Josep Carreras crea il Natale al Teatro Smeraldo di Milano
Domenica sera, come sapete, Josep
Carreras ha cantato il “Gran Concerto del Cuore per la Vita” in parte a
beneficio dell’Associazione La Lampada di Aladino per i bambini malati di
cuore, presso il Teatro Smeraldo di Milano: è stato accompagnato dal mezzosoprano svizzero
Giuliana Castellani, dal Coro Clarière di 30 bambini, dalla giovane Orchestra
del Conservatorio della Svizzera Italiana diretta dal Maestro David Giménez.
flickr.com (photos)
Posso anticiparvi che sedevo tra
il pubblico, in seconda, quindi ho visto molto da vicino questo concerto.
Faceva molto freddo domenica pomeriggio a Milano, e Daniele ed io, pur essendo
di questa zona, non l’avevamo ancora sperimentato così pungente quest’anno.
Il
teatro ha aperto alle 8 in punto, e dopo poco il pubblico ha potuto accedere
alla sala. Lo scenario, se posso permettermi, era un po’ desolante. D’accordo
che lo Smeraldo (il teatro) è già rosso di per sé, e che siamo in tempi di
crisi, ma è Natale e siamo a Milano: non c’erano decorazioni né fiori né un
piccolo albero di Natale. Senz’altro la voce
straordinaria di Josep basta a ricreare atmosfera natalizia, che in diversi
momenti si è rivelata sublime, ma in questa occasione “Milàn la gran Milàn” ha
mancato.
L’atmosfera
pre-concerto lasciava presagire qualche svarione organizzativo, ma dall’ingresso di Josep Carreras, che ha
fatto seguito a quello della giovane orchestra e del grande direttore, David
Giménez, l’intuizione è diventata certezza: il tenore si è avvicinato al microfono per rivolgersi al pubblico, per dire che i programmi
con i brani purtroppo non sarebbero stati a disposizione, che forse erano
rimasti chiusi in una stanza del teatro o che si erano persi in autostrada,
quindi che, con il permesso del pubblico, i brani sarebbero di volta in volta
stati annunciati a voce dagli stessi interpreti.
L’ironia di Carreras ne
metteva in luce il disappunto che, di certo non solo per questo particolare non
trascurabile, lo ha accompagnato, a malincuore, per tutta la serata: era
disegnato sul suo volto scuro e di rari sorrisi. Un vero peccato.
L'opinione più comune è che forse non
era la sede più adatta per un evento di questo tipo, o forse, semplicemente, si
poteva fare di più.
Al di là di questo è stato
divertente poter scambiare qualche commento in tempo reale con le altre mie
compagne di avventura, Eva, Vittoria,
Anna con Laura, Rosalba e Laura. È stata una coincidenza piacevole che fossimo
sedute tutte vicine.
Diversamente da quanto siamo
abituati, non ci sono stati brani per la sola orchestra: forse per la giovane
età dei membri dell’orchestra, o forse no… perché è innegabile che siano stati
molto bravi, diretti magistralmente da David Giménez che a più riprese
dirigeva orchestra, coro e interpreti nello stesso momento: quando si dice che
il direttore d’orchestra diventa un mago. Scherzi a parte, so che non è nulla
di incredibile quando un direttore è bravo e competente, ma non ho mai nascosto
di avere una certa predilezione per David. Quindi perché non riconoscere i suoi
meriti?
Il concerto è cominciato
direttamente con i canti: primo fra tutti Adeste Fideles con coro di bambini,
seguito da Mille Cherubini in Coro e Pietà Signore. Un avvio che ha inciso
molto sulla mia emotività, perché Adeste Fideles è tra le mie preferite, e
quando è Josep a cantarla diventa impossibile opporre resistenza all’emozione.
Amo moltissimo anche Mille Cherubini in Coro, e Pietà Signore mi è sembrata impeccabile
a livello esecutivo.
Prima di questi ultimi due brani ha effettuato l’ingresso il
mezzosoprano, Giuliana Castellani, con un abito lungo nero con brillantini: ha
interpretato Agnus Dei di Georges Bizet, e successivamente una versione di
Amazing Grace, accompagnata dal Coro Clarière. Gli interpreti si sono
nuovamente alternati con due brani diversi: uno, tradizionale spagnolo La
Virgen lava pañales, titolo che Josep ha tradotto in italiano come “La Vergine
lava pannolini”, e che ha di seguito interpretato con grande intensità; il
secondo Happy Christmas (War is over), brano moderno firmato da John Lennon & Yoko Ono,
interpretato dal mezzosoprano. Purtroppo sono molto scettica e critica di
fronte a versioni di questo genere per quanto riguarda Happy Christmas: lo
reputo, infatti, uno di quei brani che può avere degna espressione solo nella
versione originale. Menzione speciale per il coro, unico elemento fedele.
Primo
duetto della serata, e brano conclusivo della prima parte quello che forse si
gioca il ruolo di mia preferita in assoluto con quella che poi sarà l’ultimo
dei bis concessi, e che per il momento non vi svelo: vi sto parlando di
Cantique de Noël, in due lingue francese e inglese, con coro. Se devo essere
sincera, mi sarebbe piaciuta anche un pochino più lenta, ma
esercita sempre un grande potere su di me. Ammetto di aver avuto solo nella
prima parte gli occhi leggermente lucidi in due o tre momenti. Josep cantava con grande energia a tratti e con squisita dolcezza in
altri, nonostante il raffreddamento che si trascina da giorni.
Dopo un intervallo fatto di
commenti e di addetti alla sicurezza che sorvegliavano alcune uscite della
sala, è ripreso il concerto con una seconda parte avviata in grande stile con
El Cant dels ocells, splendido brano tradizionale catalano, seguito da una
italianissima Tu Scendi dalle Stelle. Il fatto che apprezzi di gran lunga più
la prima della seconda la dice lunga sui miei sentimenti patriottici. Al di là
del mio parere personale, entrambi i brani sono stati applauditissimi. Ad
essere onesti, il pubblico si è mostrato calorosissimo fin dall’inizio del
concerto, con grandi ovazioni e ripetuti “Bravo”. L’Italia si è salvata in
corner, ricambiando così l’amore che Josep Carreras ha sempre nutrito per il
paese e per gli Italiani.
Il secondo momento di duetto si è
ricreato con Carol of the drum, nota anche come “The little drummer boy”, titolo che sul momento Josep non
riusciva a ricordare con precisione, risollevandosi però brillantemente sull’eventuale
traduzione in italiano. Cantato in spagnolo e inglese, questo brano, cui ha
partecipato anche il coro, si rivela sempre di grande vivacità, piacevolissimo,
come sempre succede se a cantarlo è questo tenore straordinario: nota dolente è stata la scarsa
complicità fra i due interpreti. Vi era un netto contrasto tra l’instancabile
sorriso del mezzosoprano, a tratti un po’ eccessivo come ho sentito dire in sala, e la rigida serietà del
tenore, che del resto avrà avuto i suoi buoni motivi. Questo si è verificato
nuovamente nel duetto successivo, nella ninna nanna di Brahms Wiegenlied,
cantata in tedesco nella tradizionale versione con coro.
Tra i duetti, la
Castellani ha cantato un brano dal titolo I walk with God, per poi ricongiungersi
con Carreras per quello che il tenore ha definito come “Il brano più inciso
nella storia della musica”, White Christmas. A concludere il programma (non
cartaceo) ufficiale del concerto, una magnifica I’ll be home for Christmas interpretata da Carreras con maestosità.
Interminabili applausi e i "bravo" sequenziali lo hanno
riportato sul palco per eseguire 4 encores: primo fra tutti una vivacissima Ay!
Para Navidad, tradizionale latino, eseguita in forma di duetto con coro, seguito poi da
un’esecuzione del solo mezzosoprano dell’Ave Maria di Schubert.
Terzo encore,
uno dei momenti in assoluto più magici ed emotivi della serata con l’immancabile
Pregària, preghiera tradizionale catalana che Josep ha presentato con precisi
riferimenti al suo paese, la Catalogna, e alla sua lingua, il catalano. La vena
patriottica ha raggiunto il picco proprio nel momento più intenso del brano,
anche se in pochi si saranno resi conto del suo volontario cambio di testo: il
secondo “la mare patria” (la madrepatria) è diventato un “la meva patria” (la
mia patria), un particolare estremamente
significativo che ha mostrato ancora una volta lo sconfinato amore, l'amor dolcissim, che Josep
nutre per la sua terra. Una terra la cui
dignità è da difendere. Standingovation irrinunciabile, di fronte a un’esecuzione
così intrisa di sentimento da commuovere, e da far apparire tra il pubblico una
senyera (bandiera catalana) che in extremis è riuscita a strappare un sorriso
al tenor català.
La conclusione non poteva
avvenire se non con il duetto Silent Night, che nella prima strofa, dalla voce
di Carreras era “Santa Nit” in catalano, dal mezzosoprano è stata cantata in
italiano, mentre per la parte conclusiva la lingua tedesca, l’originale Stille
Nacht ha coniugato gli interpreti in una conclusione molto suggestiva.
In definitiva, un concerto in cui
Carreras ha dato tantissimo: la sua voce risplendeva poderosa nonostante la
tosse che, durante le pause a tratti non gli dava tregua… assolutamente
ammirevole sotto questo punto di vista. La sua arte era l’ingrediente
fondamentale per regalarci la magia del Natale, e almeno sotto questo aspetto
la missione è stata ampiamente compiuta. Il pubblico ha meritatamente ripagato l'artista con calorosa ammirazione, portatrice di quell'affetto che da parecchi anni lega Josep Carreras all'Italia, e a noi italiani. L'Italia, almeno sotto questo aspetto, non si è fatta trovare da ridire.
VISCA JOSEP CARRERAS!!
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