Josep Carreras has been interviewed at the Romanian TV (Part 1)

Mercoledì sera alle 9:30 circa, ora rumena, Josep Carreras è stato ospite di un talk show, Sinteza Zilei, del canale Antena 3 della Televisione Nazionale Rumena, per una lunga intervista in occasione del concerto che offrirà questa sera presso la Sala Palatului di Bucarest
Si tratta di un’intervista molto, molto bella durante la quale il tenore si è mostrato a proprio agio. Per chi di voi non avesse potuto vederla, o per chi come me ha perso la parte iniziale, è disponibile il video completo. Le risposte sono in lingua spagnola. 
At the end of the post you'll find the key facts with a detailed summary.




Per iniziare si affronta la tematica degli incontri determinanti nella carriera del tenore catalano, tra i quali non può non citare Montserrat Caballé, Herbert von Karajan e Leonard Bernstein, nonostante sia fermamente convinto che da ogni incontro, che da ogni direttore d’orchestra o partner si potesse imparare qualcosa. Si dice onorato di potersi esibire nuovamente in un paese ricco di cultura, sia a livello musicale sia per le altre arti.
Nel frattempo scorrono in video foto che ritraggono Carreras nella sua infanzia, nel suo primo approccio alla musica e al canto con in sottofondo la sua prima esibizione dal vivo de La donna è mobile del Rigoletto, cui segue una breve narrazione del suo percorso attraverso spezzoni del documentario A life story. Il tenore assiste con esemplare compostezza lasciando però apparire inevitabili sorrisi durante la parte dedicata all’avventura dei Tre Tenori, e specialmente durante le immagini di Luciano Pavarotti… sorrisi che contengono il ricordo di momenti belli, la mancanza e l’affetto per un amico speciale che non c’è più.
Al termine di questo excursus, Josep Carreras torna a parlare della sua infanzia, in particolare della disgrazia di perdere la madre a soli 18 anni, colei che più di tutti credeva nel suo eventuale talento, ma che purtroppo non ha mai potuto assistere a nessuna delle sue esibizioni in età adulta. Ancora oggi, l’ultimo pensiero prima di arrivare sul palco scenico è rivolto a lei. Conoscendola, sostiene che l’importante per lei sarebbe stato che suo figlio fosse una brava persona, onesta e di rigore morale… il resto sarebbe stato importante, ma secondario. La musica non è per lui solo la professione, ma una vocazione che ha avvertito fin dalla tenera infanzia come dimostrano anche le fotografie scorse in precedenza, la musica fin da allora ha avuto per lui un’importanza fondamentale, e che gli ha offerto il privilegio di poter esprimere sé stesso e i propri sentimenti attraverso il canto, che non è che un veicolo straordinario di trasmissione che lo aiuta ad avvicinarsi al prossimo. 
 La sua vita comprende diverse circostanze legate alla lotta: quella per il proprio sentimento nazionalista, ovvero l’amore per la sua Catalogna, che tuttavia non gli ha mai impedito di sentire un grande rispetto ed affetto per lo stato spagnolo dal quale è sempre stato trattato con particolare riguardo e generosità, cosa che tiene a sottolineare al di là del suo forte sentimento catalano; la lotta dopo la precoce morte della madre, evento tragico che ha influito molto in alcune sue scelte di ambito personale, in quei momenti in cui un figlio ha bisogno di sua madre; infine, la lotta contro la leucemia, una diagnosi terribile con cui si è confrontato a 40 anni, lottando con ogni forza per afferrarsi a quella possibilità di guarigione che i medici avevano prognosticato. 
Al di là della circostanza sfavorevole, Carreras sottolinea la fortuna di aver avuto una ottima equipe medica, l’amore della sua famiglia, e la quantità enorme di dimostrazioni di affetto e solidarietà per cui ha deciso poi di creare una Fondazione che lottasse contro quella stessa malattia. Tra queste dimostrazioni di affetto non può dimenticare quelle dei suoi colleghi, Domingo e Pavarotti, che di persona o per telefono hanno sempre cercato di spronarlo a combattere pensando anche ai progetti futuri, o semplicemente “perché altrimenti non ci sarebbe stata più competizione”… come gli diceva Luciano
Josep Carreras ricorda la notte del primo concerto dopo la sua malattia come la più emozionante della sua vita, nella quale ha sentito tutto l’appoggio della sua gente e della sua città… un recital gratuito cui hanno assistito 150.000 persone. Sono circostanze come queste che lo hanno fatto sempre sentire una persona molto fortunata, perché ha sempre avuto modo di riscontrare l’affetto delle persone catalane, spagnole e del resto del mondo.

Key facts:


◦ On Wednesday evening, Josep Carreras took part in a talk show called Sinteza Zilei on the Romanian National Tv Channel, Antena 3, on occasion of the concert he will perform today at the Sala Palatului in Bucharest.
It is a nice long, interview  in which the tenor seems very relaxed and comfortable. Luckily the complete video is available. His answers are in Spanish.
◦ The first topic is related to his fundamental professional meetings: he mentions Montserrat Caballé, Herbert von Karajan and Leonard Bernstein, but also states that he was able to learn something from every director or partner he worked with.
He says he is honoured to perform again in Romania, a country so very rich in culture, both musically and in other art forms. During the interview, there is a video with photos portraying Carreras in his childhood and his first recording of La Donna è Mobile. It follows with a brief narration of some moments of his career using parts of the documentary "A life story". Carreras watches it with attention, and smiles when Pavarotti appears on the screen during the part dedicated to the Three Tenors' adventure. For sure it was a very meaningful smile, and as you will notice, his smile appears several times thanks to these  kinds of images and memories, and especially ones related to his beloved friend, Luciano.
◦ He then speaks about his childhood, and about the terrible loss of his mother when he was 18. She believed in his talent more than any other, but unfortunately she was never able to never attend one of his adult performances. Still today, he dedicates the last thought before going on stage to her. According to her, he understands that the most important thing was for her son to be a good, honest and moral person- the rest was secondary.
Music is not only a profession to him, but a real vocation which he felt very early on, and it has provided him the privilege to express himself and his own emotions and feelings through singing, an extraordinary vehicle that brings him closer to people.
◦ His life has been full of fighting: fighting for his national identity, for his homeland Catalonia, but always feeling affection and respect for Spain that has always treated him with particular generosity; then the fight after his mother's death, a tragic event which has conditioned many of his personal choices, particularly when a son needs his mother;his fight against leukemia, a terrible diagnosis he faced when he was 40, struggling for a chance to survive.
Notwithstanding these difficult circumstances, Carreras knows he has been lucky due to the medical team he was able to rely on, to the love of his family, and to the great amount of affection and support from people around the world that led him to the decision to create his leukemia foundation. Among the various shows of affection, he can't fail to mention his collegues and friends Domingo and Pavarotti who, in person or by phone-call, always tried to transmit hope strength to carry on, even thinking about future projects, or simply because "otherwise there was no competition" as Luciano used to tell him.
Josep Carreras remembers the night of his comeback recital in Barcelona as the most thrilling ever in his life, because he could feel all the support and love of his people in his hometown. It was a free recital attended by 150.000 people. Such moments make him feel a very lucky person, as he has always been able to perceive love and affection by Catalan, Spanish and other people from all over the world.

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