"Il Video della Settimana": Josep Carreras sings "Addio, fiorito asil" from Madama Butterfly
Benvenuti per un nuovo Video della Settimana.
Questa settimana, e più precisamente il 15 Marzo ricorreva il 41esimo anniversario del debutto di Josep Carreras nel ruolo di Pinkerton della Madama Butterfly di Giacomo Puccini, e per questo motivo vorrei approfittarne per parlare un po' di quest'opera in generale, ed in particolare dell'influenza che questa ha avuto all'inizio della carriera del nostro tenore.
Era il 1972 quando il debutto con Pinkerton coincideva con quello in suolo statunitense: Josep Carreras debuttò in Madama Butterfly proprio in occasione della sua prima performance oltreoceano, più precisamente presso la New York City Opera. La stampa commentò molto positivamente l'esordio del giovane tenore catalano, accennando al suo "debutto solido", un grande successo che avrebbe infittito la sua agenda con impegni negli Stati Uniti per gli anni successivi, fino al grande debutto al Metropolitan nel 1974. (vedi Historic Dates)
Josep Carreras as Pinkerton. London, 1974 |
Concentriamoci ora su Madame Butterfly. Quinta opera scritta da Puccini, è un'opera in tre atti su libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa in cui è definita, come nello spartito, tragedia giapponese. Puccini ha ricevuto l'ispirazione dopo aver assistito a Londra all'omonima tragedia in atto unico di David Belasco, a sua volta tratta dal racconto dell'americano John Luther Long: da qui, il desiderio di realizzare un'opera, affiancato da un'attenta e minuziosa documentazione circa gli elementi orientali da introdurvi.
"Tragedia giapponese", penso non ci sia una migliore definizione sintetica, soprattutto se a dargli una dimensione lirica è proprio Giacomo Puccini: la capacità del compositore lucchese di tradurre l'emozione in musica raggiunge risultati difficilmente superabili in quest'opera, dando vita alla tragedia che affligge Cio Cio San, la sua figura femminile prediletta.
Butterfly è vittima della propria ingenuità e del cinismo di Pinkerton, ufficiale della Marina Statunitense al quale la lega un amore incondizionato. Pinkerton accetta di sposarla per leggerezza, incoraggiato da una legge giapponese che lo autorizza a ripudiarla dopo il matrimonio. La ragazza verrà abbandonata subito dopo, proprio quando in grembo porta il frutto della loro unione, un'unione in cui lei crede con profonda tenacia, struggendosi nell'attesa del confidato ritorno dell'amato. La suo sogno di felicità crolla dinnanzi al ritorno di Pinkerton, tre anni dopo la sua partenza, accompagnato dalla moglie americana intenzionata riconoscere e crescere il figlio che il marito ha avuto dalla geisha, secondo gli usi occidentali.
Butterfly (Cio-Cio-San), protagonista assoluta dell'opera, intraprende una crescita notevole nel corso della vicenda: mentre all'inizio mostra ingenuamente la propria fragilità confidando ciecamente nell'amore di Pinkerton, il tragico finale si rivela nella forza del suo sacrificio, una forza straziante che si sprigiona completamente nella musica di Puccini, in cui emerge tutta la delicatezza di una donna capace di un amore sconfinato che rivolge sia a chi l'ha inconsapevolmente costretta a tanta sofferenza, sia all'adorato figlio avuto da questi. Butterfly porrà fine alla propria disperazione pugnalandosi, dopo aver abbracciato amorevolmente suo figlio: scompare senza clamore, in modo discreto, ma l'immensità di una donna che vuole morire con onore pensando di non poter più vivere con onore trova la meritata risonanza nella musica che conclude l'opera. È in questi momenti che Puccini mostra di essere davvero un genio.
Essendo l'opera incentrata sulla figura di Butterfly diventa più difficile parlare del protagonista maschile, soprattutto quando si tratta di un ruolo limitato che appare per lo più nel primo atto e in pochi altri momenti. Non posso certo dire che Pinkerton sia un personaggio che incontri esattamente il mio gusto. Ammetto di essere abituata ad associare Josep Carreras a personaggi di altro spessore psicologico, non certo a uno che appare come uno «yankee» che vuole godersi la vita, sprezzando rischi e i sentimenti altrui: tuttavia, la bellezza della sua linea vocale, seppur breve, compensa lo svantaggio di un ruolo che, per i motivi esplicitati, non gode molto della complicità del pubblico, se non di fronte alla sua presa di coscienza che purtroppo avviene quando ormai è troppo tardi. Una bellezza e non poche difficoltà: inizialmente questo ruolo era stato pensato per un tenore drammatico, ma la complessità della partitura ha portato nel corso degli anni ad affidarlo a tenori lirici puri, comunque obbligati a imprese vocali notevoli: per esempio l'emissione a freddo di note come il Si naturale e il La bemolle, o la necessità di raggiungere la bellezza di emissione con il rischio che a questa si sovrapponga la forte orchestrazione di Puccini.
Come abbiamo già detto, Carreras debuttò come Pinkerton nel 1972 e lo interpretò diverse volte negli Stati Uniti, da marzo a settembre 1972, e ancora marzo 1973 per poi portarlo in Europa sulla scena londinese. È un ruolo che ha interpretato prevalentemente nei primi anni della sua carriera, nonostante la registrazione in studio risalga ad un epoca successiva e più precisamente al 1987 su direzione di Sinopoli, con Mirella Freni, Juan Pons e Teresa Berganza.
Certamente la mia visione di Pinkerton può apparire un po' severa e categorica. Questo mi porta a scegliere per l'edizione di oggi un motivo ben preciso dell'opera, quello in cui la sua umanità si rivela in seguito alla presa di coscienza. Il finale tragico, più che nell'incoscienza di Pinkerton, trova il suo responsabile nello scontro di due mondi difficilmente conciliabili per mentalità: Pinkerton, infatti, non avrebbe mai immaginato che in realtà in questi tre anni la giovane giapponese non aveva mai smesso di attendere il suo ritorno, non aveva mai rinunciato alla speranza di rivederlo, per non parlare del figlio nato dalla loro unione. Smarrito e sotto shock, è in questo momento che mostra rispetto dei sentimenti di Cio-Cio-San e si strugge per i rimorsi. Il momento coincide con la celebre aria "Addio, fiorito asil" anticipata dal recitativo che ne anticipa i contenuti emotivi.
La versione riportata da questo video è una registrazione audio dal vivo di una funzione del 1974, presso l'Opera di San Francisco: non la sentiamo in questo frammento, ma teniate presente che Cio-Cio-San era interpretata da Renata Scotto.
Non è la stessa del debutto del 1972, ma può comunque offrirvi un'idea molto precisa di come un giovanissimo Josep Carreras, si calava perfettamente nello stato d'animo di un Pinkerton divenuto ormai consapevole: vocalmente si noti la straordinaria bellezza del fraseggio e la dovuta dose di drammaticità per comunicare le emozioni di un uomo distrutto dal senso di colpa tanto da non avere il coraggio di affrontare la povera Butterfly. La rivedrà, ma sarà tardi: farà solo in tempo ad invocarne il nome in ginocchio, singhiozzando sul corpo esanime. Godetevelo!!
Spero abbiate gradito la mia proposta di oggi. L'appuntamento è per domenica prossima con un nuovo video. Buona Settimana a tutti!!
Key facts:
Welcome to a new Video of the Week.
◦ This week, specifically March 15 was the 41st anniversary of Josep Carreras' debut as Pinkerton in Madama Butterfly by Giacomo Puccini, and for this reason I would like to take this opportunity to talk a bit about this opera in general, and in particular about the influence it had at the beginning of the career of our tenor.
It was 1972 when his debut as Pinkerton was, at the same time, his very first performance in the United States: Josep Carreras made his debut in Madama Butterfly on the occasion of his first performance overseas, more precisely at the New York City Opera. The press commented very positively the debut of the young Catalan tenor, pointing to his "solid debut", a great success that deepened his agenda with more commitments in the United States for the following years, until his great debut at the Metropolitan Opera in 1974. (See Historic Dates)
◦ Let us now focus on Madama Butterfly. Fifth opera composed by Puccini, it is an opera in three acts with libretto by Giuseppe Giacosa and Luigi Illica in which it is defined, just like in the score, as Japanese tragedy. Puccini got inspiration after attending in London the homonymous tragedy in one act by David Belasco, which was inspired by the tail of the American writer John Luther Long. Since then, the desire to create an opera supported by a careful and detailed documentation about the oriental elements to be included.
"Japanese tragedy," I think there is no better definition, synthetic, especially because it was Giacomo Puccini who gave it an operatic dimension: the ability of the composer from Lucca to translate the emotion in music achieves results difficult to overcome, giving rise to tragedy afflicting Cio Cio San, his favorite female figure.
◦ Butterfly is a victim of his own naiveté, and of Pinkerton's cynicism, U.S. Navy officer to whom she feels unconditional love. Pinkerton agrees to marry her for his vanity, encouraged by a Japanese law that authorizes him to divorce her right after the wedding. The girl is abandoned soon after, but she was already pregnant of the son of a union she strongly believed in, waiting for the return of her hsuband every day during three years. Her dream of happiness collapses after Pinkerton comes back with his American wife who is going to grow up her child according to Western education.
Butterfly (Cio-Cio-San), the protagonist of the opera, she undertakes a remarkable growth ithroughout the story: while at the beginning she appears to be weak, blindly trusting her love for Pinkerton, the tragic ending actually reveals the strength of her sacrifice, a force that is released completely in Puccini's heartbreaking music, which shows all the delicacy and fragility of a woman capable of boundless love both towards the responsible of so much suffering and her adored son. Butterfly put an end to her despair stabbing herself, after having lovingly embraced her son she disappears quietly, discreetly, but the immensity of a woman who sacrifices her life for her son obtains the deserved resonance in the final musicof the opera. It is in these very moments that Puccini turns out to be a real genius.
◦ Since the opera focuses on the figure of Butterfly, it's more difficult to write about the male protagonist, especially when it is a limited role mostly appearing in the first act, and in few other moments. I can not say I really like Pinkerton, as I tend to associate Josep Carreras to characters of different psychological depth, certainly not to someone appearently like a "Yankee" who wants to enjoy life, despising risks and feelings of other people: however, the beauty of his vocal line, though brief, compensates for the disadvantage of a role that, for the reasons explained above, does not enjoy much of the complicity of the audience, but just when he becomes aware, even though it's too late.
Beauty and not few difficulties: this role was initially designed for a dramatic tenor, but the complexity of the score has led, over the years, to identify it with pure lyric tenors who are, however, obliged to real vocal duty: for example, the sudden emission of high note as the natural B and A flat, or the need to achieve the beauty of emission risking to be overlaped by Puccini's typically strong orchestration.
As we have already said, Carreras made his debut as Pinkerton in 1972 and played several times in the United States, from March to September 1972, and again in March 1973 to later bring it in Europe on the London stage. It is a role he played mostly in the early years, despite the studio recording was realised in 1987, with Sinopoli as a conductor, Mirella Freni, Juan Pons and Teresa Berganza.
◦ Certainly not my view of Pinkerton can seem a bit strict and categorical. This leads me to choose, for today's edition, the very moment in which his humanity is revealed as a result of his awareness. The tragic ending, rather than to Pinkerton's unconciousness, is due to the clash of two worlds hardly comparable for their mentality: Pinkerton, in fact, could have never imagined that, during three years, the young Japanese girl had never stopped waiting for his return, that she had never given up hope to see him again, not to mention the child born from their union. Lost and in shock, it is here when he shows respect for her feelings yearns for remorse. It happens in the famous aria "Addio, fiorito asil",and in the preceeding recitative that anticipates its emotional content.
◦ The version of the video above is the audio of a live recording of 1974, related to a performance at the San Francisco Opera: Cio-Cio-San was played by Renata Scotto, but we con't listen to her in this very fragment.
It is not the same version of his debut of 1972, but it can give you an accurate idea of how an extremely young Josep Carreras could well portray the mood of Pinkerton who has now become aware: vocally, please notice the extraordinary beauty of his phrasing and the due dose of drama to properly convey the emotions of a man destroyed by guilt so as not to have the courage to face the poor Butterfly. However, he will see her again, but it will be too late: it will only have time to call her name on his knees, desperately crying on her lifeless body. Enjoy it!
Hope you have appreciated my proposal of today. See you next Sunday with a new video. Wish you all a nice week!!
"Tragedia giapponese", penso non ci sia una migliore definizione sintetica, soprattutto se a dargli una dimensione lirica è proprio Giacomo Puccini: la capacità del compositore lucchese di tradurre l'emozione in musica raggiunge risultati difficilmente superabili in quest'opera, dando vita alla tragedia che affligge Cio Cio San, la sua figura femminile prediletta.
Butterfly è vittima della propria ingenuità e del cinismo di Pinkerton, ufficiale della Marina Statunitense al quale la lega un amore incondizionato. Pinkerton accetta di sposarla per leggerezza, incoraggiato da una legge giapponese che lo autorizza a ripudiarla dopo il matrimonio. La ragazza verrà abbandonata subito dopo, proprio quando in grembo porta il frutto della loro unione, un'unione in cui lei crede con profonda tenacia, struggendosi nell'attesa del confidato ritorno dell'amato. La suo sogno di felicità crolla dinnanzi al ritorno di Pinkerton, tre anni dopo la sua partenza, accompagnato dalla moglie americana intenzionata riconoscere e crescere il figlio che il marito ha avuto dalla geisha, secondo gli usi occidentali.
Butterfly (Cio-Cio-San), protagonista assoluta dell'opera, intraprende una crescita notevole nel corso della vicenda: mentre all'inizio mostra ingenuamente la propria fragilità confidando ciecamente nell'amore di Pinkerton, il tragico finale si rivela nella forza del suo sacrificio, una forza straziante che si sprigiona completamente nella musica di Puccini, in cui emerge tutta la delicatezza di una donna capace di un amore sconfinato che rivolge sia a chi l'ha inconsapevolmente costretta a tanta sofferenza, sia all'adorato figlio avuto da questi. Butterfly porrà fine alla propria disperazione pugnalandosi, dopo aver abbracciato amorevolmente suo figlio: scompare senza clamore, in modo discreto, ma l'immensità di una donna che vuole morire con onore pensando di non poter più vivere con onore trova la meritata risonanza nella musica che conclude l'opera. È in questi momenti che Puccini mostra di essere davvero un genio.
Josep Carreras making his debut as Pinkerton at the NYCO, 1972. |
Essendo l'opera incentrata sulla figura di Butterfly diventa più difficile parlare del protagonista maschile, soprattutto quando si tratta di un ruolo limitato che appare per lo più nel primo atto e in pochi altri momenti. Non posso certo dire che Pinkerton sia un personaggio che incontri esattamente il mio gusto. Ammetto di essere abituata ad associare Josep Carreras a personaggi di altro spessore psicologico, non certo a uno che appare come uno «yankee» che vuole godersi la vita, sprezzando rischi e i sentimenti altrui: tuttavia, la bellezza della sua linea vocale, seppur breve, compensa lo svantaggio di un ruolo che, per i motivi esplicitati, non gode molto della complicità del pubblico, se non di fronte alla sua presa di coscienza che purtroppo avviene quando ormai è troppo tardi. Una bellezza e non poche difficoltà: inizialmente questo ruolo era stato pensato per un tenore drammatico, ma la complessità della partitura ha portato nel corso degli anni ad affidarlo a tenori lirici puri, comunque obbligati a imprese vocali notevoli: per esempio l'emissione a freddo di note come il Si naturale e il La bemolle, o la necessità di raggiungere la bellezza di emissione con il rischio che a questa si sovrapponga la forte orchestrazione di Puccini.
Come abbiamo già detto, Carreras debuttò come Pinkerton nel 1972 e lo interpretò diverse volte negli Stati Uniti, da marzo a settembre 1972, e ancora marzo 1973 per poi portarlo in Europa sulla scena londinese. È un ruolo che ha interpretato prevalentemente nei primi anni della sua carriera, nonostante la registrazione in studio risalga ad un epoca successiva e più precisamente al 1987 su direzione di Sinopoli, con Mirella Freni, Juan Pons e Teresa Berganza.
Certamente la mia visione di Pinkerton può apparire un po' severa e categorica. Questo mi porta a scegliere per l'edizione di oggi un motivo ben preciso dell'opera, quello in cui la sua umanità si rivela in seguito alla presa di coscienza. Il finale tragico, più che nell'incoscienza di Pinkerton, trova il suo responsabile nello scontro di due mondi difficilmente conciliabili per mentalità: Pinkerton, infatti, non avrebbe mai immaginato che in realtà in questi tre anni la giovane giapponese non aveva mai smesso di attendere il suo ritorno, non aveva mai rinunciato alla speranza di rivederlo, per non parlare del figlio nato dalla loro unione. Smarrito e sotto shock, è in questo momento che mostra rispetto dei sentimenti di Cio-Cio-San e si strugge per i rimorsi. Il momento coincide con la celebre aria "Addio, fiorito asil" anticipata dal recitativo che ne anticipa i contenuti emotivi.
La versione riportata da questo video è una registrazione audio dal vivo di una funzione del 1974, presso l'Opera di San Francisco: non la sentiamo in questo frammento, ma teniate presente che Cio-Cio-San era interpretata da Renata Scotto.
Non è la stessa del debutto del 1972, ma può comunque offrirvi un'idea molto precisa di come un giovanissimo Josep Carreras, si calava perfettamente nello stato d'animo di un Pinkerton divenuto ormai consapevole: vocalmente si noti la straordinaria bellezza del fraseggio e la dovuta dose di drammaticità per comunicare le emozioni di un uomo distrutto dal senso di colpa tanto da non avere il coraggio di affrontare la povera Butterfly. La rivedrà, ma sarà tardi: farà solo in tempo ad invocarne il nome in ginocchio, singhiozzando sul corpo esanime. Godetevelo!!
Spero abbiate gradito la mia proposta di oggi. L'appuntamento è per domenica prossima con un nuovo video. Buona Settimana a tutti!!
Key facts:
Welcome to a new Video of the Week.
◦ This week, specifically March 15 was the 41st anniversary of Josep Carreras' debut as Pinkerton in Madama Butterfly by Giacomo Puccini, and for this reason I would like to take this opportunity to talk a bit about this opera in general, and in particular about the influence it had at the beginning of the career of our tenor.
It was 1972 when his debut as Pinkerton was, at the same time, his very first performance in the United States: Josep Carreras made his debut in Madama Butterfly on the occasion of his first performance overseas, more precisely at the New York City Opera. The press commented very positively the debut of the young Catalan tenor, pointing to his "solid debut", a great success that deepened his agenda with more commitments in the United States for the following years, until his great debut at the Metropolitan Opera in 1974. (See Historic Dates)
◦ Let us now focus on Madama Butterfly. Fifth opera composed by Puccini, it is an opera in three acts with libretto by Giuseppe Giacosa and Luigi Illica in which it is defined, just like in the score, as Japanese tragedy. Puccini got inspiration after attending in London the homonymous tragedy in one act by David Belasco, which was inspired by the tail of the American writer John Luther Long. Since then, the desire to create an opera supported by a careful and detailed documentation about the oriental elements to be included.
"Japanese tragedy," I think there is no better definition, synthetic, especially because it was Giacomo Puccini who gave it an operatic dimension: the ability of the composer from Lucca to translate the emotion in music achieves results difficult to overcome, giving rise to tragedy afflicting Cio Cio San, his favorite female figure.
◦ Butterfly is a victim of his own naiveté, and of Pinkerton's cynicism, U.S. Navy officer to whom she feels unconditional love. Pinkerton agrees to marry her for his vanity, encouraged by a Japanese law that authorizes him to divorce her right after the wedding. The girl is abandoned soon after, but she was already pregnant of the son of a union she strongly believed in, waiting for the return of her hsuband every day during three years. Her dream of happiness collapses after Pinkerton comes back with his American wife who is going to grow up her child according to Western education.
Butterfly (Cio-Cio-San), the protagonist of the opera, she undertakes a remarkable growth ithroughout the story: while at the beginning she appears to be weak, blindly trusting her love for Pinkerton, the tragic ending actually reveals the strength of her sacrifice, a force that is released completely in Puccini's heartbreaking music, which shows all the delicacy and fragility of a woman capable of boundless love both towards the responsible of so much suffering and her adored son. Butterfly put an end to her despair stabbing herself, after having lovingly embraced her son she disappears quietly, discreetly, but the immensity of a woman who sacrifices her life for her son obtains the deserved resonance in the final musicof the opera. It is in these very moments that Puccini turns out to be a real genius.
◦ Since the opera focuses on the figure of Butterfly, it's more difficult to write about the male protagonist, especially when it is a limited role mostly appearing in the first act, and in few other moments. I can not say I really like Pinkerton, as I tend to associate Josep Carreras to characters of different psychological depth, certainly not to someone appearently like a "Yankee" who wants to enjoy life, despising risks and feelings of other people: however, the beauty of his vocal line, though brief, compensates for the disadvantage of a role that, for the reasons explained above, does not enjoy much of the complicity of the audience, but just when he becomes aware, even though it's too late.
Beauty and not few difficulties: this role was initially designed for a dramatic tenor, but the complexity of the score has led, over the years, to identify it with pure lyric tenors who are, however, obliged to real vocal duty: for example, the sudden emission of high note as the natural B and A flat, or the need to achieve the beauty of emission risking to be overlaped by Puccini's typically strong orchestration.
As we have already said, Carreras made his debut as Pinkerton in 1972 and played several times in the United States, from March to September 1972, and again in March 1973 to later bring it in Europe on the London stage. It is a role he played mostly in the early years, despite the studio recording was realised in 1987, with Sinopoli as a conductor, Mirella Freni, Juan Pons and Teresa Berganza.
◦ Certainly not my view of Pinkerton can seem a bit strict and categorical. This leads me to choose, for today's edition, the very moment in which his humanity is revealed as a result of his awareness. The tragic ending, rather than to Pinkerton's unconciousness, is due to the clash of two worlds hardly comparable for their mentality: Pinkerton, in fact, could have never imagined that, during three years, the young Japanese girl had never stopped waiting for his return, that she had never given up hope to see him again, not to mention the child born from their union. Lost and in shock, it is here when he shows respect for her feelings yearns for remorse. It happens in the famous aria "Addio, fiorito asil",and in the preceeding recitative that anticipates its emotional content.
◦ The version of the video above is the audio of a live recording of 1974, related to a performance at the San Francisco Opera: Cio-Cio-San was played by Renata Scotto, but we con't listen to her in this very fragment.
It is not the same version of his debut of 1972, but it can give you an accurate idea of how an extremely young Josep Carreras could well portray the mood of Pinkerton who has now become aware: vocally, please notice the extraordinary beauty of his phrasing and the due dose of drama to properly convey the emotions of a man destroyed by guilt so as not to have the courage to face the poor Butterfly. However, he will see her again, but it will be too late: it will only have time to call her name on his knees, desperately crying on her lifeless body. Enjoy it!
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