In Moscow... ending of Russian Tour
Per fortuna le notizie non sono mancate negli ultimi giorni e così l'attenzione è stata a rivolta ad altro, altre meraviglie, nell'attesa di notizie riguardanti il concerto di Mosca di sabato scorso 11 Ottobre.
Solo era apparso questo video, prima del concerto, qualche prova, qualche immagine che ritrae anche David Giménez preso a "suonare" la Moscow Simphonic Orchestra, Russian Philarmonic. Qualche riga qua e là che diceva quanto fossero entusiasti i moscoviti di poter assistere a questo concerto, di quanto stimassero Josep per vari motivi, che noi possiamo ben intendere, e quant'altro.
Bene, Ellie ha diffuso un'intervista che più o meno rivede gli stessi concetti di quelle rilasciate precedentemente. Sfiorano un pò la monotonia questi giornalisti, chissà Josep che deve sempre ripetere le stesse cose.
Emerge quello che in sintesi volevamo sapere: anche a Mosca si è verificato il tutto-esaurito e il pubblico era a dir poco entusiasta. Pochi dettagli in più sul concerto. Josep racconta la curiosità di un uomo, la cui vita si è svolta praticamente in un susseguirsi di viaggi, di vedere posti nuovi, di scoprire cosa nascondono città dai nomi che a stento riesce a pronunciare e testimonianza di questo sono le tappe del tour russo di quest'anno. E' evidente che l'esperienza non esaurisce il desiderio di scoprire qualcosa di nuovo.
Del pubblico russo Josep evidenzia l'intelligenza ed il calore umano e quindi l'intenzione da parte sua di rispondere cercando di regalare più emozioni possibili cantando: il canto è ciò che gli dà più gioia e si augura vivamente di poter gioire di questo per altri cinque o sei anni, nonostante la voce di un tenore sia sempre esposta a rischi che potrebbero mettere la parola fine a una carriera in qualsiasi momento.
E' stato accompagnato dal soprano messicano Rebecca Olvera, che è sempre felice di poter cantare a fianco di qualcuno come Carreras, il quale si mostra sempre parecchio sensibile alle carriere dei giovani artisti, offrendosi di aiutarli. Carreras descrive il soprano, con cui aveva già collaborato in passato, come una persona di grande talento e dal temperamento estremamente educato, tale da non metterlo a disagio nè sul palco nè dietro le quinte, come spesso succende con altri giovani cantanti, specialmente se cantano bene.
Chissà a che ti po di disagio si riferiva...
Afferma che comunque sia lui sia Domingo si impegnano a dare una mano ai più giovani e a questo proposito il giornalista accenna alla formazione di un nuovo trio DOMINGO - NETREBKO - VILLAZON e alla domanda "pensa anche lei di formare un trio?" lui risponde che è aperto a qualsiasi proposta, ma la scomparsa di Luciano Pavarotti impedisce che si ricostituiscano "I tre tenori": è un'esperienza che si custodirà gelosamente ma con la consapevolezza che mai più tornerà ad esistere.
L'intervista tocca anche l'argomento dei libri: Carreras ha reso nota la sua "penna" mediante la celebre autobiografia SINGING FROM THE SOUL pubblicata nel 1991 (se non erro) e in seguito con il progetto commerciale d'occasione MUSIC GASTRONOMY in cui abbina ad ogni opera un piatto particolare, vedi il Don Carlos con la zuppa di carne, piatto tipico di Madrid, o la Tosca con il tiramisù. Sono menzionati almeno trenta piatti. Il tenore accenna la possibilità di un seguito della sua autobiografia, dato che in vent'anni ne sono successe di cose: spera in un seguito dall'impronta più personale, ma senza rasentare eventuali confessioni, qualcosa di più "serio e profondo".
In verità a me già Singing from the soul sembra abbia tutte queste caratteristiche: è riuscito a imprimere i suoi sentimenti su più di cento pagine, tra gioie e dolori. Vedremo se la sua penna da uomo "sessantenne" sarà ancora più saggia di quella del tenore quarantenne vittima del miracolo.
"Carreras: l'intellettuale degli intellettuali nel mondo dell'opera?": il tenore smentisce animatamente, affermando anzi di essere pigro e di non intendersi di informatica, di lasciarsi andare a urla concitate allo stadio, che non è esattamente salutare per un cantante e di avere una lunga lista di difetti, di cui probabilmente sua moglie Jutta discorrerebbe ben volentieri.
Penso che ogni donna di buon gusto gradirebbe verificare l'esistenza di questa presunta lunga lista, ma più che volentieri... e non tanto per appoggiare o meno Jutta.
A buon intenditor... poche parole.
Comments
Post a Comment
Recent comments