"Il Video della Settimana": Josep Carreras and Agnes Baltsa sing the Finale ("C'est toi? C'est moi" duet), of Carmen (MET, 1987)

Benvenuti per un nuovo Video della Settimana.

Questa settimana si è concluso il tour di Josep Carreras costituito da una data in Taiwan e tre in Cina, ma al di là di questo il 2 maggio ricorrevano i 31 anni dal debutto del nostro tenore nel ruolo di Don José di Carmen. Il debutto è avvenuto presso il Teatro de la Zarzuela di Madrid, con una produzione di Pilar Miro con Ruz̆a Badani, Alida Ferrarini, Justino Díaz e Luís Antonio García Navarro a dirigere l'orchestra. Trovo superfluo dire che si è trattato di un debutto importantissimo, dal momento in cui è risaputo che Josep Carreras ha fatto proprio questo personaggio e tutte le sue emozioni: si tratta probabilmente del ruolo che più si associa alla sia figura artistica, soprattutto per la straordinaria interpretazione più che per le affinità di carattere. Il suo Don José ha fatto scuola, al di là di ogni eventuale pericolo che comportava aggiungerlo al suo repertorio: se di azzardo si è trattato, di certo la sua carriera de ha avuti di ben più audaci, ma in ogni il risultato ha ripagato qualsiasi sia stato il rischio, senza contare che al di là di qualche nucleo di alta drammaticità è un ruolo che comprende anche parti liriche, soprattutto nella prima parte, un elemento che agevola l'impresa vocale di Josep Carreras e che gli consente di creare più facilmente momenti di assoluta bellezza.
La prima Carmen di Josep Carreras, dunque è stata nel maggio 1982, ma inevitabilmente pensare a Josep Carreras e Carmen rimanda ad Agnes Baltsa.

Agnes Baltsa and Josep Carreras in Carmen. Arena di Verona, 1987.



Josep Carreras ha inciso in studio Carmen insieme alla stessa Agnes Baltsa, a Katia Ricciarelli nel ruolo di Michaela, José van Dam come Escamillo ed il grande Herbert von Karajan dirigendo la Berliner Philarmoniker e il Cheur de l'Opéra de Paris. Tuttavia le immagini che invadono la nostra mente appartengono alla registrazione delle recite del febbraio 1987 presso il Metropolitan di New York, sempre con Baltsa e Carreras, ma con Leona Mitchell come Michaela, Samuel Ramey nei panni del torero Escamillo e la straordinaria direzione di James Levine. Credo che per tutti noi QUELLA sia la Carmen, e sfido a trovare qualcuno che non sia in possesso del DVD o della più antica VHS.

Dando per scontato che si tratta di un opera che tutti, ma proprio tutti, conosciamo bene, trascurerei i dettagli sulla storia per dedicarmi più a fondo all'analisi di altri dettagli legati alla natura del personaggio. Sono tante le occasioni in cui i giornalisti ripropongono il legame del tenore con Don José, e in risposta Carreras ne illustra in maniera approfondita la complessità a livello interpretativo e alla sfida che significa per un tenore essere in grado di trasmettere un numero considerevole di emozioni così tanto diverse tra loro attraverso un unico personaggio. Per meglio riprendere le sue parole ho scelto una parte dell'opera assai emblematica. Il duetto finale di Carmen non è che l'epilogo di un processo evolutivo di ossessione e disperazione che culmina con l'autodistruzione del personaggio. Inizialmente ingenuo viene letteralmente stregato dal fascino di Carmen che lo istiga e lo illude, stravolge la sua vita per poi venire meno portando la povera vittima ad una lenta ed atroce agonia fino all'irreparabile.

Sicuramente cioè che ha reso il Don José di Josep Carreras così straordinario è stata la sua capacità di rendere perfettamente anche la minima sfumatura del personaggio con la voce, con ogni sguardo e gesto, con ogni espressione del viso. Il video che ho condiviso qui sotto non riprende il suo ingresso che potete vedere bene qui, per comprendere come la primissima espressione sul suo volto suggerisce quanto la sua situazione sia irrecuperabile. Ora Carmen ama un altro, chissà fino a quando, così si mostra sprezzante verso le suppliche del povero disperato, impotente di fronte alla propria passione: l'interpretazione di Carreras alterna con estremo buon gusto momenti di tenerezza nel tentativo di convincere la zingara, come quel "Carmen, il est temps encore" diretto al cuore, ad altri di vibrante ardore che fa fremere le braccia, quelli che si sentono nelle viscere.

Si fa via via sempre più vivo il contrasto tra gli occhi sbarrati, impenetrabili, quasi senz'anima di Carmen e la disperazione dipinta con tratti marcati sul volto di Don José che, nonostante tutto, non si arrende al "Non, je ne t'aime plus", ma continua nella sua supplica sofferente, disposto a tutto pur di essere ancora l'oggetto dell'amore di una donna che suo malgrado non sa amar altro che la propria libertà, e continua a scongiurarla in ginocchio con un ultimo straziante "Ah! Ne me quitte pas!!", marcando l'ultima sillaba apportando ulteriore drammaticità ad un'agonia che non possiamo fare a meno di condividere con lui.

Josep Carreras in Carmen. Gran Teatre del Liceu, Barcelona 1986.
Ben presto, la commovente supplica lascerà spazio a collera e violenza non appena si udono gli echi della vittoria di Escamillo, che José intuisce trattarsi del nuovo amante di Carmen: dinnanzi alla conferma della stessa, questo pover'uomo si trova ad un passo dalla totale perdita di controllo. Il gesto che compie Carreras proteggendosi le orecchie voltandosi di scatto, mette perfettamente in luce l'incubo del suo personaggio che non regge più alle grida gioiose provenienti dall'arena, che sembrano farlo impazzire. Le la musica di Bizet contribuisce anch'essa a suggerire la gravità del momento nel quale si dissolve ogni traccia di tenerezza e subentrano schiaffi e minacce e un'ira che trasuda dal tono del tenore in modo più che convincente.
Sembra quasi che con questo agire così sconvolgentemente sincero e autentico, l'aspetto vocale passi in secondo piano, ma non intendo dare questa impressione: benché sia un duetto in cui domini senz'altro l'aspetto interpretativo e teatrale e sia certamente diverso dalla tipica "aria", questo frammento finale nasconde, infatti,  diverse insidie per il cantante. Per conferirne correttamente la drammaticità, Carreras scurisce il registro centrale con conseguenze su tutta la tessitura in generale: si noti per esempio come questo si ripercuote sugli acuti, come su démon, nel verso "Pour le dernière foi, demon... veux-te moi suivre?", che risulta diverso da come sarebbe stato se la voce avesse mantenuto il colore naturale. Questo comporta, quindi, una ulteriore difficoltà.
Nel respiro di un unico verso assistiamo a repentini passaggi emotivi: "per l'ultima volta, demonio..." con rabbia minacciosa, "vuoi seguirmi?" l'ultimissima supplica, e immediatamente dopo l'aggressività con cui la afferra per un braccio. Il disprezzo con cui la donna scaglia l'anello da lui donatole sarà la goccia che farà traboccare il vaso: l'agonia di Don José raggiunge il suo climax, e la donna ne rimarrà uccisa.

Josep Carreras and Agnes Baltsa in Carmen, Vienna State Opera, 1990.
È uno di quei casi in cui si confondono i ruoli di vittima e carnefice: è Carmen a perdere la vita, ma so che siamo tutti d'accordo sul fatto che non è lei ad essere la vittima, perché, al contrario, è Don José ad essere  da lei condannato ad una morte lenta e dolorosa, ad un'autodistruzione che lo rende schiavo della propria ossessione e tanto sconvolto da portarlo a compiere un gesto così estremo. La chiusura lo vede inginocchiarsi sul corpo esanime della donna, ammettendo di essere il responsabile del delitto: ogni volta che sento pronunciare "ma Carmen adoré" in quel modo così straziante e disperato, mi riscopro tremante come le braccia del nostro tenore percorse dall'acuto dramma che le scuote.
Ho una vera passione per la componente emotiva di questo epilogo e dal profondo del cuore credo che qui Josep Carreras sia assolutamente insuperabile. Godetevelo!!

Spero abbiate apprezzato la mia proposta di oggi. L'appuntamento è per domenica prossima con un nuovo video. Buona settimana a tutti!! 


Key facts:


Welcome to a new Video of the Week.

This week, Josep Carreras' eastern tour, consists of a date in Taiwan and three in China, came to the end, but beyond this, on May 2 was the 31st anniversary of the role debut with Don José in Carmen. The debut took place at the Teatro de la Zarzuela in Madrid, with a production by Pilar Miro with Ruza Badani, Alida Ferrarini, Justino Díaz and conductor Luis Antonio García Navarro. I find it goes without saying that it was a very important debut, since everybody knows that Josep Carreras succeded in perfectly portraying that character and all his emotions: it is actually the most associated role to his artistic figure, especially for his extraordinary interpretation more than the character affinity. His Don José has set the standard, far beyond any possible danger that entailed adding it to his repertoire: if it was a risk, certainly he dared even more throughout his career, but anyway the result has rewarded any was the risk, not to mention that beyond a few core of high drama it is a role that includes lyric parts, especially in the first half, an element that helps his vocal enterprise and allows him to more easily create moments of absolute beauty.
So, his first Carmen was in May 1982, but  thinking  of Josep Carreras in Carmen make us to necessarily think of Agnes Baltsa.
Josep Carreras made the studio recording together with Agnes Baltsa as Carmen, to Katia Ricciarelli in the role of Michaela, José van Dam as Escamillo, and the great Herbert von Karajan conducting the Berlin Philharmonic and the Cheur de l'Opéra de Paris. However, the images that invade our minds belong to the video recording that dates back to February 1987 at the Metropolitan Opera in New York, always with Baltsa and Carreras, but with Leona Mitchell as Michaela, Samuel Ramey in the role of the bullfighter Escamillo and the extraordinary contribution of James Levine. I think for all of us THAT is Carmen, and I defy you to find someone who is not in possession of the DVD or VHS of it.
Assuming that it is an opera that everyone, absolutely everyone know well, let's omit details on history to dedicate more deeply to the analysis of other details related to the nature of the character. On many occasions, journalists often mention the relationship pur tenor has with this character, and in response Carreras describes in depth the complexity in terms of interpretation and why it is such a  challenge for a tenor to be able to transmit such a huge number of emotions so much different from each other with a single character. 
To better quote his words, I choose a very symbolic part of the opera. The final duet of Carmen is just the culmination of an evolutionary process of obsession and despair that culminates with the self-destruction of the character. Initially naive, he is literally bewitched by the charm of Carmen who instigates it and deceives him, disrupts his life by bringing the poor victim to a slow and excruciating agony with no solution. Surely, what made Josep Carreras' version of Don José so remarkable was his ability to perfectly mean even the slightest nuance of the character with voice, with every look and gestures, with every expression on his face. The video I share below does not show his entrance you can see right here, to understand how the very first expression on his face suggests that his situation is hopeless. Now Carmen loves another man, who knows how long she would have, so she disdains  poor Don José's begging, helpless against his passion for her: Carreras' interpretation alternates with exquisite taste tender moments in which he attempts to persuade the gypsy, as  "Carmen, il est temps encore", so directed to the heart, to other ones of visceral, vibrant ardor that flare his arms.
Gradually the  contrast between Carmen's impenetrable eyes, almost soulless, and despair thickly painted on Don José' face that, despite everything, does not surrender to her "Non, je ne t' aime plus", but continues in his painful supplication, willing to do anything to still be the object of the love of a woman who loves nothing but her own freedom, and keeps begging her on his knees with a last, lacerating "Ah! Ne me quitte pas!", marking the last syllable to further underline the drama we can not help but share with him.
His touching supplication leaves space to anger and violence, as soon as you hear the echoes of the victory of Escamillo, and José realizes he's Carmen' new lover. As she confirms, this poor man is one step away from total loss of control. Carreras' gesture of protecting his ears, suddenly turning  perfectly emphasise the nightmare of his character that no longer holds the joyful cries coming from the arena, which seem to drive him mad. Bizet also contributes with his music to suggest the gravity of the moment in whichall traces of tenderness fade and anger, slaps and threats take over.
It seems that with such shockingly sincere and authentic kind of performance, the vocal aspects are less important, but of course I don't mean that: although it is more a "theatrical" duet, slightly different from the typical " aria", this final fragment hides, in fact, several vocal complications. To properly confer the drama, Carreras darkens his centre with consequences on the whole vocal  range: please note for example how this conditions  high notes, such as in démon, in the verse "Pour le dernière foi, demon-veux ... moi te suivre? ", which is different from what it would have been by keeping the natural color. Therefore, this involves a certain difficulty.
In a single verse witness to sudden emotional passages: "The last time, you devil..." angrily threatening,  then "will you follow me?" the latest petition, and immediatly after the way he aggressively takes her by the arm. The scorn with which the woman throws the ring he gave her will be the straw that breaks the camel: Don José's agony  reaches its climax, and he kills her.
It is one of those cases where the roles of victim and victimizer are confused: it's Carmen who dies, but I know we all agree on the fact that she is definitely not the victim, because it is Don José, however, who is condemned to a slow and agonizing death, to self-destruction that makes him a slave of his own obsession and so shocked to make something so extreme. The scene closes with him kneeling on her lifeless body, admitting of being responsible for the crime: every time I hear say "ma Carmen adoré" in such heartbreaking and desperate way, I tremble as much as our tenor's shaking arms crossed by acute drama.

I have a real passion for the emotional part of this epilogue, and from the bottom of my heart I believe that here Josep Carreras is absolutely unequalled. Enjoy it!
I hope you have appreciated my proposal of today. See you next Sunday with a new video. Wish you all a nice week!!

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