La Conversazione di Josep Carreras alle Terme Berzieri di Salsomaggiore

Si respirava un’aria particolare, ieri mattina presso il salone delle Terme Berzieri  nella città di Salsomaggiore, e senz’altro non era solo per i profumi tipici del luogo termale. Una piccola pedana, con circa una cinquantina di sedie, che entro l’arrivo del tenore, erano state tutte occupate, anzi: moltissime persone sono rimaste in piedi, ma non si sono perse quest’occasione di vedere un grande esponente della lirica come Josep Carreras.

Josep è giunto alle 11 in punto, in veste molto informale: non ha fatto in tempo a salutare con un gran sorriso i volti conosciuti nel pubblico, che è stato immediatamentre sequestrato per un collegamento video, dietro la pedana. Presente all’evento, TV Parma.

Prima nota squisitamente positiva: il buon umore nel volto del tenore che sedeva mostrandosi a suo agio, mentre l’Assessore alla Cultura, S.ra Maria Pia Bersellini, presentava il luogo ospitante, le Terme Berzieri, che in passato avevano ospitato diversi appuntamenti musicali. Anche Luciano Pavarotti aveva dato un concerto presso lo stesso salone, e quest’evento non poteva che essere ricordato. Si  è considerata inoltre l’appropriatezza del luogo, per l’accostamento terme-melodramma. 


La parola è passata a Corrado Lamur, conduttore della “Conversazione con José Carreras”, il quale ha inizialmente tracciato una schematica biografia del tenore, menzionandone i più importanti debutti, le opere interpretate, e le onorificenze collezionate, soprattutto quelle di provenienza italiana. L’occasione per questa “Conversazione” era indubbiamente il Concorso Voci Verdiane “Città di Busseto” di cui Josep Carreras presiedeva la 49esima edizione: 121 sono stati i concorrenti che hanno preso parte al concorso.

Finalmente abbiamo potuto ascoltare la voce dell’illustre ospite, che anche se non avrebbe cantato, è sempre straordinariamente piacevole da ascoltare. Il tenore che, per chi non lo sapesse parla un perfetto italiano, si è detto felicissimo di essere lì per il Concorso a Busseto, e felice per essere per la prima volta, “si spera la prima di tante altre” ospite di “Salso”, città termale in cui spera di fare presto ritorno. Ha tenuto a sottolineare l’affinità condivisa da Italia e Catalogna: Carreras, catalano nell’animo, ogni volta che viene in Italia si sente come a casa. Dalla sua Barcellona, era venuto per la prima volta proprio in occasione del Concorso Voci Verdiane a Busseto, da lui vinto nel 1971, concorso in cui spiccava la presenza della Corale Verdi. Il premio per questa vittoria fu una Bohème al Teatro Regio di Parma, cui non avrebbe tardato a seguire un ruolo decisamente verdiano, quale il Riccardo del Ballo in Maschera.

Carreras si è spostato poi al momento presente, affermando che il concorso si stava svolgendo in modo splendido, e che i concorrenti erano molto preparati. La sera stessa si sarebbe svolta la finale con i brani verdiani più conosciuti in assoluto.

Tempo per le domande. Il pubblico aveva la possibilità di chiedere qualsiasi cosa che Carreras sarebbe stato a completa disposizione, anche per parlare di calcio.

La prima domanda, approfittando dell’emozione momentanea dei pubblico, gli è stata posta dall’Assessore alla Cultura, in merito alla difficoltà nel trovare voci tenorili davvero valide. Carreras da un lato è rimasto sorpreso, e ha ribattuto dicendo che in vero ci sono molti tenori degni di nota. Il fatto è che probabilmente si tratta del più difficile dei registri, la voce di tenore, poiché comprende una moltitudine di caratteristiche: in particolare si tratta di una voce maschile, senz’altro molto virile, ma tuttavia non di uomo maturo, da ragazzo giovane.
Carreras ha rimarcato la fonda mentalità della disciplina, senza la quale è praticamente impossibile fare carriera come cantanti d’opera.

Finalmente il pubblico ha trovato il coraggio e si è esposto con la domanda di un signore che ha fissato l’attenzione sul ruolo verdiano di Stiffelio, uno dei meno rappresentati, ma sicuramente di forte impatto. Cosa può dare un personaggio come Stiffelio? Una domanda molto difficile per Carreras, il quale ha ammesso, essere un ruolo al limite delle sue possibilità vocali, che indubbiamente richiede la maturità di entrambi uomo e artista per un’interpretazione che sia efficace. L’ha interpretato dopo la sua malattia e costituisce il primo personaggio perdente che ha cantato nella sua carriera: tutt’altra cosa rispetto all’eroe romantico, la vera essenza del tenore lirico.

Anche un foniatra, il Dr. Avanzini ha rivolto una domanda al tenore, in merito ai benefici che l’acqua termale può apportare alla voce di un cantante, e in questo caso di un cantante d’opera. Carreras non ha esitato nell’assicurare che lui consiglia le cure termali, e che sono molto diffuse tra i cantanti: ha raccontato che lui si è recato alle Terme più volte vicino alla sua Barcellona.

Il pubblico è tornato coraggioso e un altro signore si è alzato in piedi solo per ricordare una funzione scaligera dell’Andrea Chenier dove Carreras cantava assieme al grande Renato Bruson.

L’ultima dimostrazione del saper vincere l’imbarazzo davanti a un’icona della musica operistica è arrivata da un esponente dell’Associazione Parma Lirica: una domanda molto interessante, sul rapporto tra i cantanti e La Scala di Milano. Manca la devozione, secondo Carreras, che la sua generazione di cantanti sì che aveva nei confronti di quello che non esita definire il Tempio della Lirica, in Italia e nel mondo. D’altro canto anche i Teatri forse prima avevano una riverenza più solida nei confronti dei cantanti, si interessavano di più e l’ospitalità era più sentita.

Cosa prova quando canta? Una domanda forse un po’ scontata, ma è così difficile dare una risposta. Il tenore ha replicato, dopo qualche attimo di silenzio, che prova emozioni, emozioni che sono scaturite dalla musica e dal testo, e che ha un tremendo bisogno di comunicare. Anche questa volta ha aggiunto quel concetto che sapevo avrebbe ribadito, la chiave del suo essere unico e straordinario: se anche solo una persona tra il pubblico avverte e sente dentro di sé le emozioni che cerca di comunicare, allora si è realizzato il compito dell’artista. E in quel momento sentivo che eravamo in tanti, tantissimi ad aver custodito quelle emozioni che ci ha trasmesso negli anni.

Il conduttore ha concluso sottolineando che il direttore dell’orchestra che avrebbe accompagnato le esibizioni dei cantanti durante il concorso si chiamava Carreras ed era suo nipote: in quel momento era evidente in Josep il desiderio di chiarire il concetto. David è suo nipote, ma visto che in Spagna si portano entrambi i cognomi, lui si chiama Giménez Carreras. E potrebbe essere il nipote, il figlio, chiunque, ma se non fosse un professionista di valore non si assumerebbe il rischio di cantarvi insieme e proporlo al pubblico. Ha raccontato che David ha un talento straordinario, sente la musica in modo corretto, e ha ben chiaro il concetto di disciplina, che ha sempre osservato. E non da ultimo: ama le voci. L’altro giorno ha preparato 16 esibizioni dei cantanti per la semifinale in 3 ore e mezza e lo ha fatto con estremo impegno e professionalità.

Questo è stato l’ultimo argomento nella “Conversazione” prima che Josep si dedicasse alle firme di autografi, alle fotografie e a qualche parola con i fans. Si sono viste vecchie fotografie che lo ritraevano nel pieno dell’età, LP di West Side Story, bandiere catalane. 

Ma quello che si è visto più volentieri, e che senz’altro più rimarrà nel cuore di chi ha assistito a quello che non era per niente un concerto, è senz’altro la disponibilità, l’umiltà e l’umanità di  un uomo che conquista anche senza cantare. 

GRÀCIES PER TOT, JOSEP!!!

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