"Il Video della Settimana": Josep Carreras and Markella Hatziano sing "Mon coeur s'ouvre à ta voix" from Samson et Dalila (Barcelona, 2001)
Benvenuti per un nuovo Video della Settimana.
Per questo primo giorno di settembre ho pensato recuperare un argomento che era rimasto un po' in sospeso a causa dell'interruzione estiva, seppur breve, e della concomitanza con altre ricorrenze altrettanto importanti. Tuttavia, nella sezione delle Historic Dates avevo ricordato il debutto di Josep Carreras nel ruolo di Samson nell'opera Samson et Dalila di Camille Saint Saëns all'interno del Festival Internacional de Musica Castell de Peralada, lo stesso del famoso recital del 1988 che ho ricordato due settimane fa ed il cui nome è stato nuovamente menzionato con un'intervista di Bryn Terfel, coprotagonista del duetto proposto la settimana scorsa.
Sia il Festival di Peralada sia il contributo di Terfel sono elementi che si ripresentano nel post di oggi: interpretando il ruolo di Amibelech, il basso baritono gallese faceva parte del cast insieme a, naturalmente oltre a Carreras, il mezzosoprano Maijana Lipovsek nel ruolo di Dalila, Matteo Manuguerra in quello del Gran Sacerdote di Dagon, Miguel Angel Zapater, Antoni Comas, Antoni Lluch e Ismael Pons. La prima si è tenuta il 4 agosto del 1990 e da quasi un mese sono trascorsi 23 anni.
Suddivisa in tre atti e quattro scene, su libretto francese di Ferdinand Lemaire, Samson e Dalila è una grand opera di ispirazione biblica che tratta l'episodio di Sansone e Dalila presente in uno dei libri dell'Antico Testamento.
La scelta di Josep Carreras di debuttare in questo ruolo è stata oggetto di dibattito fino alla vigillia della prima recita. Trascorsi appena due anni dal suo ritorno nelle scene, in seguito alla sua guarigione dalla leucemia che lo aveva colpito nel 1987, Josep aveva certamente ridimensionato la frenesia dei ritmi degli anni precedenti, dedicandosi soprattutto a concerti e recital: l'opera non era certo venuta meno, come dimostrano i debutti nella Medea e nel Cristóbal Colón, cui è andato ad aggiungersi per l'appunto quello in Samson e Dalila: ancora una volta non doveva risultare affatto immediato immaginarlo in un ruolo di natura eroica sicuramente più congeniale ad un tenore di forza, da qui le perplessità degli intenditori, convinti che l'indole romantica di Carreras non potesse rendere il personaggio oltre a comportare un notevole rischio. Tuttavia, come risulta dalle cronache riportate dalla stampa in seguito alla prima serata di Peralada, i dubbi siano stati in parte messi in ombra per dare piena luce al grande successo che il tenore aveva conseguito con la sua interpretazione di Sansone, ritenuta anche da chi si mostrava scettico convincente proprio grazie al misurato equilibrio tra forza e mistica, e alla riuscita resa dei risvolti drammatici. Carreras si è mostrato all'altezza di una missione per alcuni, se non impossibile, assai poco probabile mostrando grande intensità ed una tensione drammatica tali da consentirgli un approccio al ruolo soddisfacente: tenacità, professionalità e buon gusto si sono rivelati ancora una volta elementi essenziali ed irrinunciabili, vittoriose anche di fronte alle difficoltà.
La Vanguardia ha addirittura usato parole quali trionfo, sostenendo che se si fosse trattato di un teatro convenzionale il tenore avrebbe ottenuto un'ovazione di quelle che fanno epoca.
Al debutto ha fatto seguito al registrazione in studio insieme ad Agnes Baltsa che ritroveremo al suo fianco nel 1996 quando porteranno a Zurigo quella che è l'unica opera regolarmente proposta di Camille Saint Saëns: prima di allora il Samson di Carreras aveva raggiunto Vienna nel 1994 e Macerata nel 1995, per poi fare ritorno in Catalogna con le recite barcellonesi al Gran Teatre del Liceu nel 2001.
In queste tappe aveva dato a conoscere la sua non tradizionale lettura del personaggio: non potendo fare leva sulle caratteristiche fisiche che si associano all'eroe biblico, il tenore catalano dà vita ad un eroe spirituale che a detta sua si colloca in mezzo tra forza morale e fragilità umana, imponendogli così una maggiore profondità espressiva. Tale approccio mistico rende la sua interpretazione più affine a quella, per esempio, di Jean Baptiste dell'Hérodiade, ossia di un profeta.
Oltre alla registrazione in studio, particolarmente famosa poiché registrata è una delle sue performance all'interno della Stagione 2000/2001 del Gran Teatre del Liceu: quasi 11 anni dopo il debutto, Carreras dopo Sly avrebbe interpretato un ruolo operistico per l'ultima volta fino ad ora (in attesa della première di El Juez a Bilbao nel 2014), affrontando con il coraggio di sempre una parte che a distanza di anni avrebbe potuto rivelarsi ancora più temibile; dando sempre maggior rilievo alla componente spirituale, ha complessivamente mostrato grande dominio delle difficoltà, crescendo sempre di più ad ogni ostacolo in un procedere ascendente che lo ha portato a dare il meglio di sé nel secondo e nel terzo atto con la professionalità che lo contraddistingue.
Nonostante sia forse nel terzo atto dove la sua interpretazione risulti di maggior impatto non posso fare a meno di proporvi quello che sicuramente è il momento più popolare dell'opera e che si colloca nel secondo atto.
Mon coeur s'ouvre à ta voix si presenterebbe come aria per mezzosoprano, poiché è a questo registro che corrisponde la parte principale, ma l'intervento del tenore, seppur ridotto, lo trasforma in un duetto. Tuttavia, proprio per questo motivo è un brano che solitamente non manca nei concerti di un mezzosoprano, anche in assenza del tenore.
Nelle recite del 15, 21, 24, 27 e 30 marzo al Liceu di Barcellona ad interpretare Dalila era la greca Markella Hatziano.
Sansone che esordisce con "Je t'aime!": nonostante sia Dalila il personaggio preponderante del duetto, e nonostante spetti totalmente a lei il ruolo di seduttrice, è straordinario come Carreras riesca ad interagire e a partecipare seducendo a sua volta anche nel silenzio. È un momento così intenso e sensuale ma al contempo di estrema tenerezza che è un vero peccato che si tratti solo di inganno e strategia: la bella Dalila tenta con ogni arma di sedurre Samson al fine di scoprire il segreto della sua forza, ovvero i lunghi capelli, al fine di vendicare i Filistei contro gli Ebrei di cui l'eroe è rappresentante. Per questo motivo la vicenda prenderà una brutta piega e Samson, accecato e privato della lunga chioma verrà deriso e schernito dal Gran Sacerdote nel Tempio di Dagon, dalla folla e da Dalila che le svelerà la vera natura delle sue intenzioni: una volta sotto ai due pilastri l'eroe prega Dio affinché gli renda la forza ed una volta esaudita la richiesta farà crollare i pilastri provocando la morte di tutti.
Di fronte a tale epilogo, francamente preferisco dimenticarmi per qualche minuto della vera natura di Dalila ed abbandonarmi al potere straordinario di questo duetto, un duetto apparentemente d'amore in cui Carreras interviene con poche frasi, ma in maniera abbastanza incisiva e commovente da ricordarmi ancora una volta, proprio mentre preparavo il post, il motivo della mia devozione nei suoi confronti.
Straordinario, impeccabile e, dulcis in fundo, il pianissimo nel Si bemolle il pieno stile "Carreras" per portare il crescendo dell'emozione al suo culmine. Godetevelo!!
Spero abbiate apprezzato la mia proposta di oggi. L'appuntamento è per domenica prossima con un nuovo video. Buona settimana a tutti!!
Sia il Festival di Peralada sia il contributo di Terfel sono elementi che si ripresentano nel post di oggi: interpretando il ruolo di Amibelech, il basso baritono gallese faceva parte del cast insieme a, naturalmente oltre a Carreras, il mezzosoprano Maijana Lipovsek nel ruolo di Dalila, Matteo Manuguerra in quello del Gran Sacerdote di Dagon, Miguel Angel Zapater, Antoni Comas, Antoni Lluch e Ismael Pons. La prima si è tenuta il 4 agosto del 1990 e da quasi un mese sono trascorsi 23 anni.
Josep Carreras as Samson. Peralada, 1990. |
Suddivisa in tre atti e quattro scene, su libretto francese di Ferdinand Lemaire, Samson e Dalila è una grand opera di ispirazione biblica che tratta l'episodio di Sansone e Dalila presente in uno dei libri dell'Antico Testamento.
La scelta di Josep Carreras di debuttare in questo ruolo è stata oggetto di dibattito fino alla vigillia della prima recita. Trascorsi appena due anni dal suo ritorno nelle scene, in seguito alla sua guarigione dalla leucemia che lo aveva colpito nel 1987, Josep aveva certamente ridimensionato la frenesia dei ritmi degli anni precedenti, dedicandosi soprattutto a concerti e recital: l'opera non era certo venuta meno, come dimostrano i debutti nella Medea e nel Cristóbal Colón, cui è andato ad aggiungersi per l'appunto quello in Samson e Dalila: ancora una volta non doveva risultare affatto immediato immaginarlo in un ruolo di natura eroica sicuramente più congeniale ad un tenore di forza, da qui le perplessità degli intenditori, convinti che l'indole romantica di Carreras non potesse rendere il personaggio oltre a comportare un notevole rischio. Tuttavia, come risulta dalle cronache riportate dalla stampa in seguito alla prima serata di Peralada, i dubbi siano stati in parte messi in ombra per dare piena luce al grande successo che il tenore aveva conseguito con la sua interpretazione di Sansone, ritenuta anche da chi si mostrava scettico convincente proprio grazie al misurato equilibrio tra forza e mistica, e alla riuscita resa dei risvolti drammatici. Carreras si è mostrato all'altezza di una missione per alcuni, se non impossibile, assai poco probabile mostrando grande intensità ed una tensione drammatica tali da consentirgli un approccio al ruolo soddisfacente: tenacità, professionalità e buon gusto si sono rivelati ancora una volta elementi essenziali ed irrinunciabili, vittoriose anche di fronte alle difficoltà.
La Vanguardia ha addirittura usato parole quali trionfo, sostenendo che se si fosse trattato di un teatro convenzionale il tenore avrebbe ottenuto un'ovazione di quelle che fanno epoca.
Al debutto ha fatto seguito al registrazione in studio insieme ad Agnes Baltsa che ritroveremo al suo fianco nel 1996 quando porteranno a Zurigo quella che è l'unica opera regolarmente proposta di Camille Saint Saëns: prima di allora il Samson di Carreras aveva raggiunto Vienna nel 1994 e Macerata nel 1995, per poi fare ritorno in Catalogna con le recite barcellonesi al Gran Teatre del Liceu nel 2001.
In queste tappe aveva dato a conoscere la sua non tradizionale lettura del personaggio: non potendo fare leva sulle caratteristiche fisiche che si associano all'eroe biblico, il tenore catalano dà vita ad un eroe spirituale che a detta sua si colloca in mezzo tra forza morale e fragilità umana, imponendogli così una maggiore profondità espressiva. Tale approccio mistico rende la sua interpretazione più affine a quella, per esempio, di Jean Baptiste dell'Hérodiade, ossia di un profeta.
Oltre alla registrazione in studio, particolarmente famosa poiché registrata è una delle sue performance all'interno della Stagione 2000/2001 del Gran Teatre del Liceu: quasi 11 anni dopo il debutto, Carreras dopo Sly avrebbe interpretato un ruolo operistico per l'ultima volta fino ad ora (in attesa della première di El Juez a Bilbao nel 2014), affrontando con il coraggio di sempre una parte che a distanza di anni avrebbe potuto rivelarsi ancora più temibile; dando sempre maggior rilievo alla componente spirituale, ha complessivamente mostrato grande dominio delle difficoltà, crescendo sempre di più ad ogni ostacolo in un procedere ascendente che lo ha portato a dare il meglio di sé nel secondo e nel terzo atto con la professionalità che lo contraddistingue.
Nonostante sia forse nel terzo atto dove la sua interpretazione risulti di maggior impatto non posso fare a meno di proporvi quello che sicuramente è il momento più popolare dell'opera e che si colloca nel secondo atto.
Mon coeur s'ouvre à ta voix si presenterebbe come aria per mezzosoprano, poiché è a questo registro che corrisponde la parte principale, ma l'intervento del tenore, seppur ridotto, lo trasforma in un duetto. Tuttavia, proprio per questo motivo è un brano che solitamente non manca nei concerti di un mezzosoprano, anche in assenza del tenore.
Nelle recite del 15, 21, 24, 27 e 30 marzo al Liceu di Barcellona ad interpretare Dalila era la greca Markella Hatziano.
Josep Carreras and Markella Hatziano. Gran Teatre del Liceu, 2001. |
Di fronte a tale epilogo, francamente preferisco dimenticarmi per qualche minuto della vera natura di Dalila ed abbandonarmi al potere straordinario di questo duetto, un duetto apparentemente d'amore in cui Carreras interviene con poche frasi, ma in maniera abbastanza incisiva e commovente da ricordarmi ancora una volta, proprio mentre preparavo il post, il motivo della mia devozione nei suoi confronti.
Straordinario, impeccabile e, dulcis in fundo, il pianissimo nel Si bemolle il pieno stile "Carreras" per portare il crescendo dell'emozione al suo culmine. Godetevelo!!
Key facts:
Welcome to a new Video of the Week .
For this first day of September, I thought back to a topic that had been a bit pending due to the summer break , even though brief, and to overlap with other events important as well. However, in the Historic Dates section I remembered Josep Carreras' debut in the role of Samson, in the opera titled Samson et Dalila by Camille Saint Saëns at the Festival Internacional de Musica de Castell Peralada, the same festival of the famous recital of 1988 that I recalled two weeks ago and whose name was again mentioned in an interview by Bryn Terfel, co-protagonist of the duet proposed last week.
Both the Festival of Peralada and Terfel's contribution are elements that recur in today's post too: singing the role of Amibelech, the Welsh bass-baritone was part of the cast along with, of course besides Carreras, mezzosoprano Maijana Lipovsek in the role of Dalila, Matthew Manuguerra in that of the High Priest of Dagon, Miguel Angel Zapater, Antoni Comas, Antonio Lluch and Ismael Pons. Jacques Delacôte conducted. The first performance was held on August 4, 1990, 23 years ago.
Divided into three acts and four scenes, with French libretto by Ferdinand Lemaire, Samson and Dalila is a grand opera of biblical inspiration on the episode of Samson and Delilah from one of the books of the Old Testament.
Josep Carreras' choice to debut in such role has been long discessed until the first performance. After just two years since his return on stage, following his recovery from leukemia that had struck him in 1987, Josep certainly had reduced the hectic pace of previous years, dedicating himself especially to concerts and recitals: by the way he sang opera, as the debut in Medea, Cristóbal Colón, and Samson and Dalila demonstrate: once again, it must have not been immediate to imagine him in a heroic role, certainly more congenial to a tenore di forza, that's the reason for some uncertainties by some experts convinced that Carreras' romantic nature could not be proper to the character, as well as lead to a significant risk. However, as shown by the press in the articles following the first evening in Peralada, doubts were partly overshadowed to give full light to the great success that the tenor had achieved with his interpretation of Samson, regarded as impressive also by the skepticals thanks to his measured balance between strength and mystique, as well as his brilliant rendition of dramatic aspects. Carreras matched up with a mission according to someone, if not impossible, very unlikely showing great intensity and a dramatic tension such as to guarantee a satisfactory approach to the role he portrayed: so tenacity, professionalism and good taste proved once again essential and indispensable elements, victorious even against difficulties.
La Vanguardia even used words like triumph, claiming that if it were a conventional theater the tenor would have receive a memorable standing ovation.
The debut was followed by the studio recording along with Agnes Baltsa whom we find at his side in 1996 when they performed in Zurich what is regarded as the only regularly proposed opera by Camille Saint Saëns: then, Carreras' Samson reached Vienna in 1994, Macerata in 1995, to be back to Catalonia with the performances at the Gran Teatre del Liceu in 2001.
In these stages, he had made known his non-traditional reading of the character: as he was not provided with physical features we tend to associate to the biblical hero, the Catalan tenor gives life to a spiritual hero, who according to him is placed in the middle between moral strenght and human frailty, thus imposing a greater depth of expression. Such mystic approach makes his interpretation more akin to that , for example, of Jean Baptiste of Hérodiade , ie a prophet .
In addition to the studio recording, particularly famous because it had been recorded is one of his Liceu performances in the season 2000/2001: nearly 11 years after his debut, Carreras after Sly was to sing an opera for the last time until now (waiting for the premiere of El Juez in Bilbao in 2014), dealing, courageously as usual, with a role that could be even more complicated at that time, still emphasizing the spiritual side; on the whole, he perfectly dealt with difficulties, growing more and more with every obstacle, in an ascending pace that led him to give his best in the second and third act, with the professionalism that characterizes him.
Although it is perhaps in the third act where his interpretation proves the greatest impact, I can not help but offer what is certainly the most popular moment of the opera, which is set in the second act.
Mon coeur s'ouvre à ta voix should almost be a mezzosoprano aria, as the main part belongs to the female character, but the intervention of the tenor, though reduced, turns it into a duet. However, precisely for this reason it is usually a song that cannot miss in mezzosoprano concert programs, even without a tenor.
In the performances of 15, 21 , 24, 27 and 30 March at the Liceu in Barcelona, Dalila was interpreted by Greek alto Markella Hatziano .
Samson starts off with "Je t'aime !", and despite the character of the duet is Dalila , who is supposed to be the real seductress, it is extraordinary how Carreras is able to interact proving so sensual even when he remains silent. It is such an intense moment, so sensual but at the same time extremely tender that it is a real shame that it is only a trick, a strategy: lovely Dalila tries to seduce Samson in any way in order to find out the secret of his strength, long hair, so to avenge the Philistines against the Jews our hero represents. For this reason, the story will take a bad turn and Samson, blinded and deprived of his long hair and his strenght will be mocked and ridiculed by the High Priest in the Temple of Dagon, from the crowd and from Dalila who reveals to him the true nature of her intentions: once he was lead under the two pillars, the hero prays to God to have his strength back, and once it happens he destroys the pillars, killing everyone in the temple.
Because of such bad ending, honestly I prefer to forget for a few minutes Dalila's intentions, and abandon myself to the extraordinary power of this duet, apparently a love duet in which Carreras intervenes with a few sentences, but fairly effective and touching to remind me once again, right while I was preparing this post, the reason of my devotion to him.
Extraordinary, flawless and, last but not least, the B flat sung in pianissimo at the end, full "Carreras syile" to lead the emotional crescendo at its finest. Enjoy it!!
I hope you have appreciated my proposal of today. See you next Sunday with a new video. Have a nice week!!
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