El Dúo de la Africana: una cara distinta en cada ocasión

El Dúo de la Africana, quante volte vi è capitato di leggere anche nei miei interventi questo titolo, questo Dúo che spesso chiude la prima o la seconda parte dei concerti di Josep Carreras e che ogni volta desta entusiasmo, divertimento e approvazione da parte di chi lo ascolta. Non so dirvi di preciso da quanto tempo Carreras lo includa nel suo repertorio, ma ho trovato anche versioni che risalgono ai tardi anni ottanta, più precisamente al 1989.

Ma cosa sarà mai questo Dúo de la Africana? Per chi capisce il testo sarà palese che si compone di due parti e che in sostanza riguarda la vicenda di un uomo aragonese, Pepito, innamorato di Antonia, una ragazza andalusa che a sua volta lo ricambia, ma che non si sa bene per quale motivo si rifiuta di fuggire con lui, chiedendogli di avere pietà di lei, del suo stato d’animo, menzionando una madre che lo sta cercando disperatamente e incitandolo di tornare da lei.


È visibilmente scossa, frastornata, scissa tra il dovere e i sentimenti, ma che riesce a far prevalere la ragione sul cuore, e per quanto lui tenti di persuaderla a seguirlo, lei rimane ferma sulle sue posizioni e rifiuta.

Questo è quanto ho capito io unicamente dal testo de questo Dúo (Comprende lo grave de mi situación) y jota (No cantes más la Africana).

Sarà opportuno ricostruire un po’ la vicenda, infatti mi sono documentata in merito: si tratta di una celebre Zarzuela musicata da Miguel Fernández Caballero con libretto di Miguel Echegaray, incentrato in una vicenda metateatrale, ovvero il teatro dentro al teatro,
in questo caso opera nella zarzuela, in cui un avaro impresario, Querubini, pretende di rappresentare l’opera “La Africaine” di Meyerbeer.



Si basa su in intreccio di relazioni sentimentali: il basso è innamorato della figlia dell’impresario, Amina, che a sua volta è innamorata del tenore, Giuseppini, che a sua volta mira alla “prima donna”, La Antonelli, il soprano, come già il celebre dúo che lo ascoltiamo spesso lascia intuire.
Il tenore durante la rappresentazione è colto dall’impresario in atteggiamenti equivoci con la moglie, per questo l’opera si interrompe causa l’ira destata in Querubini. Una seconda interruzione è dovuta per l’intervento della madre del tenore, che lo ha cercato per molto tempo, inorridita nel vedere il figlio far parte di una compagnia praticamente di dilettanti, e lo convince a seguirla: lui, non potendo convincere il soprano a lasciare il marito, accetta, e la Antonelli sviene.
Tutto ciò provoca scandalo nel teatro, che già protestava, con la prima interruzione. Nonostante tutto il tenore intende concludere quella che sarebbe la sua ultima funzione, le autorità vorrebbero trascinarli tutti in carcere ma Querubini riesce a fare in modo che la funzione si porti a termine, e così termina la zarzuela.

Tornando al Dúo y Jota, è vero che ogni brano richiede un’interpretazione che sia all’altezza, ma è indiscutibile che questo brano si mostra intransigente in quanto a interpretazione: come ho già scritto richiede l’intreccio vocale di due cantanti che, per prima cosa abbiano una competenza linguistica notevole, non spagnoli per forza ma almeno che conoscano il valore e il significato di ogni singola parola che stanno pronunciando. Possibilmente senza leggere il testo.

Voi direte “Vale per tutto”, certo: però mi è capitato di ascoltarne di versioni, a casa, dal vivo, insomma… è un brano che mi accompagna da molto tempo e che amo particolarmente.


Parlando proprio schiettamente, lo preferisco se entrambe le voci siano spagnole, o comunque di origine iberica, ovvero che conoscano bene la cultura della Zarzuela. In sostanza, cantar bene non basta, mai.


Saranno anche considerazioni gettate al vento, però, con queste componenti, il successo è praticamente garantito.

Quanti, quanti soprano hanno affiancato Carreras in questo brano e chi più e chi meno si sono mostrate all’altezza della situazione: se solo Dio mi avesse donato una voce sopranile, penso che riuscirei a rendere a livello interpretativo, senza contare che un pochettino di spagnolo lo mastico… solo nel finale non mi sento di assicurare una totale fedeltà alla parte: sì perché, sarebbe un gran sacrificio impensabile per me, dire di no in quel modo, con quell’enfasi (se il soprano è particolarmente bravo come interprete) se chi mi chiede di seguirlo porta il nome di Josep Carreras. Non so, non ci metterei la mano sul fuoco.




Adesso vi propongo una carrellata di versioni di questo grande brano, e sarete voi a votare quale versione preferite, in un sondaggio.









6. Carreras & Ruth Rosique: small parts live at Parma, 2009 (first part and last part of the video)





Come potete notare nessuna versione è uguale all'altra, nessun testo è uguale all'altro: si passa dalle versioni "serie" come quella in studio, alle parole casuali, ai bis inaspettati, ai gorgheggi stile "O sole mio, The Three Tenors, 1990", ai vari "Vente!" sussurrati e gridati.
Nessun momento divertente è uguale all'altro. A voi, votate nel sondaggio che inserirò qui in alto, avrete tempo fino alla mezzanotte di domenica 6 settembre.

Comments

  1. Luvi, esto es muy interesante, pero... A ver si me explico bien manana!!!

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  2. Es que para mi el mérito de este blog es muy, muy grande. Un merito que "escribes" cada día, Luvi! Por eso mismo, lo sabes, mi enhorabuena para ti es una constante, es permanente. De una manera general, contesto "sí" a todas tus iniciativas. Un "sí" de corazón! Lo que pasa es que, llegados a esta entrada... a ver si soy capaz de explicarme.

    Me parece muy bien lo que escribes sobre la obra en general, y el Dúo y Jota, en particular. Efectivamente, te has documentado, y muy bien. Ahora el voto... Claro que lo que digo es muy personal ... cada persona siente las cosas a su modo ... Yo siento que no puedo comparar este Dúo y Jota, o muy probablemente, cualquier otra cosa, cuando la comparación es entre un Josep Carreras / Momtserrat Caballe y un Josep Carreras / Ruth Rosique - Sabina Puertolas - Isabel Alcobia. Incluso, Isabel Rey! Sin ABSOLUTAMENTE ningún menosprecio por cualquiera de estas artistas, MUY AL REVÉS. Pero, con toda mi admiración por Montserrat Caballe - a ver que de Josep ni hablo. Él es la razón, la MARAVILLOSA RAZÓN, de todo esto ... - y por la pareja mágica que forman los dos. Si me pides que vote, comparando entre distintas versiones del Dúo y Jota presentadas a lo largo de los anos por Josep y Montserrat, pues ahí estamos! Si me pides que vote, comparando distintas versiones de Josep y las jóvenes artistas, Bellas Promesas - Isabel Rey ya mucho más que promesa - a las que viene respaldando, pues ahí estamos! Ahora, así... Bueno, así tambien ahí estamos, pero lo que estaré comparando son las tres versiones de estos dos Gigantes de la lírica ... las otras versiones quedan fuera!!! Lo que no tiene nada que ver con falta de calidad artistica o lo que sea!!!

    A sabiendas de que esta no será una afirmación absoluta, a sabiendas de que, quien lo sabe, podrá existir alguna excepción, esto es tendencialmente así, en mi opinión. Por la razón que acabo de explicar. No sé si me comprendes, pero esto es lo que siento, es lo que llevo dentro! Sé que es algo personal.

    Respecto a tu propuesta, nunca podría decir algo como "está mal hecha". Tal y como mi opinión no estará ni cierta ni equivocada. Es una opinión posible, entre tantas otras posibles. Pero, es la mía y te la dejo aquí!

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  3. P.S. - Solo una notita más. Creo que he comprendido bien lo que quieres decir cuando comparas la versión de estudio con alguna otra en la escena. Pero - y esto es, una vez más, algo muy personal, una opinión posible entre tantas otras, y nada más - yo no la llamaria de "versión seria", contraponiendola a las demás. Repito, creo que he comprendido muy bien lo que quieres decir. Pero...también es verdad que todas las versiones son serias. Artisticamente hablando. Hablando de la profesionalidad con la que cada una es hecha. Y hablando del compromiso de los artistas con ellos mismos y con su publico!!
    Pero, vaya! Repito que comprendo perfectamente lo que quieres decir!!

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  4. Vale, si entiendes lo que quería decir, no necesitas más explicaciones.

    Entiendo lo que sientes, comparto lo que dices sobre la comparación entre alguien como Montserrat Caballé y todas las otras. Y ya sabes la admiración que siento para la Montserrat: para mí es la reina de las sopranos, una diosa en ese sentido.

    De todos modos, no sé si voy a votar por ella.
    Creo que hay que ir más allá de las etiquetas, de los nombres, y mirar sólamente a las interpretaciones: ´quién es la Antonia más creible?
    A quién este papel le queda mejor?

    Ya sabemos que por mucho que sea maravillosa una soprano, eso no comporta que todos los papeles que existen le quedan perfectos: cadauna tiene su repertorio, cadauna teniendo en cuenta muchos factores ha elegido los suyos.

    Y con esto no quiero decir que a Montserrat Caballé no le queda perfecto, muy al revés.

    Ya no te estoy diciendo que tienes que votar a pesar de todo. Cadauno es libre.

    Muchísimas gracias por tus palabras, por este mérito que reconoces al blog... es un gran honor para mí.

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  5. Querida Luvi, tu equivoco es rotundo! Lo único del que estoy hablando aquí es de Arte! Ni de etiquetas, ni de nombres. Lo que pasa es que el Arte es de un cantante y el cantante tiene nombre!

    Y, hay más... Algún dia hablaremos!

    Besos!

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