastiglia, affrontai la dura realtà. Il professor Jean Bernard, uno degli ematologi più prestigiosi del mondo, (...) mi disse che erano necessari ulteriori test, compresa una puntura lombare. Quella parola suonava famigliare. Con un turbine di emozioni ricordai quanto era successo a Barcellona più di vent'anni prima. I medici effettuarono una puntura lombare a mia madre e le diagnosticarono un cancro all'ultimo stadio. Conoscendo la storia della mia famiglia, e quanto sapevo sull'argomento, cominciai a sospettare di leucemia. Chiesi al dottore, di punto in bianco, se quello fosse il mio caso. Quando mi rispose che non era da escludere, valeva quanto darmi ragione. Altrimenti mi avrebbe risposto semplicemente di no e messo fine alle mie ansie. Mio fratello, Albert, volò fino a Parigi, non appena seppe che ero stato ricoverato in ospedale. Era al mio fianco quando, il 16 di Luglio il Professor Bernard entrò nella mia stanza per annunciare "Abbiamo i risultati. Mi dispiace di dover essere io a dirglielo, ma lei ha la leucemia". Era strano. Sapevo esattamente quanto mi avrebbe detto il Professore, ma quelle parole che pronunciò risuonarono nella mia testa come l'esplosione di una bomba.
La speranza è sempre l'ultima a morire. E quando se ne va, facciamo di tutto per farla tornare indietro. Nonostante le parole orribili del Professor Bernard, una nuova speranza mi stava riempendo il cuore. "Forse posso superarla." (...)
Quella notte la mia mente era molto motivata, non solo per l'inizio della mia lotta, ma per la mia convinzione che presto mi sarei butato tutto quello alle spalle. Ero pieno di speranze ed ero pronto a lottare. Se su 100 pazienti di leucemia avesse dovuto sopravviverne uno solo, quello sarei stato io. E non me lo dicevo per convincermi, ci credevo.»

(Singing from the Soul, chapter 2)

Un anno dopo, il 14 luglio 1988, Josep Carreras, sostenuto da equipe scientifica, impresari, e dalla sua famiglia, creò la sua fondazione per la lotta contro la leucemia, per "pagare il debito" che il tenore avvertiva nei confronti della società e della comunità scientifica, per l'affetto ricevuto e l'efficacia delle cure prestate.

Da quel giorno, l'obiettivo della Fundación Carreras si può sintetizzare nella frase che segue, che la leucemia sia un giorno curabile per tutti e in tutti i casi. Josep Carreras da allora partecipa attivamente in qualità di direttore esecutivo alle attività della fondazione, e annualmente dedica diversi concerti per finanziare quanto progettato da questa entità. Assai frequenti sono anche le sue visite ai pazienti di tutto il mondo per infondere loro coraggio e speranza.

Vi linko nuovamente la pagina del post: non perdetevi la straordinaria galleria fotografica che ritrae Josep Carreras in diverse visite ai pazienti negli ultimi anni.

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