Josep Carreras interviewed in Beijing by Tian Ge again after 14 years
Al suo arrivo a Pechino, a fine Marzo, Josep Carreras è stato intervistato dalla giornalista cinese Tian Ge, a 14 anni di distanza dalla prima intervista in occasione della primissima visita del tenore nel paese. Le risposte di Carreras sono in inglese, motivo per cui questo post può fare a meno del riassunto vero e proprio delle Key facts. Si tratta di una lunga intervista di 48 minuti abbondanti di domande personali, molto godibile... quindi non vorrei togliervi il piacere di gustarvela a fondo.
(Tian Ge interviewed Josep Carreras after his arrival in Beijing in very late March for the concert he offered on April 1. This was the second interview she has realised: the first time she interviewed the catalan tenor was 14 years ago, in occasion of his first visit in China. His answers are in english, and since the interview is very nice, I don't want to disturb your vision with unuseful key facts in english. Enjoy!!)
L’intervista prende avvio con la
consegna a Josep Carreras di un disco che lui, ringraziando cordialmente
promette di guardare immediatamente... suppongo quindi si tratti di un video, e
in particolare che riguardi l’intervista che la stessa Tian Ge gli fece 14 anni
fa, visto che subito dopo ne vengono proposti frammenti. 14 anni prima, la giornalista gli mostrava una foto in cui il tenore portava la barba, e lui gli aveva
spiegato che di tanto in tanto gli piaceva portarla, ma che questo avveniva in
forma molto spontanea: semplicemente, capitava che un paio di volte l’anno
decidesse di non radersi per qualche giorno. Ma era altrettanto probabile che
il suo personaggio in una determinata opera la richiedesse. Carreras già allora
affermava di considerarsi un uomo molto fortunato non solo per il dono della
voce, quindi non solo a livello professionale, ma anche sulla sfera personale. Tornando
al presente, assicura che riguarderà la primissima intervista con piacere nella serata.
Carreras sostiene che l’uomo e
l’artista camminano in parellelo, e che è un grande onore per lui tornare in
Cina e poter comunicare attraverso la sua voce con il pubblico cinese che ha
sempre dimostrato per il calore che gli ha dimostrato: in questi anni si è
esibito in diverse città del paese, non solamente Pechino.
La sua compagnia discografica in
passato gli ha proposto di incidere alcuni brani cinesi: dopo averli ascoltati, ha apprezzato particolarmente le melodie, come nel caso di “A faraway
place”, che propone con molto piacere nei suoi concerti in Cina.
I Tre Tenori: un’idea che è
divenuta una realtà speciale non solo per loro, ma per la ripercussione che ha
avuto questo fenomeno che ha diffuso questo tipo di musica a un pubblico molto
più ampio ed eterogeneo. Carreras racconta che i tre intrattenevano un ottimo
rapporto professionale, fondato su mutuo rispetto ed ammirazione, evolutosi in
seguito in una solida e sincera amicizia. Quando si trattava di prendere
decisioni in merito ai programmi, questo avveniva in totale accordo. Quella
piccola incomprensione a Vienna con Plácido Domingo, che il tenore cita anche
nel suo libro di memorie, non è che un episodio ormai chiarito da molto tempo.
Per Domingo, come già detto in varie occasioni, nutre una grande
ammirazione per la persona e per l’artista unico che è: considera inoltre che
sia un eccellente direttore d’orchestra, che conosce molto bene le voci e
quello di cui hanno bisogno, oltre a un’immensa conoscenza in quanto a musica e
opera.
In merito ad abitudini particolari, a suo avviso tutti abbiamo qualche mania, ma niente di eccentrico e stravagante per quanto
riguarda i cantanti d’opera.
Ad una domanda che chiaramente mi
è impossibile capire, Carreras risponde che non è un must, che dipende da come
si sentiranno sia lui sia le persone attorno a lui, che la gente tenta di
compiacerlo e qualche volta lui tenta di fare lo stesso, e che lascia ogni
possibilità aperta. Ha diverse occasioni di andare per la prima volta in posti che gli
interessa visitare. In Cina per esempio, ogni città è ricca di aspetti che lo interessano,
come musei e luoghi particolari, nonostante sia difficile coniugare l’attività
da turista con la necessità di avere cura di sé, e mantenere la concentrazione per l’imminente
esibizione. Ciò nonostante cerca sempre di mantenere una vita più normale
possibile. In merito alla sua prima visita alla Muraglia Cinese, ricorda che
era una freddissima mattina con -20 gradi, il primo gennaio del 2005;
senz’altro, un altro posto a dir poco simbolico di Pechino è la Città Proibita.
In merito a Pavarotti, Carreras
afferma nuovamente l’impossibilità di sostituirlo nella formazione dei Tre
Tenori per una questione di etica e di amicizia, al di là del fatto che
Pavarotti era insostituibile già di per sé, senza nulla togliere alle grandi
voci di tenore della generazione attuale. Non sarebbe la stessa cosa. Carreras lo ricorda per il grande amico che era, uomo carismatico, per l’artista
eccezionale che per quanto sia stato sempre professionale in tutta la sua
carriera, amava anche godersi la vita, e per quanto era divertente stare
insieme a lui. Uno dei cantanti più grandi della storia dell’opera.
La tensione di un calciatore che
di fronte al calcio di rigore che potrebbe decidere l’esito di un Mondiale è
analoga a quella di un tenore alle prese con un Do di petto sul palco de La
Scala di Milano, nonostante si tratti di due mondi completamente diversi. Ciò
che per lui significa stare sul palco è ha a che fare principalmente con
l’opportunità di esprimere emozioni e sentimenti che porta dentro, senz’altro un
particolare che fa del cantante una professione meravigliosa.
Impossibile per chi ha avuto la
fortuna di interpretare 60 ruoli diversi, eleggere uno come preferito, anche se
sicuramente il Don José di Carmen è senz’altro tra i prediletti, per l’ampio
ventaglio di emozioni che rappresenta nel corso dell’opera, dall’ingenuità del
primo atto all’autodistruzione dell’ultimo. Un ruolo fantastico per tenore, sia
dal punto di vista musicale, sia per quanto riguarda l’aspetto drammatico.
Sul palco, come nella vita, può
succedere qualsiasi cosa, più o meno divertente, episodi di cui ci si dimentica
a distanza di tempo, ma che possono capitare: all’Opera di Vienna, per esempio,
Josep Carreras dovette cantare una premiere con una terribile influenza, in
seguito , ma nonostante tutto è stata un successo.
L’attore, come il cantante deve
esprimersi attraverso il linguaggio del corpo, azioni e reazioni il modo di
essere del personaggio che interpreta, mettendosi nei suoi panni. Anche nell’opera,
i direttori di scena ti suggeriscono come farlo, ma in primis bisogna rimanere
fedele alla volontà del compositore.
Si sente eroe romantico sul
palco, ma una volta tolto il costume si sente come un qualsiasi cittadino che
si preoccupa di quanto succede nel mondo, una persona che fa parte di una
società, con tutto quello che questa possa offrire di buono e meno buono. È
molto importante avere un dialogo anche con sé stessi: spesso succede che
dentro di noi ci siano opinioni contrastanti prima di prendere una decisione, e
in questi casi il dialogo risulta fondamentale.
È un vero lusso quando si ama la
professione e quando questa coincide con la propria vocazione: questo privilegio
riguarda non solo l’artista, ma qualsiasi altra professione. Essere un cantante
ha molti privilegi, nonostante richieda sacrifici: iniziando a cantare giovanissimo,
Carreras ha perso un po’ di quelle cose che i ragazzi fanno con poco più di
vent’anni, dovendo tenere una rigida disciplina, soprattutto nella cura della
voce, e mantenendosi sempre in forma, ma questo è sempre stato ampiamente
compensato.
Esprime immensa gratitudine anche
per i fans, la parte migliore della sua professione, per il calore e l’affetto
che in ogni occasione gli rivolgono: sono loro i veri giudici, quelli che
decidono se hai una bella carriera, una fantastica o una eccellente, per questo
non si può che essergli molto grati, mostrare loro rispetto e apprezzare tutto
ciò che si può trarre da loro, sono fantastici e rendono la tua vita
meravigliosa.
Qualsiasi persona,
indipendentemente dal ramo della società di cui fa parte, non dovrebbe recitare
un ruolo: gli attori, i cantanti sono tenuti a farlo sul palco, ma altrimenti
si dovrebbe cercare di essere il più naturale possibile in pubblico.
Ovviamente, la società impone alcune regole che vanno rispettate, per cui è
necessario rispondere in modo politicamente corretto ad alcune domande, anche
se dentro di sé si è tentati ad esprimersi in modo leggermente diverso.
Carreras confessa di non amare chi posa davanti alle persone, chi dà l’impressione di non
essere mai sé stesso, mai sincero: c’è chi crede che per essere una star
bisogna fingere un ruolo 24 ore su 24, e certi individui non fanno proprio al
caso suo.
La sua filosofia di vita è molto
semplice e può riassumersi nella frase “Non fare agli altri ciò che non vuoi
che sia fatto a te”.
Come vi ho già detto, mi è
impossibile comprendere le domande, ma quest’ultima ha suscitato una magnifica
risata in Carreras che l’ha subito definita “una bella domanda”, per poi
rispondere quanto segue: come artista non è mai soddisfatto al 100%, perché
reputa che un artista debba migliorarsi costantemente, mentre come uomo
commette errori come qualsiasi altra persona; come gli piacerebbe essere un
artista migliore, vorrebbe altrettanto essere una persona migliore, ma afferma
di star lavorando molto su questo. L’intervista si chiude con la firma di del tenore sulla copia di “A viva voz” di Tian Ge.
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